Frasi e aforismi sul giornalismo

Il 3 maggio si celebra la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa (World Press Freedom Day), anche nota semplicemente come Giornata Mondiale della Stampa.

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Frasi e aforismi sul giornalismo e i giornalisti

Un dottore che ti fa star male. Un insegnante che ti rende ignorante. Un architetto che distrugge le case.
Anche un giornalista che fa disinformazione è sullo stesso piano di costoro.
(Fabrizio Caramagna)

– Sono stato il primo a dare la notizia!
– Ma… hai detto falsità, dati non verificati, bugie.
– Ma il primo!
(Fabrizio Caramagna)

Il vero giornalismo è curiosità, verifica delle fonti, trasparenza, accuratezza, completezza, lucidità e verità.
Il finto giornalismo è fretta, grossolanità, inesattezza, parzialità e fake news sfornate in serie.
(Fabrizio Caramagna)

Ogni volta che un giornalista riporta una notizia non verificata, chiude una fabbrica di obiettività.
(Fabrizio Caramagna)

Il tempo dello scrittore è il tempo che dura. Il tempo del giornalista è il tempo che passa.
(Fabrizio Caramagna)

Un giornalista deve essere un osservatore e uno scomodo interprete della realtà, altrimenti è solo un semplice notaio.
(Fabrizio Caramagna)

Dobbiamo cercare un termine alternativo per non dare lo stesso nome al giornalista che rischia la vita per informare e al bugiardo che disinforma.
(Fabrizio Caramagna)

Ci sono cose così meschine che non meritano un minuto, uno sguardo o un commento. I giornalisti sbagliamo a farsi portavoce di certe bassezze.
(Fabrizio Caramagna)

Che l’inchiostro dei quotidiani sia sempre invariabilmente fresco non prova che lo siano anche le loro notizie.
(Fabrizio Caramagna)

Invece di informare i loro contemporanei, troppo spesso i giornalisti vogliono governarli.
(Fabrizio Caramagna)

Penso molto a cosa sia il giornalismo.
Forse si riassume nel dare al pubblico tutte le versioni possibili di un fatto.
In modo che il lettore – mettendo insieme tutti i punti di vista – sia in grado di avere una sua opinione indipendente.
(Fabrizio Caramagna)

È insopportabile leggere sui giornali le dotte argomentazioni del giorno dopo di quelli che non avevano capito niente il giorno prima.
(Fabrizio Caramagna)

Dove hanno preso quel detto che la stampa deve per essere imparziale e neutrale? La stampa può essere di destra o di sinistra, religiosa o laica, e ha tutto il diritto di esprimere la sua visione del mondo. Basta solo che non si vanti di essere imparziale e neutrale.
(Fabrizio Caramagna)

A volte dubito dell’esistenza dell’inferno, ma la lettura dei giornali mi guarisce subito da questa incredulità.
(Fabrizio Caramagna)

I giornali sono diventati fonte di ansia. Emergenza Aids, emergenza clandestini, emergenza sbarchi, emergenza siccità, emergenza sicurezza, emergenza abitativa, emergenza immondizia, emergenza roghi, emergenza sanitaria, emergenza bollette, emergenza cinghiali. E questi sono solo alcuni dei loro titoli.
(Fabrizio Caramagna)

Pur di creare articoli allarmistici, i giornalisti trasformano la vicinanza e l’interesse in un assedio. Tutto diventa un assedio. Assedio alla biglietteria, assedio ai negozi, assedio alle spiagge, città sotto assedio.
(Fabrizio Caramagna)

I giornali amano così tanto i titoli allarmistici che tra un’allerta terrorismo e un’allerta economia, se possono ci buttano dentro anche un’allerta meteo.
(Fabrizio Caramagna)
Giornalismo moderno.
Pioggia: violento nubifragio.
Temporale: bomba d’acqua.
Forte perturbazione: clima impazzito.
(Fabrizio Caramagna)

Vorrei fare il giornalista soltanto per infilare l’espressione “emergono alcuni particolari inquietanti” in ogni articolo.
(Fabrizio Caramagna)

Mi ha sempre colpito come i giornalisti riescano a collegare concetti come “crimine passionale” e “sangue freddo”.
(Fabrizio Caramagna)

Un giornale chiede all’altro:
– Come è andata la settimana?
– Una serie di catastrofiche sciagure, seguita da un’altra serie di catastrofiche sciagure, seguita da un’altra serie di catastrofiche sciagure, seguita da un’altra serie di catastrofiche sciagure.
– Quindi per te è andata bene.
(Fabrizio Caramagna)

Titolo spazzatura ricorrente:
“Un asteroide potrebbe colpire la Terra.”
A furia di essere annunciato non fa più notizia.
Il giorno in cui si tratterà per davvero di una notizia, sarà probabilmente annunciata dopo l’impatto. Sempre che resti ancora qualcuno vivo.
(Fabrizio Caramagna)

Caro lettore del nostro quotidiano, abbiamo anche una buona notizia per te, ma non te la diamo perché non si vende.
(Fabrizio Caramagna)

L’arte non deve arretrare davanti a niente, può parlare di qualunque cosa. Il giornalismo no. A volte deve sapere quando fermarsi.
(Fabrizio Caramagna)

Bombardandoci di notizie e idee drammatiche e ansiogene, i mezzi di stampa non creano solo disorientamento e paura. Portano un sacco di clic sui loro banner pubblicitari.
(Fabrizio Caramagna)

La stampa, la scuola, la televisione si credono liberi. Ma a volte è la libertà del cortile di una prigione.
(Fabrizio Caramagna)

Basta che un uomo convinto e spregiudicato manifesti la sua pretesa di governare il paese, e mille giornali ci riportano subito le sue parole insignificanti.
(Fabrizio Caramagna)

L’aumento delle fonti da cui attingere richiede anche un aumento di competenze e preparazione del giornalista. Che invece, spesso e volentieri rinuncia a investigare per attingere all’unica fonte da cui attingono tutti gli altri.
(Fabrizio Caramagna)

I giornali buttano fuoco sulle notizie e dopo qualche giorno le abbandonano. Nascono come fuochisti, finiscono come becchini.
(Fabrizio Caramagna)

Tra tutti i personaggi della storia Gesù di Nazaret è quello che ha avuto il miglior ufficio stampa.
(Fabrizio Caramagna)

Alcuni giornalisti, più che informazione, fanno provocazione.
(Fabrizio Caramagna)

“E adesso parliamo…”. Dà le vertigini la scaletta dei telegiornali che, dopo la notizia di una catastrofe lontana e poi di un omicidio in famiglia, scende bruscamente di uno scalino e parla della medaglia d’oro per gli azzurri nei campionati di ciclismo su pista.
(Fabrizio Caramagna)

In un’epoca piena di grandi eventi, solo i giornali riescono a scovare eventi insignificanti.
(Fabrizio Caramagna)

Fra quello che il giornalista non può dire, quello che non vuole dire e quello che non gli fanno dire, la verità non se la passa bene.
(Fabrizio Caramagna)

Il giornalismo ha molti problemi e uno è che quello che si scrive (o che viene copiato e incollato) non si può leggere.
Come può essere definito “passionale” un delitto? Passione è l’opposto di delitto.
(Fabrizio Caramagna)

Le recensioni dei critici letterari non sono false: sono farse.
(Fabrizio Caramagna)

La scrittura giornalistica è il camuffamento perfetto dei generi letterari: cronache sportive piene di figure poetiche, poesie discorsive che argomentano l’attualità con tesi filosofiche e drammi politici in forma di romanzo. Peccato che di letteratura ce ne sia rimasta ben poca.
(Fabrizio Caramagna)

Si preferisce Fabio Volo a Marcel Proust e l’ora del giornale al calendario della storia.
E’ l’epoca dell’effimero e dell’usa e getta.
(Fabrizio Caramagna)

I quotidiani e le riviste sono le truppe leggere della cultura. I libri sono la fanteria e i mezzi corazzati.
(Fabrizio Caramagna)

E’ arrivata una farfalla ad annunciare la primavera, due bambini hanno sorriso e nell’aria sono state notate tracce di azzurro più intenso. Qualcosa di importante oggi è accaduto ma non lo sapremo mai dai giornali.
(Fabrizio Caramagna)

Gli avvenimenti storici che nessun giornale racconterà mai: al tramonto il balzo del gatto sull’albero dove ha visto qualcosa tremare.
(Fabrizio Caramagna)

“Un giornale o un periodico specializzato nella profondità, nella meraviglia e nella speranza, non ha nessuna speranza di essere letto ?”
No, nessuna. C’è già la poesia, e nessuna la legge”.
(Fabrizio Caramagna)

Lo scrittore non scrive quello che vede, come il giornalista, ma quello che il lettore vedrà.
(Fabrizio Caramagna)

Quante cose non raccontano i libri di storia e neppure i giornali. Aprire gli album di famiglia serve a scoprire le cose di tanti anni fa che non sapevamo.
(Fabrizio Caramagna)

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