Frasi e aforismi sull’accoglienza

Frasi e aforismi sull’accoglienza, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sull’ospitalità e l’ospite, Frasi e aforismi sull’altruismo e il volontariato, Frasi e aforismi sui profghi e i migranti e Frasi e aforismi sull’aiuto e l’aiutare.

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Frasi e aforismi sull’accoglienza

Dovremmo riempire il cuore di gentilezza, la bocca di educazione, le mani di accoglienza e la testa di buoni libri.
Forse solo così potremmo tornare a essere umani.
(Fabrizio Caramagna)

La bellezza è nella genetica.
Ma anche nell’accogliere, comprendere, prendersi cura, rispettare l’altro. È così che si diventa belli.
(Fabrizio Caramagna)

L’accoglienza e la solidarietà è farsi dono per gli altri.
(Fabrizio Caramagna)

Quando perderai il timore di perdere per trovare finalmente la gioia di accogliere?
(Fabrizio Caramagna)

Il vuoto che c’è dentro un vaso lo rende utile. Ad accogliere. Anche noi a volte dovremmo farci vuoti. Senza più pretese e illusioni. Pronti solo ad accogliere, come un vaso.
(Fabrizio Caramagna)

L’accoglienza à è una attenzione per la condizione umana. Nessuno può essere condannato alla solitudine e all’abbandono.
(Fabrizio Caramagna)

Dalle subito tutta la tua vulnerabilità e guarda cosa ne fa. Se l’accoglie oppure la giudica, se la trasforma in luce oppure la calpesta.
Questo ti mostrerà tutto ciò che devi sapere.
(Fabrizio Caramagna)

Devo capire di quanti spigoli sei fatta.
Poi ti scelgo comunque.
Perché sono pieno di angoli per accoglierti.
(Fabrizio Caramagna)

Il profugo. Frammentato. Sfigurato. Alienato. Respinto. Allontanato. Emarginato. Spossato. Vinto.
Ma poi finalmente accolto.
(Fabrizio Caramagna)

La parola “benvenuto” è diventata più piccola che mai. Guarda la u come si è stretta, guarda la t come non abbraccia più, guarda la e come sorride poco. Stiamo perdendo il senso dell’accoglienza.
(Fabrizio Caramagna)

A volte non capisco.
Lanciano appassionati appelli sull’accoglienza, sull’ospitalità, ma poi non ti salutano per strada, non ringraziano, non ti guardano negli occhi.
Come se l’attenzione verso l’altro non cominciasse dal molto piccolo, dal molto vicino.
(Fabrizio Caramagna)

Alcune parole sono state scritte nel mondo con inchiostro simpatico. Se le cerchi non le trovi più: come accoglienza o empatia.
(Fabrizio Caramagna)

Si è sempre pronti a tutto tranne per la cosa fondamentale: accogliere l’altro.
(Fabrizio Caramagna)

Accogliere l’altro presuppone avere molto spazio nel cuore per accogliere anche le sue debolezze e fragilità.
(Fabrizio Caramagna)

Se i verbi fossero maschili o femminili come i sostantivi, accogliere sarebbe un verbo femminile: le donne sono più pronte ad accogliere più degli uomini.
(Fabrizio Caramagna)

Dei colori mi piace che hanno destino e carattere presi singolarmente, che sono forti nella loro individualità, ma sanno anche mescolarsi, accogliere il diverso, ricombinarsi.
(Fabrizio Caramagna)

Datti tempo, datti tregua, datti spazio, datti serenità.
Esci dai tuoi conflitti. Vai a visitare il cielo, incontra un albero, innamorati di un filo d’erba.
Non sei solo là fuori, anche se pensi di esserlo.
Crea un nido di luce dentro di te. Sii pronto ad accogliere ciò che il mondo ti darà.
Prima o poi qualcosa arriva.
(Fabrizio Caramagna)

Un amore accogliente, disinteressato, generoso, a volte silenzioso, a volte coraggioso. Sempre smisurato.
Questo è l’amore dei genitori verso un figlio.
(Fabrizio Caramagna)

Ti svuoti per anni di ogni energia per accogliere un figlio, per crescerlo. Alla fine quel vuoto è il pieno più grande che tu possa avere.
(Fabrizio Caramagna)

Un insegnante, prima ancora che esperto della sua materia, deve essere testimone di umanità. Deve costruire ponti e non muri. Deve ascoltare, accogliere, provare a capire ogni studente, anche i casi più difficili. Soprattutto i casi più difficili. Perché è su questi casi che si misura il valore di una scuola.
(Fabrizio Caramagna)

Ci son immagini cosi forti e così tragiche che ti pare di sentirne il rumore.
E vorresti che gli occhi si facessero lampi per rispondere
e le mani rifugi per accogliere.
(Fabrizio Caramagna)

Guardo quel bambino che migra e fugge dal suo paese e lo sento così simile a me.
Anche lui alza la testa alle nuvole quando spera,
anche lui l’abbassa in terra quando è triste,
anche lui si comprime il cranio tra due piccoli pugni di pietra
quando non capisce.
Anche lui guarda i fiori della primavera in estasi e sorride.
Perché non dovrei accoglierlo?
(Fabrizio Caramagna)

“Qual è il contrario di fanatismo?”
“Gentilezza, empatia, sensibilità, onestà, tolleranza, giustizia, accoglienza, rispetto, pace”.
(Fabrizio Caramagna)

La carità è aprire la porta di casa e accogliere il povero. La pietà è chiudere il denaro in una busta e spedirla.
(Fabrizio Caramagna)

La carità, più che nel dare, consiste nell’accogliere. E’ molto più difficile aprire il proprio cuore che il portafoglio.
(Fabrizio Caramagna)

L’azzurro è il più aperto dei colori. Non fa che accogliere.
(Fabrizio Caramagna)

Seminate astri, dalie, anemoni, petunie, begonie, viole. Preparate il vostro cuore ad accogliere la serenità dei fiori.
(Fabrizio Caramagna)

Quelle strade intime e accoglienti che riempiono gli occhi di emozioni.
(Fabrizio Caramagna)

La sua bellezza l’aveva sempre portata in tasca, riservata e mai ostentata.
La sua intelligenza l’aveva nutrita in dialoghi e letture.
La sua sensibilità l’aveva curata come un fiore, facendola germogliare nell’atto di accogliere e ascoltare.
Chi le si avvicinava, scopriva subito tutto questo.
E restava incantato.
(Fabrizio Caramagna)

La domenica è sempre disposta a levarsi tardi,
a raccogliere il sole sulla finestra,
a chiudere una porta verso il passato e le preoccupazioni.
(Fabrizio Caramagna)

Le finestre aperte d’estate sanno di condivisione. Di accoglienza. Di curiosità. Il mondo non è più estraneo ed entra dentro con tutto il suo fiato. E le tende sventolano di leggerezza e felicità.
(Fabrizio Caramagna)

Alcuni di noi trovano impossibile lasciarsi andare, e non so se questo sia una maledizione o una benedizione.
Eppure oggi ho guardato gli alberi. Avevano i rami sbattuti dalla tempesta e le foglie a brandelli, ma di erano di nuovo pronti ad accogliere qualsiasi cosa: la luce del cielo sereno o la pioggia. E sembravano felici.
(Fabrizio Caramagna)

Gesù muore aprendo le braccia. Accoglie ogni cosa, anche l’odio e l’incomprensione degli uomini.
(Fabrizio Caramagna)

Che la pasqua ci insegni a entrare nel fiore della primavera, a rinnovarci, ad accogliere più che giudicare, a covare un uovo di luce dentro la nostra anima.
(Fabrizio Caramagna)

Le emozioni. Sapere esattamente quali trattenere e quali lasciar uscire. Un passo di qua ed è accoglienza da parte degli altri, un passo di là ed è giudizio e rifiuto.
(Fabrizio Caramagna)

Solo pochi sentono respirare l’anima delle case. I loro invisibili profumi, i sorrisi quando arriva la luce del mattino, le loro rughe più o meno nascoste, la diffidenza o la curiosità con cui accolgono un nuovo mobile.
(Fabrizio Caramagna)

Io non ho il cane che mi accoglie a casa. Ho il prosecco che mi fa le feste, e più o meno è lo stesso.
(Fabrizio Caramagna)

Anoressico non è soltanto chi rifiuta il cibo, ma chi non accoglie l’amore e le attenzioni degli altri. In questo caso vale il termine di amoressico.
(Fabrizio Caramagna)

Scrivere aforismi è più mettere le parole alla porta che accoglierle.
(Fabrizio Caramagna)

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