Frasi e aforismi sul cuoco e lo chef

Frasi e aforismi sul cuoco e lo chef, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sulla cucina e il cucinare, Frasi e aforismi sul cibo e il mangiare, Frasi e aforismi sul ristorante e Frasi e aforismi sulla tavola.

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Frasi e aforismi sul cuoco e lo chef

Nell’arte di cucinare, la mano, la testa, la cottura e gli ingredienti devono andare insieme, danzando allo stesso ritmo.
(Fabrizio Caramagna)

Un cuoco ci consente di trovare un nuovo sapore e di perdere noi stessi in quel sapore.
(Fabrizio Caramagna)

Un buon cuoco e un buon piatto permettono di fuggire dalla realtà concreta di tutti i giorni per rifugiarsi nell’estasi del gusto.
(Fabrizio Caramagna)

Il cuoco libera la ricetta dall’obbligo di essere uguale a se stessa. Le dà una nuova vita.
(Fabrizio Caramagna)

Un cuoco non può sottostare alla monotonia della cottura, alla schiavitù delle pentole, alla tirannia delle ricetta. Un cuoco deve sapere aggiungere l’impronta di se stesso a qualcosa che esiste già.
(Fabrizio Caramagna)

Il cuoco. Con una mano calcola e conta gli ingredienti in modo preciso. Con l’altra gli aggiunge il soffio dell’imprevedibile.
(Fabrizio Caramagna)

Il tocco supremo del cuoco è sapere quando fermarsi. Il vero cuoco non aggiunge ma toglie ingredienti inutili.
(Fabrizio Caramagna)

I piatti non sono fatti per sbalordire. Sono fatti per persuadere l’occhio, per convincere il palato, per entrare in noi attraverso le papille del gusto.
(Fabrizio Caramagna)

Un cuoco mediocre non porta niente di nuovo. Inventa soltanto ciò che serve. Un cuoco bravo scopre ciò che non serve. E lo rende necessario.
(Fabrizio Caramagna)

Un buon piatto è quello che ti lascia entrare da tanti sapori diversi e uscire con tante prospettive diverse.
(Fabrizio Caramagna)

Un bravo cuoco non è solo un artista, ma anche uno sportivo. Deve riuscire a prevedere e rimediare a certi imprevisti con decisioni prese in decimi di secondo.
(Fabrizio Caramagna)

Ho pensato che un pomodoro deve sentirsi felice nelle mani di un bravo cuoco.
(Fabrizio Caramagna)

Come uno scultore con il marmo, come un pittore con i colori, un cuoco è tale perché ha un rapporto diretto con le materie prime: le cerca, le tocca, le sente, le lavora personalmente.
(Fabrizio Caramagna)

Un cuoco è un alchimista che lavora con le molecole dei suoi ingredienti.
(Fabrizio Caramagna)

Il cameriere deve saper tenere in equilibrio i piatti. Il cuoco i sapori.
(Fabrizio Caramagna)

Nella vita, come in cucina, il problema non sono gli ingredienti ma le dosi.
(Fabrizio Caramagna)

Un artista può impiegare anni a creare la sua opera. Un cuoco invece deve sempre essere puntuale. Il cliente non può aspettare.
(Fabrizio Caramagna)

Gli chef stellati possono colorare una maionese di blu perché sanno meglio di chiunque altro che è gialla. Quelli che non sono chef stellati devono preparare una maionese come realmente è, cioè gialla, o altrimenti la gente penserebbe che sono degli incapaci.
(Fabrizio Caramagna)

Nella cucina di uno chef stellato c’è sempre un piatto che sconvolge e un piatto che rassicura.
(Fabrizio Caramagna)

Tra tutti gli artisti il cuoco è quello che ama parlare di più della propria opera. A volte anche troppo.
(Fabrizio Caramagna)

Oscar Wilde scriveva che “Rivelare l’arte e nascondere l’artista è il fine dell’arte”.
Ma nella cucina contemporanea il cuoco rivela a tal punto se stesso che finisce per nascondere e distogliere l’attenzione sul valore dei suoi piatti.
(Fabrizio Caramagna)

Ci sono anche cuochi d’artificio, che preparano piatti pirotecnici e sorprendenti.
(Fabrizio Caramagna)

Un cuoco deve assaggiare, uno scrittore deve rileggere.
(Fabrizio Caramagna)

Dosi, misure, ingredienti hanno trasformato la cucina.
La ricetta della nonna è stata combinata e ricombinata migliaia di volte
e la fame cieca ha ceduto il posto alla poesia molecolare del cibo.
Di fronte a un piatto imbandito il cuoco è un sacerdote
che celebra una cerimonia solenne
e guai chiamare il Tozzo di pane con il nome di Tozzo di pane.
(Fabrizio Caramagna)

C’è sempre un gran trambusto, lassù, nelle cucine del paradiso. Accontentare tutti quelli che vogliono risotto con grattugiata di tartufo bianco e barolo d’annata è impossibile.
(Fabrizio Caramagna)

“Ho tutto sotto contorno” disse il cuoco.
(Fabrizio Caramagna)

Dissero le uova
“A noi uova in cucina piace essere intuite, indovinate e a volte persino inventate… E ci fa impazzire scoprire che il cuoco – quando ci toglie il guscio o ci frusta nella maionese – vede in noi cose che nemmeno noi sappiamo”.
(Fabrizio Caramagna)

I figli dei medici, dei notai e dei farmacisti, che spesso ereditano le attività di famiglia. Saranno tutti dotati? Passano geni, talenti e ambizioni? Possibile che nessuno voglia fare il marinaio o il cuoco?
(Fabrizio Caramagna)

L’Italia dove gli influencer scrivono libri, gli attori vanno in tv a fare i cuochi, gli architetti fanno gli stagisti e quasi tutti sono poeti.
(Fabrizio Caramagna)

Gli uomini vedono le donne come: regine, principesse, muse, cuoche, colf, mamme, mogli, amanti, mistress… solo come donne no, deve essere troppo difficile per loro.
(Fabrizio Caramagna)

I no vax dovrebbero fare i cuochi perché sono bravissimi a rivoltare le frittate.
(Fabrizio Caramagna)

La diplomazia è fatta di cuochi che maneggiano gli ingredienti del dialogo, del ricatto, della persuasione, del silenzio, dell’intrigo, della rinuncia e della minaccia, cospargendovi sopra l’olio del tatto e del garbo.
(Fabrizio Caramagna)

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