Frasi e aforismi sull’antico e l’antichità, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sul moderno e la modernità, Frasi e aforismi sulla storia, Frasi e aforismi sul tempo, Frasi e aforismi sul museo e Frasi e aforismi sull’epoca.
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Frasi e aforismi sull’antico e l’antichità
Ho bisogno di cose antiche.
Scrivimi una lettera su un foglio di carta,
chiamami da una cabina telefonica,
citofonami sotto casa e sali da me ad ascoltare un disco di vinile,
dimmi “io per te ci sono”,
e quando avrò bisogno di te ci sarai veramente.
(Fabrizio Caramagna)
Vieni che ti faccio vedere come si crea una tempesta passando la mano sopra antiche fotografie impolverate.
(Fabrizio Caramagna)
La fierezza di un antico campanile. Nelle prime ore del pomeriggio, è l’unico che osa sfidare la luce del sole.
(Fabrizio Caramagna)
Degli antichi castelli mi incuriosisce la vita che hanno visto passare e che in parte trattengono ancora.
Chissà quanti sogni sono rimasti sulle torri.
(Fabrizio Caramagna)
Il fascino irresistibile dei termini arcaici. Di tutto ciò che è antico e tuttavia pieno di sfumature intense.
(Fabrizio Caramagna)
Esce da certe case l’odore d’un gusto antico e mi vien da farne gomitoli di ricordi e tuffarmi dentro e non pensare più all’oggi.
(Fabrizio Caramagna)
Oggi sono pieno di ricordi che camminano sul bordo di antiche canzoni.
(Fabrizio Caramagna)
Conosco una ragazza il cui nome ha il suono della pioggia
su un’antica scalinata.
(Fabrizio Caramagna)
Ogni tuo sorriso è la nota d’una melodia antica. Dimenticata. O forse mai veramente conosciuta. Non smettere. Ho bisogno d’imparare a suonarla.
(Fabrizio Caramagna)
Le dita veloci sui tasti meccanici della macchina da scrivere: ecco, proprio quel rumore. O quello della puntina quando l’appoggi sul microsolco ed aspetti i primi giri del vinile. O quello della mano che infila il gettone nella cabina telefonica. Sono rumori antichi, che abbiamo perduto.
(Fabrizio Caramagna)
Tra le cose antiche.
I due fogli protocollo (per la bella e per la brutta) che compravamo la mattina prima del compito in classe.
(Fabrizio Caramagna)
I negozietti di una volta, dove ti davano il resto in gettoni del telefono.
(Fabrizio Caramagna)
L’antiquariato è prendersi cura del tempo, della bellezza, della rarità.
(Fabrizio Caramagna)
Nel negozio di un antiquario c’è sempre una botola segreta in cui si entra per fare un viaggio in epoche passate.
(Fabrizio Caramagna)
– Che segno sei?
– Sono un antiquario ascendente bilancia dell’ottocento.
(Fabrizio Caramagna)
La gente ama l’antiquariato, l’arte antica, il vintage i ma lascia i vecchi soli.
(Fabrizio Caramagna)
Una volta non c’erano i social. E quando eri triste e malinconico, ti sedevi vicino al juke-box e mettevi dieci volte di seguito la stessa canzone.
(Fabrizio Caramagna)
Il silenzio durante il periodo di riavvolgimento della musicassetta. Era un silenzio diverso da tutti gli altri silenzi.
(Fabrizio Caramagna)
Oggi penso in vhs, accarezzo la gomma pane e gioco a Pac man.
(Fabrizio Caramagna)
Era così all’antica che non riusciva a convincersi che la tastiera di un telefono fosse una macchina da scrivere.
(Fabrizio Caramagna)
Ti ricordi quando eravamo solo dei “ciao” colorati nelle cartoline che i nostri genitori spedivano dalle vacanze ai parenti?
(Fabrizio Caramagna)
Quante cose non raccontano i libri di storia e neppure i giornali. Aprire gli album di famiglia serve a scoprire le cose antiche di tanti anni fa.
(Fabrizio Caramagna)
La scuola e le sue cose antiche. Il grande rettangolo di ardesia della lavagna, il banco che aveva ancora il buco per il calamaio. Le sedie di legno piene di schegge. La bottiglia di latte in vetro per la colazione all’intervallo.
(Fabrizio Caramagna)
Ci sono persone che commetterebbero delle vere follie per degli orologi di lusso, dei jukebox vintage, dei tappeti persiani o per l’autografo di un attore o di un calciatore. Io invece non so resistere alle parole antiche.
(Fabrizio Caramagna)
È vero quel che vai dicendo di me:
che da troppo tempo abito sulla luna
parlando con gente matta
di antichi castelli e cose perdute.
(Fabrizio Caramagna)
Gli ulivi hanno forza, dignità, luce.
Mi ricordano una stretta di mano antica.
(Fabrizio Caramagna)
Il cielo è la più antica tipografia del mondo che stampa quotidianamente pagine e pagine di nuvole.
(Fabrizio Caramagna)
Il ghiacciaio è un testo sacro che ha assorbito tutta la luce dei secoli. Chi lo legge sa che si trova davanti a uno dei testi più antichi del mondo. Lì dentro ci sono segni di migliaia e migliaia di anni fa. Sono conservati persino il primo vento e la prima goccia d’acqua.
(Fabrizio Caramagna)
Il sorriso. Forse la più antica vibrazione, quando nel buio primordiale, per traboccante felicità qualcuno creò l’universo.
(Fabrizio Caramagna)
Non sappiamo nulla dei popoli dell’antichità in cui le donne ossessionate dalla pulizia non lasciarono nulla agli archeologi del futuro.
(Fabrizio Caramagna)
Il matrimonio è un’istituzione che fu istituita nel 1215 e che ha più di otto secoli di antichità.
Ovviamente, in quel periodo, l’aspettativa di vita era di 40 anni.
(Fabrizio Caramagna)
Sono passati migliaia di anni, ma il silenzio di oggi conserva la stessa forma del silenzio dell’antichità.
(Fabrizio Caramagna)
Acquedotti dell’antichità appoggiati a terra e che stanno li da 2000 anni.
Ponti in cemento moderni che si sgretolano dopo 50 anni.
(Fabrizio Caramagna)
Il vantaggio che ha su di noi l’antichità è che i libri antichi sono moderni, mentre la maggior parte dei nostri libri moderni non saranno mai antichi.
(Fabrizio Caramagna)
In Italia nel 2010 sono stati pubblicati 80.000 libri con poche citazioni memorabili, mentre nell’antichità venivano scritti pochi libri ogni anno con un’enorme quantità di citazioni.
(Fabrizio Caramagna)
Una pagina antica di papiro, completamente bianca, senza scritta alcuna. La vita mancata delle parole che mai trovarono una mano pronta per portarle sulla superficie.
(Fabrizio Caramagna)
Nella scienza leggi i libri più recenti. In letteratura, i più antichi.
(Fabrizio Caramagna)
Seppellitemi in un campo di proverbi antichi.
(Fabrizio Caramagna)
Vorrei che le mie ceneri fossero sparse in un’antica libreria, con stanze nascoste, pavimenti a doppio fondo e un accesso segreto su un bosco magico.
(Fabrizio Caramagna)