La prima domenica di maggio si celebra la Giornata Mondiale della Risata (World Laughter Day). La giornata è stata istituita nel 1998 da Madan Kataria, fondatore del Movimento internazionale dello Yoga della risata.
Frasi e aforismi sul ridere e le risate, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforisi sul sorriso, Frasi e aforismi sulla felicità e Frasi e aforismi sulla serenità.
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Frasi e aforismi sul ridere e le risate
Ridere è il terzo verbo più importante dopo vivere e amare.
(Fabrizio Caramagna)
Giudico sempre le persone dalle cose per cui ridono, dai viaggi che fanno e dai libri che leggono.
(Fabrizio Caramagna)
Osa come un fiore che sboccia,
comprendi smisuratamente i vari azzurri del cielo,
apri il milionesimo enigma e sorprenditi,
scopri quanta luce c’è nel ridere.
(Fabrizio Caramagna)
Se ci puoi ridere sopra, già voli.
(Fabrizio Caramagna)
Non puoi nascondere chi sei davvero, quando ridi di cuore: non c’è posa, non c’è maschera che tenga, in quel momento.
(Fabrizio Caramagna)
La tua risata è un aquilone al vento sul precipizio della mia meraviglia.
(Fabrizio Caramagna)
Non mi sono innamorata di lui perché mi faceva ridere, tutti i miei amici ne sono capaci. Mi sono innamorata di lui perché era l’unico che quando mi faceva ridere mi spogliava di tutte le paure.
(Fabrizio Caramagna)
E’ vero, conosci qualcuno che ti fa sanguinare più del dovuto, ma c’è anche qualcuno che che ti fa ridere dove sanguini. Ed è magia.
(Fabrizio Caramagna)
La tua risata, come il suono di uno scontro di stelle, come il fruscio di una scolaresca di bambini all’uscita di scuola.
(Fabrizio Caramagna)
Quel giorno lei rise di gusto e le sue risate si diffusero nell’aria.
Pensai alle farfalle.
Sarebbero state così colorate se, da qualche parte, non ci fosse stato qualcuno che rideva?
(Fabrizio Caramagna)
Gli occhi più belli sono quelli che, prima di perdersi in un abbraccio, sanno ridere con gusto.
(Fabrizio Caramagna)
Chi ti ama conosce le pagine dei libri che hai sottolineato, il tuo modo di ridere di nascosto, le canzoni che vorresti ballare lentamente sotto la pioggia
(Fabrizio Caramagna)
Vieni, andiamo a ridere insieme, a sfogliare le pagine del cielo e a regalarci qualcosa di molto privato come un “mi sei mancato”.
(Fabrizio Caramagna)
È bello sentirti ridere. Sulle mie labbra.
(Fabrizio Caramagna)
Quei momenti da vino rosso, tempo che rallenta, parole improbabili, occhi tanti e poi ridere.
(Fabrizio Caramagna)
Farla ridere, accendere la sua voce, sfidare la sua incoerenza e invadere le sue fantasie, questi e altri segni che sei sulla strada giusta.
(Fabrizio Caramagna)
Le risate, quelle vere. Partono dagli occhi, passano per la bocca, vibrano lungo tutta la schiena, fino alle lacrime.
(Fabrizio Caramagna)
Ci piaceva ridere. Ci faceva gli occhi belli e l’anima allegra. E i corpi, in silenzio, pregustavano l’attesa di unirsi.
(Fabrizio Caramagna)
Dovrebbe essere considerato un peccato lasciare una ragazza la cui risata ha il suono di una galassia lontana.
(Fabrizio Caramagna)
Ogni volta che ti vedo ridere è come se fossi di fronte al mare.
(Fabrizio Caramagna)
E’ al fondo dei tuoi occhi,
alla svolta di ogni tua risata,
all’angolo di una tua parola,
che io ritrovo la strada.
(Fabrizio Caramagna)
Ti va un caffè, due sogni e qualche risata da prenderci insieme?
(Fabrizio Caramagna)
Lei gemeva in francese, sospirava in spagnolo, sbadigliava in inglese, sussurrava in tedesco e rideva nel linguaggio delle stelle.
(Fabrizio Caramagna)
Il silenzio più bello è quando ridiamo con gli occhi.
(Fabrizio Caramagna)
Quanto arriva il messaggio che aspettavi, poi ti tocca spiegare pure allo specchio che cosa è quella risata sotto i baffi.
(Fabrizio Caramagna)
Prendere un Se, aggiungere un Forse e mescolare con una manciata di Perché no.
Poi sorridere forte e iniziare la giornata.
(Fabrizio Caramagna)
Destino avverso, immobilità, paure.
Oggi dovrò farti ridere di nuovo e a lungo, ché dobbiamo vincere noi.
(Fabrizio Caramagna)
Provate a ridere senza un perché almeno dieci volte al giorno come fanno gli alberi (perché gli alberi ridono) e poi ne riparliamo.
(Fabrizio Caramagna)
Oggi sono un coniglio bianco, disteso sotto un albero, a contare i quadrifogli e a ridere di voi che non credete alle favole.
(Fabrizio Caramagna)
Tanta luce, mare, capelli spettinati, notti lunghissime, molte risate. Così immagino i miei ricordi più belli.
(Fabrizio Caramagna)
E’ bello ridere. E’ come allungare una mano invisibile e rimescolare le stelle del cielo, e sentire il suono dell’universo che ride insieme a noi.
(Fabrizio Caramagna)
Ciò che mi piace di te è il gioco dell’ombra e della luce sui tuoi capelli, l’armonia di leggerezze e parole profonde, la tua risata che vibra nell’aria in modo unico e inimitabile.
(Fabrizio Caramagna)
Due persone che ridono di se stesse hanno più probabilità di intendersi di due persone che parlano la stessa lingua.
(Fabrizio Caramagna)
Il vecchio rideva come un bambino. Il suo modo di ridere era fresco e giovane come l’acqua che esce da una fontana. La fontana può essere vecchia e rovinata, ma l’acqua che esce da essa è sempre chiara e luminosa.
(Fabrizio Caramagna)
Ho la passione per i poeti francesi, per il mare in tempesta, per le risate dei bambini, per la puntina che graffia un disco, per le cose vere.
(Fabrizio Caramagna)
I bambini disegnano fate e mondi incantati con i gesti e gli sguardi. Sono ponti di risate che si spalancano al sole.
(Fabrizio Caramagna)
Non conosco la ricetta della felicità, ma so che non può essere senza risate, cioccolato, fragole, indulgenza verso se stessi, mare, un po’ di incanto, molto senso dell’umorismo e molto di te.
(Fabrizio Caramagna)
Oggi dal cilindro del mondo è uscito un asso di vento, un re di aquiloni, un fante di sguardi di giacinti, un dieci di risate di bambini, un sette di bellezza.
(Fabrizio Caramagna)
La bambina si nascose dietro un albero inseguita dalle proprie risate.
Il signor Tempo si era fermato prima e la guardava da lontano, come chi non avesse più la forza di correrle dietro.
(Fabrizio Caramagna)
Mi piace chi conserva una risata infantile anche se ha un esercito di pensieri schierati nella testa.
(Fabrizio Caramagna)
La sincerità è il sorriso di un bambino, la risata dopo un solletico, un prato di primavera, una torta fatta in casa, una mano in cui senti il giusto incastro
(Fabrizio Caramagna)
Era sera, tu avevi due occhi color meraviglia, un sacco di paure ma anche la curiosità degli inizi. C’era un vento a tenerci stretti, una luce strana a farci sorridere.
(Fabrizio Caramagna)
L’amore è la voglia di dita tra i capelli, temporali estivi, parole colorate, rispetto e dedizione, sguardi dritti verso l’orizzonte, anime avvinghiate e una sera che ha il suono di mille risate.
(Fabrizio Caramagna)
Chissà che faccia fanno le tue abitudini quando le agguanto per i fianchi e le capovolgo e loro non se lo aspettavano e poi le risate.
(Fabrizio Caramagna)
Se mi interessa ciò che dici, se trovo seducente ciò che pensi, se mi attrae il tuo modo di ridere o di camminare sotto il cielo blu, stai sicura che non mi dimenticherò di te. Magari, a causa delle circostanze della vita sarò lontano dai tuoi occhi e non ti scriverò, ma – quando sarà il momento giusto – verrò a prenderti.
(Fabrizio Caramagna)
Il mal di sorridere si cura con un cielo blu e un maglione che ti copre i brividi.
(Fabrizio Caramagna)
Hai presente quando sei afferrato dalla gioia, e tu sei certo che non è lì la gioia, perché hai avuto troppe ferite e delusioni, eppure stai ridendo e ridere ti sembra la cosa più facile del mondo.
(Fabrizio Caramagna)
Oggi è uno di quei giorni che vorrei prenderlo per mano e farci quattro risate.
E poi finire nei tuoi occhi, mentre mi esplodono addosso.
(Fabrizio Caramagna)
Di solito a non ridere mai è l’uomo ridicolo.
(Fabrizio Caramagna)
Chi non sa ridere di se stesso, si sta perdendo un grande spettacolo.
(Fabrizio Caramagna)
L’umorismo e l’ironia “ridono di”. Il sarcasmo “ride contro”.
(Fabrizio Caramagna)
L’umorismo è il sorriso che fa una piroetta imprevista e sconvolge le leggi della morale e della logica.
(Fabrizio Caramagna)
A volte penso che quelle cose superficiali e quelle sciocchezze che ci fanno ridere abbiano poco o niente a che fare con la stupidità.
(Fabrizio Caramagna)
Impara a ridere di te, di tutto: della risata resterà un sorriso che si è messo ogni problema alle spalle.
(Fabrizio Caramagna)
Chissà come si chiama quel genere di sentimento in cui ti sembra di poter morire di risate per qualcosa che ti ha sempre fatto morire di disgusto.
(Fabrizio Caramagna)
Non solo, a differenza della gran parte degli animali, gli esseri umani sanno ridere e piangere. Ma sanno anche piangere di gioia e ridere per il disgusto.
(Fabrizio Caramagna)
Non l’età anagrafica determina i tuoi anni.
Per lo più contano
quanti colori ha la tua anima.
Quanto sai ridere.
Quanto ti indigni ancora.
Come ti emozioni davanti a un papavero.
(Fabrizio Caramagna)
Le risate improvvise di due innamorati nel buio della notte. Le parole senza senso e le frasi strampalate che solo loro capiscono. I gesti delle mani, sempre in quel punto, ad accogliere, a proteggere.
Forse è di tutto questo che sarà fatta la loro nostalgia.
(Fabrizio Caramagna)
D’estate le risate arrivano dagli angoli più remoti della notte, e il cuore ti duole, perché un tempo c’eri anche tu in quelle risate.
(Fabrizio Caramagna)
Si dice che di giorno gli extraterresti catturino le risate dei bambini e di notte le liberino nell’universo. Perché, tra tutte quelle galassie lassù, nessun abitante ha mai sentito le risate dei bambini.
(Fabrizo Caramagna)
Dopo una giornata passata a guardarci ridere di gusto (perché, a volte, anche noi adulti ridiamo come i bambini) gli angeli si addomentano con la guancia premuta contro la parete del nostro cuore.
Sentono di aver compiuto il loro dovere quando noi ridiamo come bambini.
(Fabrizio Caramagna)