Frasi e aforismi su Assisi

Adagiata delicatamente sulle pendici del Monte Subasio, Assisi è la città dei Santi, San Francesco e Santa Chiara.

Frasi e aforismi su Assisi, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi su Roma, Frasi e aforismi sulla Toscana e Frasi e aforismi sulla santità e i santi.

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Frasi e aforismi su Assisi

Per capire Assisi devi avere la fantasia dei sognatori, la curiosità dei bambini e la spiritualità dei santi.
(Fabrizio Caramagna)

Si direbbe che ad Assisi la vita religiosa si sia prolungata nei secoli, conservando quasi la stessa atmosfera. In taluni frati e religiosi della città affiora un fondo visionario, quasi mistico.
(Fabrizio Caramagna)

Di San Francesco parlano tutte le pietre e le strade di Assisi. Si scenda alla Porziuncola, si salga al Subasio all’Eremo delle Carceri o si vada verso il Convento di San Damiano, ovunque si respira un’aria mistica, come se il santo potesse di nuovo apparire da un momento all’altro.
(Fabrizio Caramagna)

Assisi è cielo e terra insieme, è la terra circondata dal cielo, è il cielo toccato dalla terra.
(Fabrizio Caramagna)

Assisi è pensiero e natura, è sogno e arte, religione e poesia.
(Fabrizio Caramagna)

Assisi non è solo geografia, ma anche il luogo dell’incontro tra tempo e eternità.
(Fabrizio Caramagna)

Assisi è uno di quei luoghi in cui la verità è inseparabile dalla spiritualità e dalla grazia.
(Fabrizio Caramagna)

Ad Assisi il segreto è non smettere mai di meravigliarsi.
(Fabrizio Caramagna)

Ad Assisi la luce vibra più forte perché la porta l’invisibile.
(Fabrizio Caramagna)

Assisi è fatta di pietre e di cielo, e la bellezza è incastonata nella bellezza.
(Fabrizio Caramagna)

Nei vicoli di Assisi c’è un profumo di arte, di pace e invisibile che innamora l’anima.
(Fabrizio Caramagna)

Mai sedersi
su una scala sognante
che vuole raccontarti
la sua vita.
(Fabrizio Caramagna)

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Le mie 7 frasi preferite su Assisi, di autori celebri e famosi

Trasformata da San Francesco da fortezza che era, in città sacra della pace cristiana, Assisi si innalza a scaglioni, con vie per lo più strette, tortuose e ripide, sulle pendici del Subasio. Strette, tortuose e ripide: aggettivi convenzionali; gli stessi, o press’a poco, che abbiamo adoperato per le vie di Gubbio. Ma, dietro l’eguale struttura della cittadina umbra medievale addossata al monte, quale diversità di spirito! Gubbio è remota, quasi affondata in un sogno arcaico; la tortuosità, la strettezza delle strade, vi spicca quasi ad esprimerne il carattere chiuso. Ma Assisi, in pietra grigia e rosa, è come l’hanno fatta secoli di francescanesimo, secoli di pietà e secoli anche di estetismo devoto. Assisi è tutta aperta.
(Guido Piovene)

Assisi, come tante città dell’Umbria, ma forse in misura maggiore, dà la felicità che deriva dalla grazia e dalla perfezione di tutto quello su cui posano gli occhi. Senza che nulla di stridente si intruda a interromper la contemplazione e a guastare l’abbandono.
(Guido Piovene)

Francescana è l’impronta della città, benché al centro si innalzi un tempio a Minerva; benché anteriore a San Francesco sia il Duomo, dedicato a San Rufino, forse il monumento più insigne per suggestione architettonica.
(Guido Piovene)

Ad Assisi, inoltre, la località era incantevole. Dalle cime dei monti su cui era disposta la cittadina con i suoi celebri monasteri, si apriva una meravigliosa vista sull’immensa pianura con le case, le chiese, i paesi, i giardini che vi erano disseminati. La orlavano in lontananza le piccole diramazioni montuose degli Appennini.
(Ljubov’ Dostoevskaja)

Assisi non era punto di partenza, ma ritrovo, appuntamento quasi, per riprendere insieme il cammino verso l’eternità. Ci siamo veduti e ci siamo riconosciuti.
(Lina Tridenti)

Nel 1937 ho trascorso ad Assisi due giorni meravigliosi. Là, mentre ero sola nella piccola cappella romanica del secolo XII di Santa Maria degli Angeli, incomparabile miracolo di purezza, in cui san Francesco ha pregato tanto spesso, qualcosa più forte di me mi ha costretta, per la prima volta in vita mia, a inginocchiarmi.
(Simone Weil)

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