Frasi e aforismi sulla critica letteraria

Frasi e aforismi sulla critica letteraria, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sull’editoria, Frasi e aforismi sulla scrittura e lo scrivere, Frasi e aforismi sulla poesia e Frasi e aforismi sul libro e la lettura.

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Frasi e aforismi sulla critica letteraria

L’uomo delle caverne guardò i disegni sul muro della caverna. Furioso, uccise il pittore. Fu così che nacque il primo critico.
(Fabrizio Caramagna)

La critica ha la licenza di benedire o maledire, a torto o ha ragione. Padrone delle sue adulazioni e dei suoi disprezzi, mette l’autore su un trono o lo butta giù. E’ la rivincita dell’impotente.
(Fabrizio Caramagna)

Ci sono libri e film inutili che servono solo a misurare l’inutilità di chi li consiglia.
(Fabrizio Caramagna)

Aggettivi ormai svalutati a furia di essere usati da un critico letterario per descrivere ciò che un autore ha scritto: scrittura potente, necessaria, coraggiosa, essenziale.
(Fabrizio Caramagna)

Molti libri avrebbero bisogno di un giudice severo e obiettivo e invece incontrano un avvocato difensore che ne canta le lodi negli inserti culturali.
(Fabrizio Caramagna)

Una recensione onesta suonerebbe così: “Questo libro non è male, ma ci sono così tante cose da leggere prima e la vita è così breve che preferisco non consigliarlo”.
(Fabrizio Caramagna)

Ci vorrebbe un critico che scriva 50 sfumature di disgusto per ognuna delle 50 sfumature di grigio dell’omonimo libro. Totale 2500 sfumature di disgusto.
(Fabrizio Caramagna)

Le recensioni dei critici letterari non sono false: sono farse.
(Fabrizio Caramagna)

Certe recensioni sono solo un respiratore artificiale che cerca di rianimare un libro agonizzante.
(Fabrizio Caramagna)

Talune interpretazioni di certe poesie rivelano quel che un autore avrebbe detto se lo avesse pensato.
(Fabrizio Caramagna)

Il critico letterario si sente un Dio onnipotente. Anche se un libro è brutto e pieno di difetti, può, con un artificio retorico, capovolgere il brutto in bello, i difetti in valore e qualità. E dunque dire che è un bel libro. I librai, che ormai non leggono più, gli andranno dietro e prenoteranno decine di copie di quel brutto libro, mettendolo addirittura in vetrina.
(Fabrizio Caramagna)

Il critico odierno legge i libri su istigazione degli autori stessi o degli uffici stampa o della moda o della fama. E’ un miracolo se un critico fa quello che dovrebbe fare: scoprire – dopo innumerevoli studi e ricerche – gli autori che hanno talento.
(Fabrizio Caramagna)

Una volta il critico letterario era il giudice di linea severo che sbandierava il fuorigioco per le opere non all’altezza. Adesso invece è lo sbandieratore che fa volare in cielo tutto ciò che legge (basta che siano libri dei suoi amici).
(Fabrizio Caramagna)

Costruito male il guscio della sua opera, tutta la sua energia la dedicò alla bava con cui adulare il critico.
(Fabrizio Caramagna)

La critica letteraria una volta era un’arte drammatica. Adesso è solo una farsa o un ramo della pubblicità.
(Fabrizio Caramagna)

Le recensioni dei giornali ascoltano solo l’avvocato difensore del libro, ignorano l’accusa e lasciano da parte la giuria dei lettori.
(Fabrizio Caramagna)

Ci sono libri – quasi sempre invenduti e ignorati – il cui scopo principale è evidenziare la mediocrità di molti lettori e la stupidità di molti critici.
(Fabrizio Caramagna)

Era un testo illeggibile. Le pagine altrettanto illeggibili della critica hanno completato l’opera.
(Fabrizio Caramagna)

I critici letterari. A parole dicono di apprezzare i grandi uomini del passato, nei fatti venerano i mediocri del presente.
(Fabrizio Caramagna)

Nelle recensioni dei critici letterari sono tutti “un genio incompreso, protagonista silenzioso e appartato della vita culturale italiana”.
(Fabrizio Caramagna)

Ci sono autori che loro malgrado sono rimasti ai margini della letteratura e altri che hanno voluto starci. Ma per gli editori e i critici letterari non cambia nulla, non se ne occupano.
(Fabrizio Caramagna)

Il peccato del critico contemporaneo è la sua autocelebrazione attraverso il libro altrui.
(Fabrizio Caramagna)

Quanti critici credono di scrivere sopra un libro e invece scrivono sotto una raccomandazione.
(Fabrizio Caramagna)

Quanti libri vengono rifiutati dal critico perché ritenuti mediocri. Ma attenzione ai quei libri che vengono rifiutati dal critico perché costui non è degno di leggerli.
(Fabrizio Caramagna)

Recensioni letterarie: chi la fa, l’aspetta.
(Fabrizio Caramagna)

“Io scrivo bene di te e tu scrivi bene di me”. Non ci crederete, ma nelle recensioni alla fine funziona così.
(Fabrizio Caramagna)

Ci sono recensori contro corrente e recensori conto corrente…
(Fabrizio Caramagna)

Come avviene già sui social, certe recensioni letterarie sulle pagine degli inserti di cultura dovrebbero apparire con la dicitura “sponsorizzata”
(Fabrizio Caramagna)

Caro critico, mettiti in posa, ok, adesso fammi una faccia da onestà intellettuale.
(Fabrizio Caramagna)

Basta poco per comprare uno scrittore: la vittoria in un premio, una recensione sui giornali che contano, la concessione di un piccolo posto nella casta della cultura (magari come curatore di una antologia o di un festival).
In cambio lo scrittore dovrà accettare di non criticare il sistema e di aiutare i suoi colleghi con scambi di favori, passaparola orchestrati, lodi ossequiose, e così via.
In tutto questo dove è finita la letteratura? Non c’è più. C’è solo una casta che si autoalimenta.
(Fabrizio Caramagna)

Vent’anni fa c’erano scrittori lodati e riveriti da tutti e ora – morti e senza l’appoggio dei critici, degli amichetti e dei salottini letterati – sono completamente dimenticati.
La mafia letteraria funziona in vita, ma per l’aldilà si deve ancora attrezzare.
(Fabrizio Caramagna)

Se quell’autore non fosse così occupato a tenere i contatti con i critici letterari, forse potrebbe stare più in contatto con la sua ispirazione.
(Fabrizio Caramagna)

Le recensioni dei critici compiacenti sono la moneta falsa con cui lo scrittore compra i suoi lettori.
(Fabrizio Caramagna)

Oggi, se uno scrittore è davvero solo – se non ha fatto rete con altri scrittori, critici, giornalisti, intellettuali, editori – anche i suoi libro lo saranno.
(Fabrizio Caramagna)

Alla fine vedendo queste piccole e grandi stelle della scrittura mi sento davvero una spanna sopra: sopra le false relazioni fatte di amichetti e salottini letterari, sopra le false recensioni dei critici, sopra i falsi applausi, sopra ogni facile scrittura di cui non rimarrà più niente tra vent’anni.
(Fabrizio Caramagna)

Questa frase mi piaceva decisamente, al punto tale che avrei vissuto tutta la mia vita lì dentro. Tutto era senza contraddizioni e al tempo stesso armonioso e sorprendente, originale ma semplice, acuto ma leggero. Come mi sentivo bene dentro la costruzione di quelle parole, dentro il tessuto della trama. Ma poi arrivò il critico a bocciarmela!
(Fabrizio Caramagna)

Il più acuto dei critici letterari non vede a occhio nudo gli scrittori del suo tempo.
Usa sempre delle lenti che rimpiccioliscono o ingrandiscono troppo.
(Fabrizio Caramagna)

L’unico complimento che soddisferebbe pienamente uno scrittore sarebbe: “E’ il più grande scrittore vivente”. Tutto il resto svelerebbe solo una certa dose di meschinità e incomprensione da parte della critica.
(Fabrizio Caramagna)

Un critico ha meno paura di essere il solo a criticare che il solo a lodare.
(Fabrizio Caramagna)

– Nei vostri libri siete zuccheroso.
– Devo dire che non siete il primo analfabeta che mi dice questo.
(Fabrizio Caramagna)

Critici letterari che fanno dei bei pezzi su libri mediocri e pezzi mediocri su libri molto belli.
(Fabrizio Caramagna)

Una buona critica è il riconoscimento delle ferite che l’opera ha lasciato nel lettore.
(Fabrizio Caramagna)

Lo scrittore attendeva con ansia la mia opinione sul suo manoscritto. Glielo restituì con un sorriso rassicurante: “Il manoscritto è buono, ma il mio consiglio è questo. Cancellate ogni parola e sostituitela con un’altra e l’effetto sarà ancora migliore”.
(Fabrizio Caramagna)

La posterità, avendo selezionato solo i buoni scrittori, non ci ha mostrato quali forme di mediocrità letteraria imperversavano in passato.
Dobbiamo pertanto contentarci della mediocrità contemporanea, che comunque è davvero vasta per chi voglia studiarla da vicino.
(Fabrizio Caramagna)

Prefazione a un libro di cattiva poesia: l’esagerazione in poche pagine.
(Fabrizio Caramagna)

Le migliori prefazioni sono quelle che dicono più del libro e ci tolgono il peso di leggerlo.
(Fabrizio Caramagna)

“Carino” e “Interessante”: due aggettivi che, impiegati nelle recensioni, sanno di stroncatura.
(Fabrizio Caramagna)

Certi libri sono solo una pozzanghera di inchiostro che si allarga e tutte quelle parole diventano buone solo per la carta assorbente.
(Fabrizio Caramagna)

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