Frasi e aforismi sull’uscita e l’uscire, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sulla strada, Frasi e aforismi sulla porta e Frasi e aforismi sul labirinto.
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Frasi e aforismi sull’uscita e l’uscire
Leggere un libro non è uscire dal mondo, ma entrare nel mondo attraverso un altro ingresso.
(Fabrizio Caramagna)
Oggi dal cilindro del mondo è uscito un asso di vento, un re di aquiloni, un fante di sguardi di giacinti, un dieci di risate di bambini, un sette di bellezza.
(Fabrizio Caramagna)
Nella giovinezza si cerca, invece dell’uscita, l’entrata del labirinto.
(Fabrizio Caramagna)
Ti va se se usciamo io e te questa sera, a prendere un istante e farne una vita?
(Fabrizio Caramagna)
– Diamoci del ‘vuoi’, va bene?
– Sì.
– Vuoi uscire con me, stasera?
(Fabrizio Caramagna)
La vita dovrebbe avere piu svincoli,
piazzole delle meraviglia,
strade della felicità senza uscita,
baci ai caselli
e nessun limite alle possibilità.
(Fabrizio Caramagna)
All’anima non è sufficiente essere se stessa per vivere. Deve uscire fuori, scontrarsi con la fatica, con la bellezza, con la meraviglia.
(Fabrizio Caramagna)
Bisogna scuotere il “non ce la faccio” per lasciare uscire tutto il prodigio del possibile che c’è lì dentro.
(Fabrizio Caramagna)
“Mi carezzi?
“No, ti aiuto a uscire da te stessa per entrare nella mia dolcezza”.
(Fabrizio Caramagna)
(Fabrizio Caramagna)
Ciao. So che la mia prossima ferita porterà il tuo nome. Ma nessuno guarda il mondo come lo guardi tu, nessun cervello ha le tue misure, nessuno ride spensierata come te. Vuoi uscire con me stasera?
(Fabrizio Caramagna)
Migliaia di persone passano attraverso la tua vita: il caso decide chi entra e la tua intelligenza decide chi esce.
(Fabrizio Caramagna)
Diventa irresistibile, se ti fa dimenticare di individuare l’uscita di sicurezza.
(Fabrizio Caramagna)
Dal mare si può solo uscire rinati.
(Fabrizio Caramagna)
Quella felicità che sopraggiunge dopo essere usciti dall’acqua del mare.
Una sospensione del tempo.
Un attimo ingrandito e riscaldato dal sole.
Il moto del cielo che si ferma e l’universo che ci guarda con stupore.
(Fabrizio Caramagna)
Avevi quel modo di aprire le finestre di una persona. E solo tu sapevi come fare. Prima lasciavi uscire tutto il buio. Che se ne andasse, a poco a poco. Poi, soltanto dopo, facevi entrare la luce.
(Fabrizio Caramagna)
Ci sono giornate che hanno l’aria di essere un ponte leggero e altre un tunnel buio e senza uscita.
(Fabrizio Caramagna)
Finché sono aperte le entrate e le uscite una teoria è viva.
(Fabrizio Caramagna)
L’uscita definitiva da una malattia. Quando esci all’aperto e incroci con la sguardo la luce del sole e sorridi.
(Fabrizio Caramagna)
A volte non si riesce mai a uscire del tutto da una storia.
Ci sono amori che durano pochi mesi,
e oblii che richiedono una vita.
(Fabrizio Caramagna)
Ho scoperto che destino, in sanscrito, vuol dire bufera. Credo che non ci sia definizione migliore. Questo stare dentro qualcosa di caotico e travolgente. Questo uscirne fuori pieni di luce o con le ali spezzate. Prima di rientrare di nuovo dentro.
(Fabrizio Caramagna)
Si accettano suggerimenti su come uscirne incolumi da una aspettativa.
(Fabrizio Caramagna)
La mia uscita in caso di emergenza è entrare nel tuo cuore.
(Fabrizio Caramagna)
Neanche ti immagini le volte che ti ho portata a fare le capriole dentro un quadro di Matisse e non ne siamo più usciti fuori.
(Fabrizio Caramagna)
Il cielo, infinito spazio che spinge la mente a uscire da se stessa.
(Fabrizio Caramagna)
Sono appeno uscito da un campo di lavanda e respiro felice. E persino la “messa alla strette” mi guarda con volto disteso.
(Fabrizio Caramagna)
Il lunedì mattina è uno di quei giorni che dovresti uscire con una scorta nutrita di “eh, lo sapevo che capitava a me”.
(Fabrizio Caramagna)
Quelle giornate che è sera e non ti perdoni niente, ma poi decidi di uscire e la leggerezza ti porta a spasso per farti sorridere.
(Fabrizio Caramagna)
Sono sicuro, dentro i no più definitivi vivono dei sì che non sanno come uscire.
(Fabrizio Caramagna)
Un fiore rosso, laggiù nel prato, indica l’uscita verso l’invisibile.
(Fabrizio Caramagna)
I pensieri sono capaci di farci uscire di testa, spararci fino all’estremità dell’universo, spingerci a fare un valzer intorno alla luna in compagnia di un lupo e poi tornano al loro posto, dentro il cervello, come se non fosse successo nulla.
(Fabrizio Caramagna)
– E tu che hai fatto oggi?
– Ho rotto gli orologi, ho cancellato le scadenze e sono scappato dall’uscita secondaria del tempo.
(Fabrizio Caramagna)
Rimandare i pensieri importanti, uscire in un parco e far volare aquiloni a sette code
(Fabrizio Caramagna)
Temperare una matita colorata, disegnare l’uscita in fondo al cielo, cavalcare un unicorno e scappare dalla parte opposta a questo giorno.
(Fabrizio Caramagna)
Il sospiro di sollievo che ti dà il dire: “Usciti appena in tempo”.
(Fabrizio Caramagna)
Ci sono persone che, invece di cercare l’uscita, si innamorano così tanto del labirinto da diventare il Minotauro.
(Fabrizio Caramagna)
L’ansia inventa dei labirinti la cui uscita dà su altri labirinti. In modo incessante.
(Fabrizio Caramagna)
Moltiplichiamo i labirinti, credendo che così sia più facile trovare l’uscita.
(Fabrizio Caramagna)
Il sogno è un labirinto di cui ricordiamo solo il tragitto fatto per uscirne, e non come siamo entrati.
(Fabrizio Caramagna)
“Sto praticando una sessione di coccole con il gatto” vale come scusa per non uscire?
(Fabrizio Caramagna)
Strategia o esibizionismo, c’è chi progetta trionfali uscite di scena, ancor prima di entrare nella scena stessa.
(Fabrizio Caramagna)
Non è solo paura di amare. E’ paura del “davvero”. Di qualcosa che si avvera, che diventa reale e che ci costringe ad uscire dal nostro guscio di finzioni.
(Fabrizio Caramagna)
Ma io mica volevo innamorarmi. Volevo semplicemente uscire con le mani incrociate dietro la schiena e contare le margherite nel prato e chiedere alle stelle cadenti che cosa facessero stasera.
(Fabrizio Caramagna)
Se fossi in un film uscirei ora in giardino e troverei Jessica Chastain, insonne e bellissima nel giardino accanto, a chiedermi di fare colazione insieme.
(Fabrizio Caramagna)
Nell’invisibile sono nascosti sguardi nasi, sorrisi, labbra, volti, linee e movimenti che aspettano solo l’occhio del fotografo per uscire fuori.
(Fabrizio Caramagna)
Le nostre lingue non sono mai uscite tanto come negli ultimi tempi. Adorano esplorare parti nuove del nostro corpo.
(Fabrizio Caramagna)
C’è un proverbio che dice: “Il vento non entra se non vede dove potrà uscire”. Anche la forza calcola gli eventi e si riserva sempre una possibilità di uscita. Altrimenti è solo follia e ossessione.
(Fabrizio Caramagna)
L’Europa è quella cosa che è un disastro se cerchi di uscire, un disastro se stai dentro, e un disastro se resti a metà.
(Fabrizio Caramagna)
Annullamento del debito pubblico, uscita dall’euro e in pensione a 60 anni. Alcuni governi sono bravi a scrivere libri tra l’umorismo e la fantascienza.
(Fabrizio Caramagna)
Tuffarsi, uscirne, tuffarsi, uscirne, tuffarsi, uscirne…
Tuffarsi sempre di meno. Uscirne sempre più.
Così, piano piano, si diventa saggi.
(Fabrizio Caramagna)
Il distacco è la giusta distanza dalle cose, perché bisogna trovare un modo per non uscirne sempre a pezzi.
(Fabrizio Caramagna)
Uscire da un’abitudine, è uno dei possibili modi per riscoprire la libertà.
(Fabrizio Caramagna)
L’unica ricetta per uscire dal deserto: avere il coraggio di affrontare i miraggi.
(Fabrizio Caramagna)
Cari maschi:
prima di uscire con le donne, imparate a uscire dagli schemi.
Le misure, esibitele nell’educazione e nel rispetto.
E contro il muro, sbatteteci solo un glicine.
(Fabrizio Caramagna)
Quando il fidanzato vuole organizzare l’uscita una settimana prima.
Poi sparisce per 6 giorni.
E un’ora prima le scrive “ma usciamo?”
Lì la donna dovrebbe iniziare a capire alcune cose.
(Fabrizio Caramagna)
Uscita a cena: nessuno piace abbastanza a nessuno da dimenticarsi di guardare le notifiche dello smartphone.
(Fabrizio Caramagna)
La vera gattamorta ama l’online, non uscirebbe da quelle chat per niente al mondo, neanche per un invito a cena.
(Fabrizio Caramagna)
Dicono «ieri ci siamo scritti per la prima volta in chat» come una volta si diceva “mi ha chiesto di uscire”.
(Fabrizio Caramagna)
Ti posso offrire spiegazioni su di un abbraccio, teorie su un campo di girasoli in riva al mare e posso darti impensabili e sorprendenti notizie di te. Ti posso far scoprire la mia meraviglia e la mia timidezza, corromperti con i miei racconti sulla galassia NGC 4651, dove un giorno vorrei andare a vivere.
E posso farti vedere quanti colori e quante attese ci sono al centro del mio cuore.
Vuoi uscire con me?
(Fabrizio Caramagna)
Ci sono persone che si annoiano perché non possono uscire ad annoiarsi in compagnia.
(Fabrizio Caramagna)
Quando porti un cane con te a passeggio, non sai se vedi prima il cane o la gioia uscir di casa.
(Fabrizio Caramagna)
Niente, il divano è uscito a farsi una birra, dice che ha bisogno dei suoi spazi.
(Fabrizio Caramagna)
Prima di far uscire i vostri figli, assicuratevi che insieme alle chiavi di casa abbiano preso anche l’educazione.
(Fabrizio Caramagna)
Ascoltare, essere attenti, consolare, ringraziare, perdonare, accompagnare, aiutare sono verbi che a volte dimentichiamo. Bisognerebbe scriverli su una parete accanto alla porta di casa, e leggerli ogni volta che usciamo nel mondo.
(Fabrizio Caramagna)
Appena uscito da una doccia calda non c’è nessuno che non arrivi a sentirsi puro e innocente.
(Fabrizio Caramagna)
Avrei bisogno di uscire dal mondo giusto due ore e urlare al destino che certe trame del suo copione non riesco proprio a capirle.
(Fabrizio Caramagna)
Da una gabbia è ancora più difficile uscire, se la porta è aperta e se si pensa che non ci sia la gabbia.
(Fabrizio Caramagna)
Molti hanno timore di uscire dalla propria gabbia perché sanno che non riusciranno a trovare nascondiglio migliore.
(Fabrizio Caramagna)
I guai, come gli edifici, dovrebbero sempre avere un’uscita di emergenza.
(Fabrizio Caramagna)
Quelli di noi che non possono entrare, considerano osceno il tuo desiderio di trovere una via d’uscita.
(Fabrizio Caramagna)
Come si è disumanizzato l’uomo da quando è uscito dalle caverne.
(Fabrizio Caramagna)
La vendetta è l’unica via di uscita accessibile ai deboli.
(Fabrizio Caramagna)
Broncio si è chiuso con Amarezza nella stanza del mio cervello. E non riesco a farli uscire.
(Fabrizio Caramagna)
La solitudine è quando il compasso vorrebbe uscire dal cerchio che traccia, e non può farlo.
(Fabrizio Caramagna)
La via d’uscita se n’è andata in un’altra galassia.
Ha detto che qui non ci torna più.
(Fabrizio Caramagna)
Che belli quelli che hanno sempre cose intelligenti da dire, sanno tutto di tutto, ci sanno fare.
Io invece prendo la mia vecchia bicicletta e vado a perdermi in una strada senza uscita.
(Fabrizio Caramagna)
L’improvvisazione è capace di aprire strade che sembravano senza uscita.
(Fabrizio Caramagna)
La socialità è un labirinto in cui io entro per cercare subito l’uscita.
(Fabrizio Caramagna)
Lo stolto che non facciamo uscire dalla nostra vita per un sentimento di pietà, ci precede e ci fa uscire dalla sua con un sentimento di odio.
(Fabrizio Caramagna)
Della giornata di oggi salvo le risate di una scolaresca all’uscita di scuola, i colori del cielo che hanno la sfumatura di tanti “potrei”, il respiro leggero della primavera.
(Fabrizio Caramagna)
Nel 2250 gli umani, dopo quasi un secolo, uscirono dai loro bunker sotterranei dove si erano riparati in seguito a una catastrofe nucleare. Un bambino vide una finestra di una vecchia casa. Non l’aveva mai vista prima. Fece scivolare il suo indice sul vetro e si stupì di non vedere cambiare il paesaggio, di non vedere uscire fuori nuove icone e app. Che cosa sorprendente quella finestra…
(Fabrizio Caramagna)
In un mondo futuro si potrà scegliere il sesso in base alle esigenze e al programma del giorno. Unico problema, la sorpresa quotidiana e reciproca del congiunto quando uscirà dal bagno.
(Fabrizio Caramagna)
Poche lotte per la libertà sono bellicose e attive come quelle dell’alluce che vuole bucare e uscire dal calzino.
(Fabrizio Caramagna)
In realtà la luna è un uovo che contiene un animale, ma nessuno sa quando si schiuderà e soprattutto che animale uscirà.
(Fabrizio Caramagna)
Racconta la leggenda che quell’anno entrò nel luminoso mese di aprile e poi non volle più uscire da lì. Dovettero intervenire maggio e giugno per richiamarlo alla ragione.
(Fabrizio Caramagna)
Forse i morti uscirebbero dalle proprie tombe di notte, se invece che cipressi crescessero alberi di gustose ciliegie.
(Fabrizio Caramagna)
Che assurdo. Adesso vuoi trovare la porta d’uscita per molte situazioni, dopo che hai passato metà della tua vita ad aspettare che si aprisse la porta d’ingresso.
(Fabrizio Caramagna)
Sarebbe bello se, invece di chiedere “Ti va di uscire”, si dicesse “Ti va di entrare insieme?”. Uscire dà l’idea di abbandonare qualcosa. Invece, chi entra, entra nel nuovo, nel possibile, nell’inaspettato.
(Fabrizio Caramagna)