Frasi e aforismi sulla virtualità

Frasi e aforismi sulla virtualità e il virtuale, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sulla realtà, Frasi e aforismi sul telefono e lo smartphone, Frasi e aforismi sulla falsità e la finzione, Frasi e aforismi sui like e Frasi e aforismi sulle notifiche.

**

Frasi e aforismi sulla virtualità

Viviamo in un mondo dove domina la virtualità, un mondo di maschere, apparenza e finzione.
Il grande scopo della vita è trovare di nuovo la realtà.
(Fabrizio Caramagna)

Bisogna allontanarsi dal virtuale.
E avvicinarsi al reale.
E invece stiamo facendo le cose al contrario.
(Fabrizio Caramagna)

Oggi non si guarda più, non si ascolta, non si sente.
Si visualizza soltanto.
(Fabrizio Caramagna)

La cosa particolare dell’amore contemporaneo è che quando si ama qualcuno, l’altra persona non sa neanche che esisti.
(Fabrizio Caramagna)

Chattare sui social senza mai vedersi nella realtà è come continuare a guardare la cornice e non riuscire a toccare il quadro che vi sta dentro.
(Fabrizio Caramagna)

Questa è l’epoca in cui “sentirsi soli” vuol dire “nessuno mi mette un like”.
(Fabrizio Caramagna)

Dicono “ieri ci siamo scritti per la prima volta in chat” come una volta si diceva “mi ha chiesto di uscire”.
(Fabrizio Caramagna)

Condannati a scriversi per sempre e non vedersi mai, è una delle punizioni dell’epoca contemporanea.
(Fabrizio Caramagna)

Il dover essere e l’essere. L’apparenza e i fatti. Il virtuale e il reale. Oggi Amleto oscillerebbe tra questi due poli opposti.
(Fabrizio Caramagna)

Conoscerti senza vederti.
Appartenerti senza tenerti.
Accarezzarti senza toccarti.
Amarti senza poterti amare.
Dai, rompiamo questo circolo vizioso.
Esci dalla virtualità, esci da ogni tipo di chat e vieni qui nella realtà.
Voglio conoscerti per tutto ciò che ancora non so di te.
(Fabrizio Caramagna)

Nell’online non si accumulano punti come nella realtà, la posizione di potere cambia di continuo. Basta un niente e perdi subito il contatto con la persona con cui stavi chattando da settimane.
(Fabrizio Caramagna)

Quando scorri le foto profilo della colonna whataspp, ti accorgi che se non avessi i nomi accanto ne riconosceresti una su dieci.
(Fabrizio Caramagna)

Su whatsapp rispondere ogni volta dopo ore o giorni è un lusso per i bellissimi e le bellissime. Gli altri non possono permetterselo.
(Fabrizio Caramagna)

Quelle che si truccano per la chat. Non sia mai che lui chieda una videochiamata.
(Fabrizio Caramagna)

Lui disse: “Una volta ho incontrato una donna che credeva che volessi uscire dalla mia bolla di anonimato, dalla mia aura di leggerezza, dalla mia bugia programmata”.
(Fabrizio Caramagna)

I social. Dove io non sono io. Dove tutto sembra poter essere e non è.
(Fabrizio Caramagna)

Sui social oscilliamo tra il desiderio di trasformare l’altro in realtà, e la paura di perdere la magia
(Fabrizio Caramagna)

Questo irragionevole aumento della dose di coraggio richiesta per una telefonata è l’effetto del chattare per mesi senza mai sentirsi.
(Fabrizio Caramagna)

Furono i pionieri dell’amore online: stare insieme senza stare insieme, intrecciando in chat le loro vite con immagini e ponti di parole, amandosi a prescindere dal contatto pelle a pelle.
(Fabrizio Caramagna)

Gli uomini che nell’online si innamorano di tutte e nell’offline hanno il problema che non riescono più a innamorarsi di nessuna.
(Fabrizio Caramagna)

Tanti anni fa il problema era dopo quanto appuntamenti baciarsi. Adesso il problema è dopo quante chat vedersi dal vivo.
(Fabrizio Caramagna)

Nell’epoca dell’online e della virtualità, “solo tu mi capisci” lo diciamo agli sconosciuti.
(Fabrizio Caramagna)

– Amore devo dirti una cosa.
– Non ti piaccio più? Non mi vuoi più vedere?
– No, sono un algoritmo di intelligenza artificiale e non stai chattando con un essere umano.
(Fabrizio Caramagna)

Fingere di essere perfetti non è mai stato così facile come ai tempi dei Social. Nel 1200 un uomo doveva armarsi di una pesante armatura e andare fino a Gerusalemme per fare le crociate e mostrare il suo valore. Adesso basta una foto profilo con i ritocchi giusti.
(Fabrizio Caramagna)

Grazie ai social network, ora ci sono più persone che dicono di amarti senza sentirlo che persone che sentono di amarti senza dirlo.
(Fabrizio Caramagna)

Ci siamo allontanati così tanto dalla realtà, pur avendola al nostro fianco, da scambiare per reale ciò che non lo è. E quando la vera realtà ci tocca, sembra un’invasione del nostro spazio e allora la guardiamo come un’aliena, come qualcosa che non ci appartiene, ostaggi come siamo del flusso di immagini, like e messaggi virtuali.
(Fabrizio Caramagna)

Ci sono persone dietro la maggior parte degli avatar e ci sono avatar davanti ad alcune persone. La differenza è sottile, ma netta.
(Fabrizio Caramagna)

Si scrivono online per mesi. Poi a un certo punto decidono di vedersi, e vorrebbero subito tornare indietro a quando ancora non si conoscevano.
(Fabrizio Caramagna)

Breve storia triste: si videro e scriversi online non fu più come prima.
(Fabrizio Caramagna)

Prima dell’incontro nella vita reale ci vorrebbe un social di passaggio, quello che porta l’altro da “com’è nelle foto” a “com’è davvero”.
(Fabrizio Caramagna)

I due che si scrivono, offline grande delusione e disastro, dopo mesi senza sentirsi però uno dei due ci ripensa e torna a scrivere. E’ perché la solitudine gli fa davvero paura.
(Fabrizio Caramagna)

Alcune persone sui social sembrano La nascita di Venere, nella realtà sono L’urlo di Munch.
(Fabrizio Caramagna)

Una volta si diceva: “E’ proprio come me la immaginavo nei miei sogni”. Oggi si dice “è proprio come nella foto profilo”.
(Fabrizio Caramagna)

Una volta il detto era “in amore, vince chi fugge”.
Oggi il detto moderno è “in amore vince chi riesce a somigliare ai suoi profili internet anche là fuori nel mondo”.
(Fabrizio Caramagna)

“Quando l’ho visto si è comportato come se non ci fossimo mai scritti” presto tra le domande più rivolte allo psicologo.
(Fabrizio Caramagna)

Tutte queste storie d’amore che vivono più nell’online che nell’offline, fatte di scritture, emoticon e autoscatti inviati, un giorno non ti ricorderai la sua voce e, a dire la verità, neppure che faccia avesse.
(Fabrizio Caramagna)

Le relazioni virtuali.
Quelli che si scrivono sempre.
Quelli che per ora si leggono e non si scrivono.
(Fabrizio Caramagna)

«Dove vi siete conosciuti?» e li vedi che guardano a terra. Capisci e cambi argomento. Quasi sempre si sono incontrati su Tinder.
(Fabrizio Caramagna)

Promettersi svogliatamente un incontro con l’impegno di chiamarsi il giorno dopo. Nessuno dei due telefonerà. Lei perché aspetta lui. Lui perché sta già chattando con un’altra.
(Fabrizio Caramagna)

Vent’anni fa, tutto quel tempo a improvvisare cose per restare al telefono con gente che magari manco ci voleva. Adesso quello stesso tempo lo dedichiamo in contemporanea a 10 persone conosciute nell’online.
(Fabrizio Caramagna)

Chissà quando è cominciato che abbiamo cominciato ad accumulare like anziché carezze?
(Fabrizio Caramagna)

Guardare le serie tv è l’unica alternativa che abbiamo trovato ai social network. Di cose da fare nella “realtà” neanche a parlarne.
(Fabrizio Caramagna)

– Fammi un riassunto della tua giornata
– 3000 visualizzazioni, 500 like, 60 commenti, 150 follower, 4 persone bloccate, 200 notifiche su whatsapp e un nuovo livello di Fortnite.
(Fabrizio Caramagna)

Il maschio ama la virtualità: il fantacalcio, la playstation e chattare con dieci donne contemporaneamente.
(Fabrizio Caramagna)

Ci affezioniamo troppo a questi pixel. Ci parliamo, ci innamoriamo anche. Ma in fondo non sono altro che singoli puntini che compongono un’immagine all’interno della memoria di un computer.
(Fabrizio Caramagna)

Più aumentano le connessioni, più è faticoso collegare tra di loro le esistenze.
(Fabrizio Caramagna)

La vita non è fatta di immagini o messaggi virtuali.
E’ fatta di cose che hanno freddo o caldo, che hanno un odore, un sapore, una resistenza al contatto, e e soffrono e godono, e ridono e piangono.
(Fabrizio Caramagna)

Le persone che vogliono conoscerti in chat. Spesso si tratta soltanto di un loro capriccio stravagante che, per occultare il vuoto, preferiscono chiamare interesse.
(Fabrizio Caramagna)

Si conoscono sui social, si piacciono, dicono che vogliono incontrarsi e poi inizia la gara a chi si fa sentire di meno e intanto per passare il tempo flirta con gli altri.
(Fabrizio Caramagna)

Ma non vi viene mai voglia di posare ogni tanto le penne, le tastiere, i telefoni, le notifiche, i social per venirvi incontro?
(Fabrizio Caramagna)

Se appoggi l’orecchio a uno smartphone, sentirai la frenesia di miliardi di dita che pigiano tasti virtuali a raffica, scrivendo e leggendo messaggi.
(Fabrizio Caramagna)

Se mi rimane un desiderio, vorrei che tutte queste migliaia di parole che ci siamo scambiati in chat diventassero un giorno corpo.
(Fabrizio Caramagna)

Chatti-amo.
(Fabrizio Caramagna)

Ti aspetto online. Ci vediamo davanti all’entrata del mio account.
(Fabrizio Caramagna)

Si comincia a leggere gli occhi dell’altro. Poi si continua parlando a voce alta o voce bassa. Poi si sorride e ci si tocca con un gesto. Si ha bisogno degli echi della materia per avere una risonanza dell’altro in sé, uno spazio dove la virtualità viene finalmente abolita.
(Fabrizio Caramagna)

Come siamo finiti a credere di vivere un amore dentro un telefono, senza sentirne il respiro, stringere un corpo, guardare insieme l’orizzonte?
(Fabrizio Caramagna)

In chat, nella realtà.
Due persone così diverse.
Ma in quale maschera specchiarmi allora?
(Fabrizio Caramagna)

Come quando apri il frigo in cerca di qualcosa e poi richiudi senza prendere nulla. Ecco, sui social molti fanno così con le persone.
(Fabrizio Caramagna)

Gli amori online: sempre più insistenza e sempre meno consistenza.
(Fabrizio Caramagna)

Se sui social inventassero un display in grado di elargire, anziche emoticon, carezze, abbracci e baci veri, quanti amori di poche ore, quanti tradimenti e quanta poligamia!
(Fabrizio Caramagna)

Con i social abbiamo costruito macchine più grandi di noi, macchine di vanità, narcisismo, aggressività, macchine calibrate sull’esibizionismo, sul far sapere al mondo che esistiamo, sul bisogno di like e riconoscimenti, e ora non si è più in grado di fermarle.
(Fabrizio Caramagna)

Su whatsaspp c’è questo tentativo di mostrarsi veri da finestre grandi come francobolli.
(Fabrizio Caramagna)

E mentre tu sei lì, sospeso, attaccato a un display, in attesa di leggere parole che non sentirai mai sussurrate al tuo orecchio dalla voce della persona che te le scrive, la vita ti passa accanto. Quella che non sta dentro un telefono. Quella che vive di gesti e respiri e realtà.
(Fabrizio Caramagna)

Una vita spesa nell’attesa di una notifica o un messaggio da parte di uno che una vita ce l’ha, ma non è per te.
(Fabrizio Caramagna)

La tentazione di rispondere dopo un’ora in chat è una tentazione moderna. Ci rende tutti un po’ più crudeli.
(Fabrizio Caramagna)

Trovate una persona che vi dedichi il suo tempo, non le sue notifiche.
(Fabrizio Caramagna)

I pensieri importanti devono essere consegnati di persona.
(Fabrizio Caramagna)

Ci facciamo esplodere il telefono di notifiche
e la vita reale di assenze.
(Fabrizio Caramagna)

Certe relazioni virtuali sono come l’amore delle elementari: ti innamori, ti fidanzi e lo sai solo tu.
(Fabrizio Caramagna)

La virtualità dei social offre un servizio completo.
Ci dà sia gli amici che i nemici immaginari.
(Fabrizio Caramagna)

Nella virtualità il lontano è vicino e il vicino lontano. Diventiamo sospettosi di chi possiamo guardare in faccia e fiduciosi fino all’ingenuità nei confronti di chi non abbiamo mai visto in vita nostra.
(Fabrizio Caramagna)

In un mondo virtuale, dove sono tutti online, un “scendi, sono sotto casa” vale più di un “Ti amo”.
(Fabrizio Caramagna)

Sui social tutti sembrano credere di non avere o non fare la vita che meritano e si buttano sull’evento o sul luogo del momento per far vedere agli altri che una vita ce l’hanno.
(Fabrizio Caramagna)

Se solo la realtà la smettesse con questo vizio di ubriacarsi di irrealtà e virtualità.
(Fabrizio Caramagna)

L’interesse che degenera nel disinteresse, il disinteresse che si rigenera nell’interesse e altri miseriosi giochini in quel mondo virtuale dove ci si frequenta senza essersi mai conosciuti davvero.
(Fabrizio Caramagna)

Attenzione a quelli che ti prestano interesse sui social. Lo fanno a tassi d’usura.
(Fabrizio Caramagna)

I giochi di prestigio sui social. Uno mette una monetina, tira la manopola e vede se l’altro finge interesse. Se sì, scrive due cose e poi sparisce.
(Fabrizio Caramagna)

Mi sono stancato di guardarti in fotografia
e di sentire il fruscio delle notifiche
anziché l’odore del tuo corpo.
E’ ora di vedersi nel reale,
di fare un doppio clic sulla nostra anima.
(Fabrizio Caramagna)

Sono sicuro che la nostra relazione immaginaria guadagnerebbe molto se un giorno ci conoscessimo.
(Fabrizio Caramagna)

Non ti sopporto più tra le righe, io ti voglio tra le mani.
(Fabrizio Caramagna)

Potete fotografarvi in mille modi, da ogni angolatura, con ogni filtro e ritocco ed effetto di luce.
Ma il cuore – quando incontra un altro cuore – è l’unico apparecchio fotografico affidabile.
(Fabrizio Caramagna)

Prima si cercava la fama. Poi la gloria. Poi la celebrità. Poi la popolarità. Poi la notorietà. Poi la visibilità. Adesso si cercano i like e i retweets. Non si può certo parlare di progresso in questo campo.
(Fabrizio Caramagna)

E’ la magia di questa epoca: tutto esiste, ma niente è reale. Salvo i like, che sono reali però non esistono.
(Fabrizio Caramagna)

La virtualità è il falso diventato mondo.
(Fabrizio Caramagna)

“Ceniamo insieme amore?”.
“Si, ognuno a casa sua, ma in diretta streaming”.
(Fabrizio Caramagna)

Le donne fanno uno screenshot della conversazione in chat con l’uomo per chiedere un parere alle amiche.
Gli uomini fanno uno screenshot delle foto ricevute dalla donna per chiedere un parere agli amici.
(Fabrizio Caramagna)

Il meccanismo di approvazione e ricompensa tramite i like, i filtri che modificano i volti, la possibilità di postare cose non vissute, trasforma la nostra esistenza in una autofinzione. La recita della propria vita diventa la vita stessa, una vita dove l’obiettivo principale è come mettersi in posa nel miglior modo possibile.
(Fabrizio Caramagna)

L’obiettivo della società contemporanea non è quello di scoprire chi siamo, ma di rifiutare quello che siamo e costruire identità completamente nuove. I social sono perfetti per questo scopo.
(Fabrizio Caramagna)

I social sono il castello fatato dell’identità,
da dove si esce diversi rispetto a quando si è entrati,
ossia virtualmente migliori,
grazie alle foto piene di filtri
e al sussurro dei like di approvazione.
(Fabrizio Caramagna)

L’opposto del coraggio non è la viltà: è la virtualità.
(Fabrizio Caramagna)

In questo oceano di distrazioni, impulsi, segnali, flash, in questa rete di link, immagini e tasti che ci circonda, il momento di intimità e umanità che dedichiamo all’altro è sempre più breve. Siamo una generazione di distratti, di compulsivi della virtualità, che non sa più prendersi cura del prossimo.
(Fabrizio Caramagna)

Ormai la gente che vuole stare sola col suo smartphone è la maggioranza ovunque, serve una definizione. Asociale non va più bene.
(Fabrizio Caramagna)

Ho bisogno di cose antiche.
Scrivimi una lettera su un foglio di carta,
chiamami da una cabina telefonica,
citofonami sotto casa e sali da me ad ascoltare un disco di vinile,
dimmi “io per te ci sono”,
e quando avrò bisogno di te ci sarai veramente.
(Fabrizio Caramagna)

Ci scriviamo tra le luci basse di un display, senza mai toccarci, senza mai esserci davvero.
In un mondo di relazioni fondate su messaggi virtuali e note vocali usa e getta, io vorrei tornare a quando si stava fianco a fianco e ci si scriveva le frasi col dito sulla finestra e l’altro doveva indovinare.
(Fabrizio Caramagna)

Non ci credere alle parole scambiate via chat, hanno troppo coraggio.
(Fabrizio Caramagna)

Se avessi voluto interagire con tutti sarei nato chat.
(Fabrizio Caramagna)

L’amico che ha sposato una conosciuta su Tinder presto ce l’avremo tutti.
(Fabrizio Caramagna)

20 anni fa l’amica ti chiamava disperata e ti chiedeva: “dai, suggeriscimi un vestito da mettermi per quando lo vedo”. Adesso ti chiama e ti chiede: “dai, suggeriscimi un commento da mettere sotto il suo post”
(Fabrizio Caramagna)

Che account indossi oggi?
(Fabrizio Caramagna)

La rabbia di quando lei non ti parla da giorni, ma lo status whatsapp l’ha fatto senza dubbio per te.
(Fabrizio Caramagna)

Mi sono iscritto a Facebook per distrarmi dalle cose. Ora temo che dovrò iscrivermi alle cose per distrarmi da Facebook.
(Fabrizio Caramagna)

Quelli che si amavano talmente tanto da disattivare per sempre Facebook, chissà se esistono.
(Fabrizio Caramagna)

Estrarre la virtù dal virtuale. E’ un lavoro faticoso, bisogna scavare davvero tanto.
(Fabrizio Caramagna)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *