Quante volte ci tocca dire addio al mare dopo una vacanza o un week-end per tornare in città. Vorremmo sempre stare al mare eppure non è possibile.
Qui di seguito una raccolta di Frasi e aforismi sul lasciare il mare, abbandonare il mare, sugli ultimi giorni di mare sul dire addio al mare. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sulla fine delle vacanze e la fine dell’estate, Frasi e aforismi sul mare, Frasi e aforismi sul primo giorno di mare, Frasi e aforismi sul mare di notte e Frasi e aforismi sulla nostalgia.
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Frasi e aforismi sul lasciare il mare e dire addio al mare
Quando lasciamo il mare non lo lasciamo mai del tutto. La sua luce resta impigliata nei capelli, nelle sfumature della voce, nella morbidezza della pelle. Devono passare alcuni giorni prima di perderlo per sempre.
(Fabrizio Caramagna)
Da ragazzo stavo in spiaggia per quattro mesi di fila e conoscevo i granelli di sabbia a uno a uno. Sembrava che l’estate non dovesse finire mai, ma poi finiva. E io e il mare passavamo gli ultimi giorni a parlarci fitto e preparare l’addio.
(Fabrizio Caramagna)
Con il vizio del mare si nasce, e ogni volta che è lontano da noi ci si sente un po’ svanire.
(Fabrizio Caramagna)
La tristezza prima del distacco del mare è una geografia esatta che segna i confini tra un luogo che per te significa tutto e un altro luogo dove troverai solo vuoti e rimpianti.
(Fabrizio Caramagna)
Addio, mio bel mese d’agosto. Tu chiudi le tue porte come la spiaggia chiude gli ombrelloni, come le case chiudono le terrazze, come i fuochi d’artificio chiudono l’estate, come chi ha avuto la prima cotta estiva chiude il suo cuore.
(Fabrizio Caramagna)
Le ultime sere di agosto nei locali all’aperto tra sgabelli e rincorrersi di luci. Di quell’atmosfera che sa un po’ di “ci si rivede il prossimo anno”.
(Fabrizio Caramagna)
Ciao estate che lentamente scivoli via da settembre; mi ricordi chi, allontanandosi di schiena, sorride ancora.
(Fabrizio Caramagna)
Fine settembre. Gli ombrelloni ripiegati sembrano tanti pugnali, e le sedie colorate hanno perso tutti i loro colori.
(Fabrizio Caramagna)
Al mare, verso fine settembre capita che arrivi una folata di vento più fredda.
Il cielo impallidisce un attimo e poi tutto si riaccende.
Quasi nessuno lo nota.
Bisogna essere malati di mare e di luce per accorgersene.
Chi vede questo, sa che la stoffa dell’estate si è bucata irrimediabilmente
e l’autunno sta per arrivare.
(Fabrizio Caramagna)
A ottobre
mi piace appoggiare le orecchie sulla sabbia del mare
come su un binario addormentato.
Si sente ancora il rumore dell’estate che si allontana,
quello dell’autunno che sopraggiunge veloce.
(Fabrizio Caramagna)
Quando dici addio al mare e torni il città, il cielo si spoglia del suo colore azzurro e si accendono le luci artificiali delle insegne, dei lampioni e delle auto veloci. La vita pare un attimo perduta in quel cemento grigio e tu ti chiedi dove è è il mare, e lo sai che ormai è lontano. Il tempo che scandisce le urgenze è il solo punto fermo nel vortice del traffico.
(Fabrizio Caramagna)
Quando torni dalle vacanze, in poche ore sono passi dalla scala degli azzurri (mare) a quella dei grigi (città).
(Fabrizio Caramagna)
Che tipo di follia ha portato le persone a costruire città lontane dal mare?
(Fabrizio Caramagna)
Le città lontano dal mare. Così tante luci e neppure un faro. A volte sono davvero imperdonabili.
(Fabrizio Caramagna)
È incredibile quanto la lontananza dal mare mi sappia di esilio, di parole non dette, di finestre vuote…
(Fabrizio Caramagna)
Triste, come l’ultimo sguardo al mare prima di tornare in città.
(Fabrizio Caramagna)
Qual è quel punto della vecchiaia in cui si smette di correre verso il mare?
(Fabrizio Caramagna)