Frasi e aforismi sulla consolazione e il conforto

Frasi e aforismi sulla consolazione e il conforto, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sull’aiuto e l’aiutare, Frasi e aforismi sull’amicizia e gli amici e Frasi e aforismi sul bisogno.

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Frasi e aforismi sulla consolazione e il conforto

Che ne sai di quelli che avrebbero voglia di una carezza, di una parola di conforto, di quelli che in certi instanti avrebbero bisogno di tutto il bene del mondo, ma stanno zitti, ed è come se non esistessero.
(Fabrizio Caramagna)

Somigli a quel conforto che arriva quando fuori c’è la tempesta.
(Fabrizio Caramagna)

Dopo tanto tempo un sorriso prima o poi emerge sempre, come un pezzo di legno colorato che torna ad affiorare in superficie, non importa quanto sia profondo il buio di ciò che è stato vissuto.
(Fabrizio Caramagna)

Parole che consolano, parole che curano, parole che non vanno mai a capo e restano vicino a te.
(Fabrizio Caramagna)

La pioggia dei lillà in fiore, a ricordare che dal cielo non cadono solo acqua e intemperie, ma anche colori che confortano il cuore.
(Fabrizio Caramagna)

Ascoltare, essere attenti, consolare, perdonare, accompagnare, abbracciare, aiutare sono verbi che a volte dimentichiamo. Bisognerebbe scriverli su una parete accanto alla porta di casa, e leggerli ogni volta che usciamo nel mondo.
(Fabrizio Caramagna)

Sere che portano parole luminose, gesti autentici, mani aperte.
Sere che proteggono e consolano.
(Fabrizio Caramagna)

Consolare è quasi così dolce come essere consolati.
(Fabrizio Caramagna)

Quattro caviglie intrecciate nel letto sono sufficienti a consolare due creature.
(Fabrizio Caramagna)

La consolazione tacita un dolore, togliendogli la forza di aggredire la nostra mente.
(Fabrizio Caramagna)

Si ha un bel dire: non ci si consola con gli alberi e i fiori. Ma basta che una pianta ci faccia una confidenza sul suo destino, e questo ci rende felici tutto il giorno.
(Fabrizio Caramagna)

Una parola di consolazione può avere effetti impensati. Soprattutto se arriva da chi non avresti mai immaginato
(Fabrizio Caramagna)

C’è dell’orgoglio nel volersi inconsolabile.
(Fabrizio Caramagna)

Nelle confidenze con i nostri amici, l’esagerazione di un dolore rende la consolazione più efficace.
(Fabrizio Caramagna)

Il miglior modo per consolare un bambino che piange è non consolarlo, ma fare in modo che rida per qualcos’altro. La stessa cosa fanno a volte i politici con gli adulti.
(Fabrizio Caramagna)

Ci consoliamo di non aver fatto quello che volevamo dicendo che abbiamo voluto quello che abbiamo fatto.
(Fabrizio Caramagna)

Le nostre piccole curiosità soddisfatte sono l’esile consolazione del grande Perché senza risposta.
(Fabrizio Caramagna)

Niente dà più conforto che attribuire tutto l’imperdonabile alla follia.
(Fabrizio Caramagna)

La dignità è il premio di consolazione dei perdenti che avevano ragione.
(Fabrizio Caramagna)

Dopo una perdita,
si rimane sospesi dentro un solo respiro.
Gli attimi interrogati più volte,
e nessuno che dia una parola di conforto,
una spiegazione che faccia capire.
(Fabrizio Caramagna)

Vuoi comprensione, vuoi consolazione o vuoi lucidità?
(Fabrizio Caramagna)

Mi chiedo chi conforta il mare quando è in burrasca
e le sirene cercano un rifugio in qualche faro abbandonato.
(Fabrizio Caramagna)

In una casa ci sono tanti oggetti da consolare: una lampada che ha perso il paralume, una mattonella saltata dal pavimento, una tovaglia sbiadita dal sole.
(Fabrizio Caramagna)

Il tempo ci consola di essere inconsolabili.
(Fabrizio Caramagna)

I pigri si consolano vedendo tante persone operose che fanno cose assolutamente inutili.
(Fabrizio Caramagna)

A un certo punto, t’accorgi che la malinconia ha deciso di stringere un’insolita amicizia con la tua esistenza.
Non vuole infastidirti, anzi, sembra sempre ben intenzionata, accompagna ogni tuo passo, come intendesse aiutarti, reggerti, darti conforto.
(Fabrizio Caramagna)

Offro pace all’inquietudine, mi consolo con l’abitudine, riempio gli occhi di cose già viste, ma poi mi annienta la pienezza della mediocrità.
(Fabrizio Caramagna)

La tristezza era così triste nel vedermi che ha fatto una faccia buffa per confortarmi.
(Fabrizio Caramagna)

Inevitabile, come la bugia dell’ultimo minuto che consola il codardo.
(Fabrizio Caramagna)

L’unica consolazione per chi è schiavo del lavoro è avere altri schiavi che lavorano per lui.
(Fabrizio Caramagna)

Lei era ossessionata dall’ordine, dall’abitudine che pone un limite al caso, dal comodo conforto del prestabilito, dai soliti ritmi sonno veglia.
(Fabrizio Caramagna)

Le sottigliezze affaticano, i ragionamenti sfuggono, le banalità piacciono e confortano.
(Fabrizio Caramagna)

Il divano che ha preso la forma del tuo corpo è insieme conforto e prigione.
(Fabrizio Caramagna)

Il dogma di una religione, la disciplina di un partito, la forza di un’abitudine danno ai loro adepti il conforto di non dover cercare e il riposo di aver trovato.
(Fabrizio Caramagna)

Davanti alle cose che non ci piacciono, più che cercare conforto, dobbiamo trovare un significato. E se possibile, rimediare.
(Fabrizio Caramagna)

La calma piena di confortante rassegnazione dell’inevitabile che si compie. Come di fronte a un fiume che scende verso il mare.
(Fabrizio Caramagna)

La lettura, questo viaggio piacevole e confortante tra il cuore, la mente e l’anima.
(Fabrizio Caramagna)

Dopo una lunga malattia, una madre convalescente decide che è necessario piegare perfettamente il lenzuolo.
Con precisione millimetrica.
E all’estremo opposto c’è una figlia impegnata a fare in modo che il tessuto non abbia neanche una piega.
Il quotidiano, quando si riempie di empatia, può essere consolante e luminoso.
(Fabrizio Caramagna)

Inconsolabile, come la prima volta che da bambino capisci il significato della parola Rotto.
(Fabrizio Caramagna)

Quegli oggetti che chiedono di essere consolati: un pentola che ha perso il manico, un cassetto senza pomello, un tappeto sbiadito dalla polvere
(Fabrizio Caramagna)

“Ti passerà, lo so come ti senti a non essere più usato”, disse l’accento sulla sdrucciola, mentre consolava l’accento circonflesso.
(Fabrizio Caramagna)

Ciò che un tempo ci avrebbe resi felici, adesso può al massimo consolarci. Domani, ci riempirà di rimpianti.
(Fabrizio Caramagna)

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