Frasi e aforismi su Ancona e il Conero

Frasi e aforismi su Ancona e il Conero, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi su Venezia, Frasi e aforismi su Verona e Frasi e aforismi sulla Puglia.

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Frasi e aforismi su Ancona e il Conero

Per la sua forma particolare il visitatore perde l’orientamento ad Ancona. E quando arriva sera si stupisce di vedere un meraviglioso tramonto tuffarsi nelle acque dell’Adriatico, quando invece pensava di trovarselo alle sue spalle, verso le colline interne.
(Fabrizio Caramagna)

Ancora non è una vera città di mare. E’ più una città portuale e il porto sembra quasi fare da barriera tra la città e il mare. Ma se guardi verso l’orizzonte, senti l’aria vicina del Conero.
(Fabrizio Caramagna)

Difficile dire dove sia il centro di Ancona, tanto è strana e variegata la sua forma che si espande in molteplici direzioni. Il Duomo di Ancona, San Ciriaco, è posto alla sua estremità, in cima a un colle, quasi come se fosse isolato dal resto della città.
Scendendo da San Ciriaco si trova il porto, uno dei più grandi di Italia, con i suoi moli e i suoi tipici cantieri marittimi. Il porto è forse una dei pochi spazi ancora regolari e aperti di Ancona, perché poi, inoltrandosi verso l’interno, è tutto un dedalo di strade, tortuose e ripide, tra splendide chiese e palazzi eleganti che portano fino a Piazza del Plebiscito, chiamata comunemente Piazza del Papa.
(Fabrizio Caramagna)

Come sono strane le coordinate di Ancona. Ti allontani dal porto, vai verso l’interno, pensi di trovare le colline e invece scopri la spiaggia del Passetto e le sue caratteristiche grotte scavate nella roccia che gli anconetani abitano d’estate.
(Fabrizio Caramagna)

Il Conero: se guardi verso l’alto assomiglia alle scogliere della Bretagna. Se guardi verso l’orizzonte, sembra il mare smeraldo della Sardegna.
(Fabrizio Caramagna)

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Le mie 4 frasi preferite su Ancona, di autori celebri e famosi

Ancona è lo stupore di scoprirsi semplice e felice.
(Paolo di Paolo)

La città di Ancona è di origine ellenica, e la fondarono i Siracusani che fuggivano la tirannia di Dionigi. Sta sopra un promontorio che volgendosi a settentrione ne forma il porto; ed è molto abbondevole di vino e di frumento.
(Strabone)

Per le strade non si cammina; ci si arrampica. Sono scale di corda e sartiami, sinché, è inutile, vi ritroverete sul piazzale di San Ciriaco come sulla coffa dell’albero più alto.
(Dino Garrone)

Ad Ancona bisogna arrivarci alle tre del pomeriggio, e con il sole. La città sembra allora una zebra; strisce fonde e scure di vicoli si alternano con fasce abbaglianti e trasversali. Un paio di finestre dal riflesso stralucente fanno gli occhi. Poi se passa una nube, la zebra si muta in un cammello inginocchiato, e si aspetta di vederlo alzare da un momento all’altro, col baldacchino di San Ciriaco sulla gobba, il santo che si sporge vestito di rajah.
(Dino Garrone)

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