Frasi e aforismi sul cadavere

Frasi e aforismi sul cadavere, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sulla morte, Frasi e aforismi sul nulla e il niente e Frasi e aforismi sul cimitero.

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Frasi e aforismi sul cadavere

Un giorno qualcuno osserverà il mio corpo su un tavolo d’acciaio, così nudo, così fragile e al tempo stesso così pieno di ricordi e segreti che nessuno saprà.
(Fabrizio Caramagna)

I cadaveri hanno la rigida immobilità di chi sa che il peggio deve ancora arrivare. Non è bastato morire. Bisogna ancora essere messi dentro una soffocante bara di legno per l’eternità.
(Fabrizio Caramagna)

Il giorno della mia morte, tutti i fottuti consigli veglieranno sul mio cadavere, scuotendo la testa e borbottando: “te l’avevo detto”.
(Fabrizio Caramagna)

Con il cadavere prendiamo l’accorgimento di sistemarlo nel letto, di abbassare le persiane della camera, di chiudergli gli occhi in modo che tutti simuli il sonno, dando l’illusione della logica nel momento in cui la vita perde la sua logica.
(Fabrizio Caramagna)

I calli, le rughe, le vesciche. Una parte del nostro corpo è in decomposizione già in vita.
(Fabrizio Caramagna)

Il cadavere di un corpo rivela la verità delle sue forme alle quali il movimento della vita dava una luce differente.
(Fabrizio Caramagna)

Veniamo sepolti nel buio e ci mettono il vestito della festa, quello che comprammo per un giorno di sole.
(Fabrizio Caramagna)

Ci sono dei giorni in cui il mio futuro cadavere occupa troppo spazio nel mio corpo e non mi permette di fare nulla.
(Fabrizio Caramagna)

Il cadavere che tu vedi non è morto perché tu lo vedi. E’ morto perché non ti vede.
(Fabrizio Caramagna)

La sua ombra disse al cadavere sepolto: “Finalmente soli”.
(Fabrizio Caramagna)

– Dovrete passare sul mio cadavere.
– Ti impiccheremo. Passeremo sotto.
(Fabrizio Caramagna)

Dormo accanto al mio cadavere ogni notte. Poi, ogni mattina, ritrovo i fili per metterlo di nuovo in movimento.
(Fabrizio Caramagna)

Poi viene a galla tutto l’irrisolto, come un cadavere gonfio di grovigli e cose rimandate: sei tu.
(Fabrizio Caramagna)

Vieni a giocare al gioco di trovare il tuo cadavere?
Se ti guardi ostinatamente allo specchio,
al centro dei tuoi occhi sempre più stanchi,
tra i muscoli, la pelle e le rughe quotidiane,
alla fine vedrai affiorare qualcosa.
Le ossa saranno più affilate, le labbra più fredde,
il cranio più lucido, il naso più secco e sottile,
e tu finalmente scoprirai quell’immagine che trema sinistra, davanti a te.
(Fabrizio Caramagna)

Siamo arrivati a mettere webcam dovunque, anche nelle zone più intime e riservate della nostra sfera privata, costruendoci trasmissioni e reality show di ogni tipo.
Quello che sembrava inacessibile e non mostrabile al mondo, finisce per essere ripreso, vivisezionato, zoomato, superando ogni volta i confini della decenza e dell’inimmaginabile.
Di questo passo ci sarà una trasmissione in cui verrà installata una piccola webcam dentro una bara per filmare in tempo reale la decomposizione del cadavere. Le immagini saranno mostrate in tv e nelle dirette dei canali social. Il pubblico dovrà votare se eliminare il cadavere o farlo restare nella bara.
(Fabrizio Caramagna)

Io mi siedo sulla riva del fiume a guardare le belle ragazze in canoa. Al cadavere del nemico ci penserò un’altra volta.
(Fabrizio Caramagna)

Il cadavere dell’asociale e del misantropo sul fiume, pensava di morire finalmente solo e invece ci sei tu che lo aspetti.
(Fabrizio Caramagna)

Accomodati sulla riva del fiume, il cadavere del tuo nemico però ti ricorda che c’è una grossa siccità e ci metterà un po’ di tempo ad arrivare.
(Fabrizio Caramagna)

La massima soddisfazione per il cadavere del nemico narcisista è quando sulla riva del fiume lo aspettano in centinaia.
(Fabrizio Caramagna)

Nella religione dello zoroastrismo, i cadaveri venivano portati nella torre del silenzio. Dove venivano esposti agli elementi atmosferici e divorati dagli uccelli rapaci.
Non sono un seguace di questa religione, ma il mio desiderio sarebbe quello di essere lasciato in un bosco, sotto l’ombra di un albero, per essere divorato dagli animali del bosco. Tornerei di nuovo nella natura selvaggia e i miei atomi apparterrebbero a un lupo, a un cinghiale, a un gufo o a una formica.
(Fabrizio Caramagna)

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