Frasi e aforismi sul rumore, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sul silenzio, Frasi e aforismi sul suono e Frasi e aforismi sulla voce.
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Frasi e aforismi sul rumore
E di sera il silenzio avvolge il mondo a rimarginare le ferite causate dal rumore del giorno.
(Fabrizio Caramagna)
Anche il più indesiderabile dei rumori vorrebbe essere una canzone.
(Fabrizio Caramagna)
Come muta il mondo di sera, quando i rumori affannati del giorno si affievoliscono per lasciare spazio ai suoni più intimi.
Chissà che cosa devono pensare i lupi davanti alle nostre abitazioni illuminate.
(Fabrizio Caramagna)
La purezza del suono all’alba. Quando tutti i rumori dormono e l’aria è un conduttore magico di note e respiri e incanti.
(Fabrizio Caramagna)
Nessun rumore è bello quanto il giro di chiave nella porta di casa, dopo una lunga giornata di lavoro. Neanche il rumore del mare.
(Fabrizio Caramagna)
Anni di punti esclamativi, parole a sproposito, toni esasperati, frasi sopra le righe.
Di silenzio dove non si deve, di rumore dove non si vuole.
(Fabrizio Caramagna)
I rumori sono molesti perché catturano l’attenzione contro la nostra volontà.
(Fabrizio Caramagna)
I rumori sono parole che non stanno nel dizionario.
(Fabrizio Caramagna)
Questa è una società di rumori dal fiato corto.
(Fabrizio Caramagna)
La dolce sinfonia di martelli pneumatici e betoniere.
E tagliasiepi in fa minore
(Fabrizio Caramagna)
Gli ambientalisti quando metteranno nel loro programma il rumore e l’inquinamento acustico? Il rumore è come il fumo di sigaretta cinquant’anni fa: uccideva la gente, e tutti si infastidivano ma nessuno osava lamentarsi.
(Fabrizio Caramagna)
Ogni mattina il santo puliva i suoni dei loro rumori, poi lavava parole, gesti e atti e li appendeva sullo stendibiancheria della bontà perché il vento li facesse risuonare in modo più puro.
(Fabrizio Caramagna)
Tra il rumore e la velocità della vita, una foglia mi chiama per nome e tutto si calma, tutto torna a essere silenzioso e lento.
(Fabrizio Caramagna)
Dopo una giornata in cui sei immerso nel rumore e nel traffico, tornato a casa, ti sorprendi a osservare il silenzio che riempie ogni angolo.
(Fabrizio Caramagna)
Una goccia cade dal cielo allo stesso modo. Ma ascolta quanti rumori diversi fa sull’erba, sul tetto, sull’asfalto, sulle foglie.
(Fabrizio Caramagna)
In un locale pieno di rumore e persone e fumo non riuscire più a parlare. E’ come se la voce fosse un fiore e non le venisse più garantita la giusta temperatura e umidità e luce. Si nasconde dentro gola e se esce fuori comincia a tremare ed appassire, e anche le parole più profonde suonano vuote.
(Fabrizio Caramagna)
C’è un insopportabile frastuono d’immagini che vuole persuaderci ad ammirarle. Infastidita, l’autenticità diserta, giustamente, l’invito: che fare in quello sterile e finto pulsare di linee e di volti.
(Fabrizio Caramagna)
Forse il silenzio è qualcosa che è arrivato da un altro mondo e adesso è qui in esilio, in mezzo al rumore, come un angelo caduto.
(Fabrizio Caramagna)
La purezza fa un lavoro davvero estenuante: assorbe ogni rumore della realtà, e lo restituisce in piccole vibrazioni luminose. Il mondo è pieno di queste esseri armonici che quasi nessuno vede
(Fabrizio Caramagna)
I rumori improvvisi della notte, che si portano dietro certe spaventose e labili ombre.
(Fabrizio Caramagna)
Silenziosa la notte? Può essere, per fortuna ci sono i sogni a fare rumore.
(Fabrizio Caramagna)
Vieni,
Andiamo a fare il rumore di un bacio, mentre la sera sfiora il mondo?
(Fabrizio Caramagna)
C’è un momento in cui dal cuore qualcosa cade. Lo riconosci subito. Non fa nessun rumore, ma il sangue gela e il cielo scappa da un’altra parte.
(Fabrizio Caramagna)
Eppure dovresti ricordarlo lo scorrere sulle ossa di quei “mai più”. E il rumore assordante dei silenzi, a dire “è finita”.
(Fabrizio Caramagna)
Le ciglia non fanno rumore, eppure dicono cose che nessun altra parte del corpo sa dire.
(Fabrizio Caramagna)
Lo senti il rumore degli occhi dentro la luce del tramonto?
(Fabrizio Caramagna)
Nel bosco c’era un silenzio come se nessuno, neanche il vento, avesse fatto rumore, e nessun essere vivente vi fosse mai entrato. Ma in quel silenzio gli alberi si facevano sentire come quando in un gruppo di persone nessuno parla, ma si sentono i pensieri che vibrano forte.
(Fabrizio Caramagna)
Lo senti il rumore del mare,
quella voce riconoscibile che si infrange sulla riva.
Te la spiega in un attimo, la vita.
(Fabrizio Caramagna)
Appena senti un piccolo rumore di felicità, tu alza subito il volume.
(Fabrizio Caramagna)
Il rumore di un frutto che cade da un albero nella luminosità del giorno viene udito da tutti gli insetti vicino che provano una specie di brivido. L’uomo, occupato nelle sue faccende, non si accorge di nulla.
(Fabrizio Caramagna)
La notorietà non è che un po’ di musica dentro tanto rumore.
(Fabrizio Caramagna)
Quel sottofondo costante, quella sensazione che il resto del mondo stia facendo una festa rumorosa dove si dicono cose assurde e idiote, mangiando cibo dozzinale, e tu sei lì fuori che guardi e ti chiedi come facciano.
(Fabrizio Caramagna)
Metto musica di Bach a tutto volume per lottare contro i rumori del vicino, perché se gli metto cattiva musica gli piace pure.
(Fabrizio Caramagna)
In un mondo pieno di frenesia e arrivismo,
sono rimasti in pochi quelli che hanno la voglia di ascoltare il rumore di una piuma che cade.
(Fabrizio Caramagna)
L’offesa è un rumore di fondo per non far parlare gli altri.
(Fabrizio Caramagna)
Le dita veloci sui tasti meccanici della macchina da scrivere: ecco, proprio quel rumore. O quello della puntina quando l’appoggi sul microsolco ed aspetti i primi giri del vinile. O quello della mano che infila il gettone nella cabina telefonica. Sono rumori antichi, che abbiamo perduto.
(Fabrizio Caramagna)
Nel bosco vicino a casa sua i lupi ululavano a tutto volume e non lo facevano dormire. Irritato, prese un martello, salì sul tetto e ruppe la luna.
(Fabrizio Caramagna)
Abituato a dormire tutta la vita con il rumore del traffico, si ritirò in una casetta di campagna a riposare accanto a una cascata.
(Fabrizio Caramagna)
Il rumore che non immagini quando si aprirà il cancello della morte.
(Fabrizio Caramagna)