Frasi e aforismi sull’odore

Frasi e aforismi sull’odore, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sul profumo, Frasi e aforismi sull’olfatto e l’annusare, Frasi e aforismi sulla pelle e Frasi e aforismi sul sapore.

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Frasi e aforismi sull’odore

L’odore decide tutto, senza stare lì a fare schemi o mettere parentesi.
(Fabrizio Caramagna)

Anche gli odori della pelle hanno un loro tono di voce, impossibile da confondere.
(Fabrizio Caramagna)

Ogni storia d’amore ha il suo sapore e il suo odore.
(Fabrizio Caramagna)

Ci sono odori che senti per la prima volta. Ma ti raccontano di una vita che hai sempre sognato.
(Fabrizio Caramagna)

La chimica è un discorso tra sensazioni, odori e sguardi.
La ragione ne viene esclusa.
(Fabrizio Caramagna)

Ci sono curve di te che conosco a memoria.
Ci sono odori di te che scorrono come fiumi nella mia pelle.
(Fabrizio Caramagna)

Mi piace l’odore del caffè appena tostato, del pane appena sfornato e del tuo corpo appena uscito dalle lenzuola.
(Fabrizio Caramagna)

Quegli odori inebrianti di caffè bollente, di pane appena sfornato, della pagina di un libro nuovo, di lei.
(Fabrizio Caramagna)

Amore è quando il mattino lei se ne va ed io mi metto dalla sua parte del letto a dormire sopra il suo odore.
(Fabrizio Caramagna)

Quel suo odore che penetrava fin dentro le ossa.
Non saprei dire da dove passava. Se dai pori della pelle o da qualche varco invisibile del suo corpo.
Ma non potevo farne a meno.
(Fabrizio Caramagna)

Di quei ti voglio che odorano di te.
(Fabrizio Caramagna)

Odore di sudore, sesso, saliva, lenzuola disordinate. Odore di te e me.
(Fabrizio Caramagna)

Ho il tuo odore nelle mani, nel naso, nella testa. Quando sarai lontana mi basterà inspirare forte per ritrovarti dentro. Intatta.
(Fabrizio Caramagna)

Il suo odore, profuma di guai, di quelli in cui sai che ci finirai comunque dentro.
(Fabrizio Caramagna)

Ho un debole per le ragazze all’odore di frutta, dolcezza, stupore e poesia.
(Fabrizio Caramagna)

La pelle sa tutto. Ricorda mani, odori, superfici e labbra curiose.
(Fabrizio Caramagna)

Mi sono fermato ad annusare un libro e penso che l’odore della felicità gli somigli un po’.
(Fabrizio Caramagna)

L’odore di certe mattine è color “vengo a prenderti e ti porto al mare”.
(Fabrizio Caramagna)

Le passioni e le ossessioni di un individuo sono uniche come il suo odore.
(Fabrizio Caramagna)

Che strano odore. Sa di tutte le vite che non hai mai vissuto.
(Fabrizio Caramagna)

Accadeva che l’odore del vento le restasse addosso. Lei sapeva di cose leggere, di ciclamini, di un luogo futuro al quale tornare.
(Fabrizio Caramagna)

Penso che sai di un odore che mi piacerà per sempre.
(Fabrizio Caramagna)

Ti sento ansimare nel buio e respiro l’odore della luna tra i tuoi capelli.
(Fabrizio Caramagna)

Quando vai via, mi resta sempre un po’ di te nelle mani. La testa e il cuore hanno tante immagini tue, ma nelle mani resta sempre qualcosa di particolare. Odore, vibrazioni, calore. Conservo tutto lì, tra le dita, aspettando di incontrarti di nuovo.
(Fabrizio Caramagna)

La malinconia è percepire l’odore della pioggia, in una giornata di sole.
(Fabrizio Caramagna)

Quel suo odore che penetrava fin dentro le ossa.
Non saprei dire da dove passava. Se dai pori della pelle o da qualche varco invisibile della mia anima.
Ma non potevo farne a meno.
(Fabrizio Caramagna)

Non era un odore qualunque, il suo.
Era, ma questo lo capii nel tempo, una sfida a mutare il mio debole olfatto in una vista acuta che scopriva ogni segreto del suo corpo.
(Fabrizio Caramagna)

Ho bisogno del tuo odore addosso. Della tua pelle incollata alla mia. Di versarti baci e fondere parole. Di sentire che pulsi, che vibri.
(Fabrizio Caramagna)

Arrivano all’improvviso, trasportati da un odore lontano, dal riflesso di un’immagine, da una parola insolita. E bloccano tutte le strade verso il futuro.
Certi ricordi.
(Fabrizio Caramagna)

L’incontro con una donna che non conosci ma che ti piace: un incontrollato guizzo dello sguardo, un odore che taglia corto e sale nella tua mente a invaderti.
(Fabrizio Caramagna)

La vita non è fatta di immagini e messaggi virtuali. E’ fatta di cose che hanno freddo o caldo, che hanno un odore, un sapore, una resistenza al contatto, e soffrono e godono, e ridono e piangono.
(Fabrizio Caramagna)

Mi sono stancato di guardarti in fotografia
e di sentire il fruscio delle notifiche
anziché l’odore del tuo corpo.
E’ ora di vedersi nel reale,
di fare un doppio clic sulla nostra anima.
(Fabrizio Caramagna)

Eravamo più felici quando le case profumavano di maccheroni al forno con la crosta di formaggio, di parmigiana con le melanzane e di maialino arrosto con patate… ora… ora le case profumano di quinoa e di tofu.
Ma che diavolo di odori sono la quinoa e il tofu?
Come possiamo pensare di creare dei ricordi con questi odori?
(Fabrizio Caramagna)

L’odore dell’onestà te la porti addosso, ed è come un accento straniero.
(Fabrizio Caramagna)

Non solo il denaro non ha odore, ma quasi sempre manca di gusto.
(Fabrizio Caramagna)

A volte vorrei raccontare l’odore del bosco. È legno umido, pietra, muschio, qualcosa di smosso nel terreno (forse l’abisso?), un principio di frutta e bacche e foglie, una scia lasciata da fate o principesse e il pelo selvaggio di qualche animale.
(Fabrizio Caramagna)

Colori, odori, cieli, battiti, stupori, sensazioni. Se non sono intensi non mi piacciono.
(Fabrizio Caramagna)

Quanti odori puoi sentire camminando nei vicoli. Il sugo sul fuoco, il bucato appena steso, l’umidità delle cantine, il profumo dei fiori nei vasi, l’incenso di una chiesa vicina.
(Fabrizio Caramagna)

Esce da certe case l’odore d’un gusto antico e mi vien da farne gomitoli di ricordi e tuffarmi dentro e non pensare più all’oggi.
(Fabrizio Caramagna)

Adoro i posti che hanno l’odore della carta,della polvere, del legno e del cuoio. Come certe biblioteche.
(Fabrizio Caramagna)

Quegli armadi con le vecchie lenzuola di lino ricamate e odore di lavanda. Armadi di altri tempi.
(Fabrizio Caramagna)

L’odore di mandarino è inverno sciolto nell’aria.
(Fabrizio Caramagna)

E’ l’odore della candela che fa la differenza in certe sere.
(Fabrizio Caramagna)

L’odore della cera di candela quando la spegni diverso dal profumo di quando ardeva.
(Fabrizio Caramagna)

I gelsomini hanno quell’odore buono che si respira ogni volta che qualcosa rinasce nel tempo.
(Fabrizio Caramagna)

L’odore di gelsomino fa perdere i sensi fino a inventarne di nuovi.
(Fabrizio Caramagna)

Delle ginestre ricordo l’odore, non il classico profumo di fiore, ma odore di sole e di pietra.
(Fabrizio Caramagna)

Odore di caramelle della nonna tra le dita che non se ne è andato mai.
(Fabrizio Caramagna)

L’infanzia è odore di temporale e caramelle
(Fabrizio Caramagna)

Luna Park. Odore di caramelle e zucchero filato. La tua pelle che vibra sulle giostre. E certi sorrisi al sapore di un ti voglio.
(Fabrizio Caramagna)

L’odore di rosmarino e cielo, e altre taciturne forme di intesa con l’estate.
(Fabrizio Caramagna)

Sapori che ricordano odori. Che riportano a luoghi.
La magia di certi piatti.
(Fabrizio Caramagna)

Quando sei a dieta e capti l’odore di sugo che sta preparando la signora del terzo piano del palazzo nel quartiere accanto al tuo.
(Fabrizio Caramagna)

D’inverno nei paesi senti gli odori delle braci nel camino, del fumo, del cibo cucinato. Un profumo che sa di rifugio e di casa.
La città non ha l’odore di niente. Forse di fretta e rabbia.
(Fabrizio Caramagna)

Al mattino il caffè nero odora come il cielo della notte appena macinato.
(Fabrizio Caramagna)

Quel preciso momento in cui l’odore dell’erba tagliata diventa l’odore del fieno fresco, lì si sente la pienezza dell’estate.
(Fabrizio Caramagna)

L’odore di erba tagliata si insinuava come un tenero complimento nel crepuscolo.
(Fabrizio Caramagna)

Il paradiso ha il suo odore, lo stesso che senti quando passi in un campo di lavanda.
(Fabrizio Caramagna)

La campagna sa avere un’odore forte: terra e letame. E dove non è coltivata, le piante selvagge crescono a mucchi: ortiche, tarassaco e rovi. Ma come si gonfia il cuore quando vede questo paesaggio.
(Fabrizio Caramagna)

Il profumo dell’uva nei cestini di paglia. L’odore di mosto dalle cantine scure. Risate e sapori che risvegliano ricordi dell’infanzia.
(Fabrizio Caramagna)

Quel paese. Ricordo ogni vicolo e il suo profumo, il suo odore. Qualche suono e molto silenzio.
(Fabrizio Caramagna)

Ha smesso di piovere. Sale quell’odore dall’asfalto e dai boschi, quell’odore che ti fa venire voglia di ricominciare la vita da capo.
(Fabrizio Caramagna)

L’estuario del fiume: quel momento in cui l’acqua non ha più il suo profumo di erba e di campagna, ma l’odore selvaggio della salsedine e della vita del mare.
(Fabrizio Caramagna)

Settembre. Le labbra perdono l’odore del salato e iniziano ad acquistare quello dolce dell’uva.
(Fabrizio Caramagna)

Le alghe. L’odore che sento non è l’odore del mare, è l’odore delle interiorità del mare, e io vengo da lì dentro.
(Fabrizio Caramagna)

L’odore pungente dell’approvazione come bisogno primordiale.
(Fabrizio Caramagna)

Chissà come sarebbe, se la gentilezza rimanesse sospesa in aria come un odore.
(Fabrizio Caramagna)

Le cose dimenticate hanno un odore tutto particolare. Molto diverso da quelle rotte.
Hanno l’odore della polvere e della ruggine.
(Fabrizio Caramagna)

Persone che hanno l’odore della zavorra.
(Fabrizio Caramagna)

Odore di castagne e d’autunno.
Di foglie che cadono e di finisci i compiti. Di arcobaleni nell’asfalto e di cassetti pieni di sogni.
(Fabrizio Caramagna)

Sere che per tornare indietro
(a cercare le cose perdute)
ci vorrebbe di nuovo un prodigio.
Come quando mio nonno mi raccontava l’odore della neve e il cielo sorrideva felice.
(Fabrizio Caramagna)

Nel cuore dell’inverno restiamo a tu per tu con l’essenza intima del mondo. Poche le distrazioni, assenti i colori, elusivi gli odori, troviamo solo geometrie essenziali e il silenzio nella sua forma più raffinata.
(Fabrizio Caramagna)

Vieni con me? Andiamo a dare uno spazio, una materia, un colore e un odore ai nostri sogni?
(Fabrizio Caramagna)

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