Frasi e aforismi sul capitano

Frasi e aforismi sul capitano, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sul marinaio, Frasi e aforismi sulla nave e la barca, Frasi e aforismi sui pirati e Frasi e aforismi sul mare.

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Frasi e aforismi sul capitano

Lui muore dalla voglia di essere il suo capitano e lei muore dalla voglia di essere la sua clandestina.
(Fabrizio Caramagna)

Stiamo navigando a una velocità di 27 nodi in gola, mio capitano. La lacrime stanno riempiendo lo scafo.
Dobbiamo abbandonare la nave o affonderemo.
(Fabrizio Caramagna)

Guardava la tempesta e sembrava spaventata.
Poi però si voltava, mi chiamava “Capitano” e sorrideva.
Chissà se l’aveva capito che era lei la tempesta.
(Fabrizio Caramagna)

Sono il padrone della mia anima, il capitano dei miei naufragi e il sostegno delle mie debolezze. Sono ancora dipendente dagli aquiloni, dalla purezza degli occhi e dai cuori che si incantano per un campo di papaveri.
(Fabrizio Caramagna)

Si salvi chi può!
Gridò il capitano di quella barchetta di carta, e tutte le lettere saltarono veloci…
(Fabrizio Caramagna)

Negli anni naufraga anche il miglior capitano.
(Fabrizio Caramagna)

In notti come questa vorrei tornare al mare, navigare tra le tue labbra, essere di nuovo il tuo capitano, colui che torna in porto tra le tue braccia.
(Fabrizio Caramagna)

Sono il capitano dei tuoi brividi, il navigante della tua schiena, la bussola dei tuoi gemiti
e il porto del tuo piacere.
(Fabrizio Caramagna)

Certi giorni mi sento il capitano Achab, folle e ossessionato dal suo obiettivo, altri giorni Moby Dick, creatura libera e selvaggia, altri giorni ancora mi sento l’abisso oscuro da cui non riesco a riemergere.
(Fabrizio Caramagna)

E alla fine quello che vuoi è solo uno che apra le tue finestre
e faccia entrare luce nelle stanze.
Vuoi un esploratore e un capitano,
che esplori tutto ciò che gli altri davano per scontato.
(Fabrizio Caramagna)

Colui che decide il destino di uno Stato, si mostra, prua al vento, come un capitano, ma a volte deve saper stare anche al fondo della nave, come un timoniere nell’ombra.
(Fabrizio Caramagna)

– Capitano, è ora
Si alzò dal giaciglio sporco e si spazzolò il cappello. Passò tra le guardie con aria dignitosa e risoluta e prese la via del patibolo. Lungo la strada, ricordò i suoi sogni da bambina, quando le dicevano che una donna non avrebbe mai potuto essere un pirata.
(Fabrizio Caramagna)

Chi è nato per naufragare non diventerà mai il capitano di una nave.
(Fabrizio Caramagna)

Proprio come fa il capitano con la nave, il dogmatico preferisce morire con la sua idea.
(Fabrizio Caramagna)

Il cielo di notte. Un nero profondo, un mare da scrutare. E tu puoi navigarlo con gli occhi, in attesa che il capitano dell’alba ti riporti a riva.
(Fabrizio Caramagna)

L’ancora è ancora affondata nella notte, ma il capitano “Mattino” annuncia che è ora di tirarla su e salpare verso il giorno.
(Fabrizio Caramagna)

I numeri sono i soldati della matematica: la sottrazione è il sergente, la somma il capitano, la moltiplicazione il colonnello e la radice quadrata è il generale.
(Fabrizio Caramagna)

Qui è il capitano che parla, in caso di evacuazione d’emergenza dalla nave siete pregati di non farvi i selfie sulle scialuppe di salvataggio. Grazie.
(Fabrizio Caramagna)

Sono il capitano della nave della visibilità. Allacciate le cinture e preparatevi all’anonimato.
(Fabrizio Caramagna)

– Mantieni la rotta segnata dalla stella, timoniere.
– Capitano, non è solo un’altra semplice stella. Stanotte l’ho sognata
(Fabrizio Caramagna)

Il Capitano, guardando attraverso il portello dell’astronave, capì troppo tardi che il vuoto dello spazio non sarebbe stato più grande del vuoto che avrebbe portato nel petto, per la donna che lasciava a casa. Poi partì il conto alla rovescia.
(Fabrizio Caramagna)

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Le mie due citazioni e poesie preferite sul capitano, di autori celebri e famosi

Non importa quanto stretto sia il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita.
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima.
[It matters not how strait the gate,
How charged with punishments the scroll,
I am the master of my fate,
I am the captain of my soul.]
(Parte finale della poesia “Invictus” scritta dal poeta inglese William Ernest Henley).

O Capitano! mio Capitano! il nostro viaggio tremendo è terminato;
la nave ha superato ogni ostacolo, l’ambìto premio è conquistato;
vicino è il porto, odo le campane, tutto il popolo esulta,
mentre gli occhi seguono l’invitto scafo, la nave arcigna e intrepida;
ma o cuore! cuore! cuore!
o gocce rosse di sangue,
là sul ponte dove giace il mio Capitano,
caduto, gelido, morto.
O Capitano! mio Capitano! risorgi, odi le campane;
risorgi — per te è issata la bandiera — per te squillano le trombe,
per te fiori e ghirlande ornate di nastri — per te le coste affollate,
te invoca la massa ondeggiante, a te volgono i volti ansiosi.
(Walt Withman, O capitano! Mio capitano!)

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