Frasi e aforismi sul visitare

Frasi e aforismi sul visitare e la visita, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sul viaggio e il viaggiare, Frasi e aforismi sul luogo, Frasi e aforismi sul museo e Frasi e aforismi sulla vista e il vedere.

 

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Frasi e aforismi sul visitare

Alcuni luoghi sono un’enigma, altri una spiegazione.
(Fabrizio Caramagna)

Io sono i luoghi che ho visitato, la musica che ascolto, i libri che amo, le persone che frequento, i sogni che ho fatto, le paure che ho avuto.
(Fabrizio Caramagna)

Certi luoghi svelano incanti, da caderci dentro.
(Fabrizio Caramagna)

Rileggere un libro che ci piace, tornare in un luogo che non vedevamo da tempo, riascoltare una vecchia canzone, sono modi per accarezzare la memoria.
(Fabrizio Caramagna)

Ragazze con occhi da apocalisse e capelli rossi che mi portano a visitare la loro galassia.
(Fabrizio Caramagna)

Non si torna mai sano e salvo dalle città invisibili che si visitano in un’altra pelle.
(Fabrizio Caramagna)

Tu sei tutti quei luoghi che uno non avrebbe mai immaginato di visitare, e che quando lo fa, decide di restare per sempre.
(Fabrizio Caramagna)

Vorrei visitare quella canzone per vedere se siamo ancora dentro.
(Fabrizio Caramagna)

All’ingresso di un museo di arte contemporanea è scritto: “Qui custodiamo gli sguardi stupiti dei visitatori”.
(Fabrizio Caramagna)

Le cattedrali vanno visitate con una comitiva. Se lo fai da solo, rischi di avere una crisi mistica all’ombra delle sue colonne.
(Fabrizio Caramagna)

Si può smettere di acquistare una marca di automobili per il fatto di averne acquistata un’altra, però nessuno può smettere di visitare un museo per il fatto di averne visitato un altro.
(Fabrizio Caramagna)

Trascorrere una notte al Louvre. Poter visitare le sale deserte, in assoluto silenzio. Guardare se la Gioconda e gli altri quadri dormono.
(Fabrizio Caramagna)

Giorni in cui la vita sembra lentissima mentre l’anima, passando da un libro all’altro, ha già visitato 3 secoli e parlato con decine di personaggi
(Fabrizio Caramagna)

Vedi di non visitare mai una città prendendo come guida un amico che abita lì. Lui ti dirà: “Vieni, ti mostro la vera Roma, la vera Londra, la vera Parigi” e di queste città meravigliose tu non vedrai che il parco abbandonato in cui andava sull’altalena, il quartiere periferico della sua infanzia, il bar sordido in cui si è innamorato per la prima volta.
(Fabrizio Caramagna)

Ci sono menti che dovrebbero essere chiuse ermeticamente. Ce ne sono altre che meriterebbero una visita obbligatoria.
(Fabrizio Caramagna)

Penso che ti includerò nella mia lista di posti da visitare senza fretta.
(Fabrizio Caramagna)

Ci si dovrebbe accorgere quando una persona ci pensa.
Dovremmo avere i passi più leggeri, oppure lo sguardo più luminoso, le mani che vibrano, la grazia che visita le parole.
(Fabrizio Caramagna)

Mi piacciono i profumi che hanno una storia da raccontare.
La storia di un corpo, ma anche la storia delle tempeste e dei sogni che hanno visitato quel corpo.
(Fabrizio Caramagna)

Ci sono mani che prima di carezzare vanno a visitare tutti gli angoli dell’anima.
(Fabrizio Caramagna)

Quelle esistenze finte e confezionate che non assomigliano a una vita vera.
Sembrano piu delle mostre a tema, da esibire ai visitatori.
(Fabrizio Caramagna)

Nelle sere di giugno la luce corteggia l’impossibile.
Dovunque guardi si aprono cieli intorno a te.
E tu aspetti che le stelle tornino a visitarti
(Fabrizio Caramagna)

Datti tempo, datti tregua, datti spazio, datti serenità.
Esci dai tuoi conflitti. Vai a visitare il cielo, incontra un albero, innamorati di un filo d’erba.
Non sei solo là fuori, anche se pensi di esserlo.
Crea un nido di luce dentro di te. Sii pronto ad accogliere ciò che il mondo ti darà.
Prima o poi qualcosa arriva.
(Fabrizio Caramagna)

Lasciar andare non è dimenticare, è smettere di visitare le rovine di ciò che fu.
(Fabrizio Caramagna)

Non si perdono le motivazioni; a volte le si lascia dimenticate in luoghi che non si visitano più. In persone che abbiamo smesso di frequentare.
(Fabrizio Caramagna)

Le nostre paure sono l’unica cosa a cui apparteniamo davvero.
Ci accompagnano sempre, da quando ci svegliamo a quando andiamo a dormire.
A volte ci visitano anche nei sogni.
(Fabrizio Caramagna)

Una celebrità sembra fatta di irrealtà. Essa sembra fluttuare nell’aria, come se fosse appena giunta in visita nel mondo e facesse mostra di interessarsi degli usi e dei costumi dei suoi abitanti.
(Fabrizio Caramagna)

La solitudine delle celebrità. Come quei quadri famosi che restano soli, una volta che i visitatori se ne vanno e la luce del museo si spegne.
(Fabrizio Caramagna)

“Al posto tuo” è il luogo più visitato da chi ama dare troppi consigli.
(Fabrizio Caramagna)

A essere sinceri, l’unico che visita il tuo profilo è l’acne.
(Fabrizio Caramagna)

Il prudente mette piede là dove il calcolo ha già fatto visita.
(Fabrizio Caramagna)

Gli insetti visitano le corolle dei fiori cercando l’ingresso per un altro mondo.
(Fabrizio Caramagna)

Durante un temporale, a volte piove furiosamente, il vento si alza, le tende sbattono contro la porta che si apre come se ricevesse la visita di un fantasma.
(Fabrizio Caramagna)

I minuti, i gesti, le sofferenze, le speranze, in quel mondo parallelo che è un ospedale. E la vita che scorre su due binari diversi, quello dei malati e quello dei visitatori.
(Fabrizio Caramagna)

Andare in ospedale a visitare i malati comporta una discesa inesorabile negli inferni degli altri, mentre il nostro dorme, credendosi paradiso.
(Fabrizio Caramagna)

Non c’è bisogno di visitare un manicomio per trovare menti squilibrate; il nostro pianeta è il manicomio dell’universo.
(Fabrizio Caramagna)

I social sono un manicomio dove tutti credono di essere i visitatori e sono invece i pazienti (quanto al personale sanitario non si sa dove sia).
(Fabrizio Caramagna)

Ci sono delle persone di cui possiamo toccare il viso solo sul letto di morte e delle visite che abbiamo il diritto di fare solo al cimitero.
(Fabrizio Caramagna)

Chissà se inventeranno mai l’applicazione “Scopri chi ha visitato la tua bara”.
(Fabrizio Caramagna)

Anno 2200 DC. Il museo aveva un’unica sala e in quella sala c’era l’ultimo filo d’erba rimasto al mondo. I visitatori lo osservavano con stupore e pensavano a quanto dovesse essere verde il mondo centinaia di anni prima.
(Fabrizio Caramagna)

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