Frasi e aforismi sul museo

Il 21 maggio si celebra la Giornata Internazionale dei Musei (International Museum Day), istituita per la prima volta nel 1977 dall’International Council of Museums (ICOM).

Frasi e aforismi sul museo, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sull’arte, Frasi e aforismi sulla pittura e Frasi e aforismi sulla statua e il monumento.

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Frasi e aforismi sul museo

In questo mondo ce n’è per tutti i gusti: ad alcuni piace Tik Tok, ad altri il Louvre.
(Fabrizio Caramagna)

Quando si esce da un museo, è come essere tornati da un viaggio di migliaia di anni, durato poche ore.
(Fabrizio Caramagna)

Un museo non sostituisce un libro, né una lezione in classe né una conferenza né un paesaggio però può cambiare l’attitudine del cittadino rispetto a tutto questo.
(Fabrizio Caramagna)

In un museo non c’è sensazione migliore di quando ti strappano il biglietto e oltrepassi la porta perchè è lì che inizi a realizzare.
(Fabrizio Caramagna)

Un “pezzo” in un museo è un oggetto reale imparentato con due concetti: bellezza e intelligenza.
(Fabrizio Caramagna)

E’ un buon museo se hai più domande quando esci che quando entri.
(Fabrizio Caramagna)

Bisogna sempre entrare in un museo con un quotidiano sotto il braccio per non perdersi nel passato.
(Fabrizio Caramagna)

Si può smettere di acquistare una marca di automobili per il fatto di averne acquistata un’altra, però nessuno può smettere di visitare un museo per il fatto di averne visitato un altro.
(Fabrizio Caramagna)

Seduto al centro di una stanza con tutto Van Gogh intorno. Poi non chiedetemi perché sono felice.
(Fabrizio Caramagna)

Mi piacerebbe portarti al museo e baciarti in un quadro di Matisse.
(Fabrizio Caramagna)

Mi immagino un topolino che la sera, usciti tutti dal museo, va a guardarsi un po’ in pace la Gioconda di Leonardo senza sentire i commenti di nessuno.
(Fabrizio Caramagna)

Nei musei le persone bisbigliano perché hanno paura che i colori si sveglino e cambino forma nel quadro.
(Fabrizio Caramagna)

Trascorrere una notte al Louvre. Poter visitare le sale deserte, in assoluto silenzio. Guardare se la Gioconda e gli altri quadri dormono.
(Fabrizio Caramagna)

In un museo puoi trovare i colori mistici e disperati di Van Gogh, la realtà surreale di Magritte, la spiritualità di Kandisky, la spettacolare quotidianità di Warhol, le visioni oniriche di Dalì, il gusto dissacrante di Duchamp.
(Fabrizio Caramagna)

Per ogni secolo della storia dovrebbe esserci un museo della speranze infrante e delle utopie distrutte.
(Fabrizio Caramagna)

Siamo tutti abituati a vedere la Gioconda dal davanti. Pochi hanno la capacità di guardare il mondo da un’altra prospettiva e di cercare d vedere anche la schiena della Gioconda.
(Fabrizio Caramagna)

Domanda per la Gioconda.
“Quanti volti hai visto guardarti? E quale sorriso ti ha colpito di più?”
(Fabrizio Caramagna)

Lei era in un quadro di Tamara De Lempicka, lui in uno di Van Gogh.
Erano in due musei diversi. Chissà se poi si sono incontrati.
(Fabrizio Caramagna)

Al Louvre la Nike di Samotracia aveva anche le ali mutilate, ma un angelo generoso le prestò le sue.
(Fabrizio Caramagna)

Tu che mi baci in un’epoca mai vista.
Questo momento si meriterebbe, almeno, un museo.
(Fabrizio Caramagna)

L’uomo che apre tutte le porte al tuo passaggio, che siano quelle del ristorante o del Louvre.
E poi si ferma per baciarti, che gli altri aspettino.
(Fabrizio Caramagna)

Avviso nelle sale del museo della curiosità: “proibito non toccare”.
(Fabrizio Caramagna)

Inquinamento da museo. La guida logorroica inquina con i suoi commenti un pregevole quadro dell’impressionismo francese.
(Fabrizio Caramagna)

Le figure del quadro si sono stufate di tanti commenti pettegoli, di tanti sguardi indiscreti, e se ne sono andate mentre le contemplavano.
(Fabrizio Caramagna)

Il turista chiese informazioni sulla Venere del Nilo al Museo Egizio del Cairo e una guida gli rispose: – Penso che lei sia un po’ confuso, forse sta cercando la Venere di Milo.
(Fabrizio Caramagna)

La cosa più bella di alcuni musei non sono le opere che espongono, ma il loro allestimento.
(Fabrizio Caramagna)

Dopo aver creato uno spazio interattivo, con la partecipazione dei visitatori, il direttore del Museo della Tortura finì in carcere per eccesso di realismo.
(Fabrizio Caramagna)

Ogni dipinto ha una cornice. Ogni cornice la sua parete. Ogni parete il suo museo. Ogni museo la sua città. Ogni città una ragazza dai capelli rossi e dagli occhi verdi, che incanta chiunque, persino Dio.
(Fabrizio Caramagna)

Anno 2200 DC. Il museo aveva un’unica sala e in quella sala c’era l’ultimo filo d’erba rimasto al mondo. I visitatori lo osservavano con stupore e pensavano a quanto dovesse essere verde il mondo centinaia di anni prima.
(Fabrizio Caramagna)

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