Frasi e aforismi sull’autore

Frasi e aforismi sull’autore, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sullo scrivere e la scrittura, Frasi e aforismi sul libro e la lettura, Frasi e aforismi sull’editore e l’editoria e Frasi e aforismi sulla letteratura.

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Frasi e aforismi sull’autore

Nella lettura il libro si rompe in due – una metà appartiene ancora all’autore, l’altra metà appartiene al lettore.
(Fabrizio Caramagna)

“Shakesperiano, dantesco, leopardiano”. Quando un autore si converte in sostantivo non si può più dubitare della sua grandezza.
(Fabrizio Caramagna)

Oggi ci sono più abbazie che monaci, più teatri che spettatori, più autori di libri che lettori.
(Fabrizio Caramagna)

Il pubblico non aveva niente da dire su quell’autore che tuttavia non aveva mai niente da tacere su se stesso.
(Fabrizio Caramagna)

Dilemma dell’editore. Pubblicare un pessimo libro o perdere l’autore?
(Fabrizio Caramagna)

In un pessimo romanzo poliziesco il colpevole non è mai troppo lontano, è l’autore.
(Fabrizio Caramagna)

Certi romanzi sono così anonimi che ci si chiede perché l’autore abbia voluto mettere il proprio nome in copertina.
(Fabrizio Caramagna)

Una creazione che miri a soddisfare i bisogni dell’ego dell’autore è solo evacuazione.
(Fabrizio Caramagna)

Se quell’autore non fosse così occupato a tenere i contatti con i critici letterari, forse potrebbe stare più in contatto con la sua ispirazione.
(Fabrizio Caramagna)

Il problema degli autori che pubblicano troppo presto, è che li si conosce prima che si siano riconosciuti.
(Fabrizio Caramagna)

Era l’autore di uno dei più bei punti e virgola della letteratura italiana.
(Fabrizio Caramagna)

Un autore generoso lascia qua e là dei lapsus e dei refusi nascosti perché i posteri possano correggerlo e perché i professori universitari ci tengano un corso.
(Fabrizio Caramagna)

Nell’umiliazione e nella frustrazione di un autore sono nate le pagine più belle della letteratura.
(Fabrizio Caramagna)

Se Pol Pot avesse scoperto la cura per il cancro, non la useremmo perché era uno spietato criminale? Ebbene, la stessa cosa succede con l’arte. Anche se alcuni autori erano malvagi e depravati, noi continuiamo ad ammirarne le opere.
(Fabrizio Caramagna)

Infelice è l’autore che si rilegge e trova dei rospi nel dente del suo rastrello.
(Fabrizio Caramagna)

Un’opera senza audacia è l’ammissione da parte dell’autore dei suoi dubbi sull’intelligenza del pubblico.
(Fabrizio Caramagna)

Lo stile, più dei contenuti, racconta minuziosamente il respiro dall’autore, soprattutto quelle velato e latente.
(Fabrizio Caramagna)

Ci sono autori che, con il loro stile antiquato e vecchio, sembrano scrivere più per gli antenati che per i posteri.
(Fabrizio Caramagna)

Una cosa pensa Re Lear e un’altra Shakespeare. È un pregiudizio diffuso credere che l’autore la pensi come i suoi personaggi.
(Fabrizio Caramagna)

Uno scienziato può avere torto senza saperlo. Un autore di fantascienza può avere ragione senza saperlo.
(Fabrizio Caramagna)

Il pubblico è timido, preferisce attendere la morte dell’autore per confessare tutto il bene che pensa di lui.
(Fabrizio Caramagna)

Le parole di un libro sono soggette a subire più interpretazioni di quanto sarebbe stato disposto a concedere un consapevole autore.
(Fabrizio Caramagna)

Le peregrinazioni del lettore nel libro scoprono segreti che l’autore non conosceva.
(Fabrizio Caramagna)

Talune interpretazioni di certe poesie rivelano quel che un autore avrebbe detto se lo avesse pensato.
(Fabrizio Caramagna)

Oggi si legge poco e in modo distratto. Per questo il lettore debole si entusiasma per il primo autore qualunque pensando che sia un genio. Sarebbe bastato leggere Marcel Proust o Gustave Flaubert o Lev Tolstoj per comprenderne la mediocrità. Ma oggi Proust, Flaubert e Tolstoj non sono neanche più in libreria.
(Fabrizio Caramagna)

Di solito è sempre così.
Un autore che piace troppo a poche persone spiace moltissimo a tutte le altre.
(Fabrizio Caramagna)

Il problema dei premi letterari è che non vogliono premiare, ma essere premiati. L’autore premiato serve solo ad aumentare il prestigio di chi lo premia.
(Fabrizio Caramagna)

I circoletti culturali fanno sempre quadrato sui loro autori. Non sono aperti ad altre forme geometriche.
(Fabrizio Caramagna)

Alcuni dicono che sia Shakespeare il più grande autore della letteratura, altri Dante, altri Tolstoj, altri Proust. Per me il più grande autore è l’anonimo che compare sotto molte frasi.
(Fabrizio Caramagna)

L’aforisma non ha bisogno di un personaggio e di una trama. E spesso non ha bisogno di un autore. Infatti va in giro in forma anonima.
(Fabrizio Caramagna)

L’anonimo è l’unico autore che supererà l’oblio.
(Fabrizio Caramagna)

Era così timido che citava solo frasi di autori anonimi.
(Fabrizio Caramagna)

Anche nei cattivi libri di aforismi, e soprattutto nei peggiori, c’è sempre un buon aforisma a cui aggrapparsi per non affogare nella banalità. Da quello dovrebbe ripartire l’autore inesperto per migliorare la sua scrittura. Invece costui preferisce difendere e attaccarsi agli altri aforismi, pietre pesanti e ciottoli spigolosi che lo tirano giù nel vortice della mediocrità.
(Fabrizio Caramagna)

Tradurre ci permette di migliorare impunemente un autore, mentre nella sua lingua non è lecito ritoccarlo, anche se lo merita.
(Fabrizio Caramagna)

Citare, idolatrare, deridere, stigmatizzare, insultare o calpestare un autore. In tutti questi verbi manca sempre quello fondamentale: “leggere”. Tutti commentano senza aver mai letto i suoi libri.
(Fabrizio Caramagna)

A furia di citare gli autori senza leggere i libri, presto Brecht sarà conosciuto soltanto come quello del “ci eravamo seduti dalla parte del torto”.
(Fabrizio Caramagna)

Il critico odierno legge i libri su istigazione degli autori stessi o degli uffici stampa o della moda o della fama. E’ un miracolo se un critico fa quello che dovrebbe fare: scoprire – dopo innumerevoli studi e ricerche – gli autori che hanno talento.
(Fabrizio Caramagna)

Ci sono autori che loro malgrado sono rimasti ai margini della letteratura e altri che hanno voluto starci. Ma per gli editori e i critici letterari non cambia nulla, non se ne occupano.
(Fabrizio Caramagna)

Se il lavoro di gruppo fosse superiore al lavoro individuale, i libri di “autori vari” sarebbero migliori di quelli di Dante o di Shakespeare.
(Fabrizio Caramagna)

La letteratura ha una tale capacità di modificare la realtà che alcuni degli autori più ubriaconi si distinguono per la loro sobrietà stilistica.
(Fabrizio Caramagna)

“Il mio sogno è rapinare una libreria”.
“E rubare centinaia di libri?”
“In realtà pensavo di fare una pira di tutti quegi autori che detesto”.
(Fabrizio Caramagna)

L’autore dei discorsi del leader politico aveva bisogno di molto alcool per calmare lo stress causato dall’accumulo di bugie che scriveva ogni giorno
(Fabrizio Caramagna)

Dato il calo delle vendite dovuto alla longevità del suo autore, l’editore del libro “Memorie postume” assunse dei delinquenti disposti a tutto.
(Fabrizio Caramagna)

Contro la censura gli autori possono in qualche modo farcela (e anzi, a volte ne traggono pure visibilità), ma contro le leggi del mercato (“mi spiace, ma non si vende”) sono del tutto impotenti.
(Fabrizio Caramagna)

Il lupo: “Ciao, Cappuccetto Rosso”.
“Sono Cenerentola”.
Il lupo: “l’autore è distratto e mi ha di nuovo messo nella favola sbagliata!”
(Fabrizio Caramagna)

Vorrei essere un autore di quelli che raccontano le proprie origini, ma la vita degli spermatozoi era molto confusa.
(Fabrizio Caramagna)

Dopo una certa età qualsiasi autore perde la propria creatività e comincia a plagiare se stesso.
(Fabrizio Caramagna)

Citare le frasi di un autore e non soffermarsi neanche un secondo a chiedersi chi è dovrebbe considerarsi omissione di soccorso.
(Fabrizio Caramagna)

Sedotti dallo splendore dei frutti non pensiamo mai a quella zolla di terra umile, oscura, lontana da ogni sguardo, da cui provengono questi frutti. Così, molti di quelli che citano frasi e aforismi non si chiedono mai chi è l’autore che li scrive.
(Fabrizio Caramagna)

Il diavolo dell’editore a pagamento fa uscire l’autore dal suo purgatorio.
(Fabrizio Caramagna)

Una delle cose che non sopporto della promozione di un libro è questa.
Un’opera scritta dall’autore attingendo alla sua melanconia e tristezza intima, deve essere poi promossa facendo leva sul suo ardore e ottimismo.
(Fabrizio Caramagna)

Tutti pensavano che quell’autore fosse morto e quando citavano le sue frasi scrivevano “come disse” “come scrisse”. E nonostante lui avesse un gran da fare nello smentire, mostrandosi sui social, pubblicando libri, dando interviste, ormai il male era irremediabile: ancora in vita era passato alla posterità.
(Fabrizio Caramagna)

Tengo a esprimere tutta la mia gratitudine nei confronti dei gioranalisti, la cui meticolosità e precisione con cui hanno ignorato tutto ciò che ho scritto in questi anni conferiscono alla mia identità di autore una inesistenza che altrimenti non sarebbe mai venuta alla luce in modo così luminoso.
(Fabrizio Caramagna)

Sognare è un paradosso: sei l’autore della trama ma non sai mai come andrà.
(Fabrizio Caramagna)

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