Frasi e aforismi sul vorrei

Frasi e aforismi sul vorrei, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi per dire “Vorrei che fossi qui”, Frasi e aforismi sul desiderio e Frasi e aforismi sulla speranza.

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Frasi e aforismi sul vorrei

Di un vorrei, di un giardino d’estate, di una torta ancora calda, dello zucchero tra le labbra e di un sottile vento a favore.
(Fabrizio Caramagna)

La meraviglia di certi vorrei al gusto dei tuoi occhi.
(Fabrizio Caramagna)

Di tutti i vorrei, tu mi mostri esattamente il momento in cui si realizzano.
(Fabrizio Caramagna)

“Vorrei parlare tutta la sera con te” è un bellissimo nascondiglio.
(Fabrizio Caramagna)

La vita è troppo breve per le cose irrisolte, per i ‘vorrei’ abbandonati al vento, per mancarsi e non avere il coraggio di dirselo.
(Fabrizio Caramagna)

Regalami un domani, uno di quelli in cui si incontrano tutti i nostri vorrei.
(Fabrizio Caramagna)

Tra quel sorriso e quel tuo vorrei.
Là in mezzo ci sto io.
(Fabrizio Caramagna)

Come il sorriso dopo una carezza.
Come le luce negli occhi dopo un tramonto.
Come il sapore del mattino dopo aver fatto l’amore.
Come la felicità dopo un vorrei.
Ogni istante contiene una scoperta.
(Fabrizio Caramagna)

Volendo si potrebbe; potendo ti vorrei.
(Fabrizio Caramagna)

Certi “vorrei” se ne stanno in disparte spaesati, e sanno di attese e di orizzonti, e sono solitari e bellissimi. Dai, andiamo a prenderli e proviamo a viverli insieme.
(Fabrizio Caramagna)

Il suono dell’alba e tutti i miei vorrei confidati a un cappuccino bollente.
(Fabrizio Caramagna)

Oggi è uno di quei giorni che vorrei prenderlo per mano e farci quattro risate.
E poi finire nei tuoi occhi, mentre mi esplodono addosso.
(Fabrizio Caramagna)

Vorrei trovare un’ora inventata per metterci dentro tutti i “sì”. E poi te, un arcobaleno, un girasole e una lettera d’amore.
(Fabrizio Caramagna)

Non essere ancora quel che chiaramente vorrei. Eppure sedersi accanto al mio desiderio, su un gradino fatto di domani e possibilità.
(Fabrizio Caramagna)

Vorrei dire qualcosa di mio, vorrei dire tu.
(Fabrizio Caramagna)

Vorrei una donna che si emozioni come i tramonti
e si prenda cura del mondo come la rugiada.
(Fabrizio Caramagna)

Cieli striati di speranze – e io col naso all’insù a contare i vorrei.
(Fabrizio Caramagna)

I vorrei che mi attraversano. Per portarmi tra le braccia di un altrove.
(Fabrizio Caramagna)

Vorrei essere una possibilità e che le tue mani, tra tante, mi scegliessero.
(Fabrizio Caramagna)

La verità di certe notti. Quando i sì splendono come stelle. E i vorrei si perdono nel firmamento.
(Fabrizio Caramagna)

Nuova coniugazione.
Io vorrei, non potrei, ma se vogliamo, possiamo e dobbiamo.
(Fabrizio Caramagna)

Oggi sono in un campo di mughetti, a cucire desideri, sotto un sole di vorrei.
(Fabrizio Caramagna)

Vorrei essere sulle tue labbra mentre sorridi.
(Fabrizio Caramagna)

Vorrei vedermi come mi vedono le tue dita.
(Fabrizio Caramagna)

Per me delle caldarroste. E anche un cartoccio di “vorrei” lievi, mentre si fa sera.
(Fabrizio Caramagna)

Uscire dalla gelateria, con una coppetta di “vorrei” lievi, mentre l’estate scorre vicino.
(Fabrizio Caramagna)

Di cieli incantati e felici in cui le stelle sono tanti vorrei e la luna è un sorriso pieno.
(Fabrizio Caramagna)

Quando ti vedo così bella vorrei disegnarti intorno Parigi.
(Fabrizio Caramagna)

Vorrei un’infinità di cose, ma il noi è ciò che desidero di più.
(Fabrizio Caramagna)

Quando penso che una cosa sia bella, vorrei che accadesse presto, subito, ora, tu.
(Fabrizio Caramagna)

A volte vorrei sapere come sei quando non sei dove sono io.
(Fabrizio Caramagna)

Le panchine sono anche fatte di parole non dette, di incontri mancati, di silenzi pieni di vorrei, di fughe improvvise.
(Fabrizio Caramagna)

Tra quei tramonti ho lasciato il suono dei miei desideri, il colore di alcuni vorrei.
(Fabrizio Caramagna)

Alcuni vorrei non sono condizionali. Ma battiti talmente fragili da aver bisogno di tempo e pazienza. Di occhi in attesa di ascoltarli.
(Fabrizio Caramagna)

Vorrei con la mia mano fare tutte le strade della tua schiena,
scoprire una deviazione imprevista,
trovare un angolo segreto che nessuno ha ancora toccato.
(Fabrizio Caramagna)

Mi hanno insegnato il “ti vorrei” per educazione, ma io ti voglio!
(Fabrizio Caramagna)

Vorrei da te tanti baci quante sono le lentiggini del tuo viso.
(Fabrizio Caramagna)

Oggi un “vorrei” e un “meglio di no” si sono incontrati e si sono raccontati la loro vita.
(Fabrizio Caramagna)

Ho un Vorrei fermo in gola come un nodo.
(Fabrizio Caramagna)

Quei “vorrei” lasciati volare come bolle di sapone in attesa di uno spigolo.
(Fabrizio Caramagna)

Fantasmi di “vorrei e non posso” mi appaiono di notte e mi guardano come se aspettassero da me una risposta.
(Fabrizio Caramagna)

Ci vediamo in una valle di vorrei ma non posso, all’incrocio tra il mio e il tuo purgatorio.
(Fabrizio Caramagna)

Oggi sono pieno di “vorrei” sotto la pelle e “non posso” dentro alla mente.
(Fabrizio Caramagna)

Quante volte siamo stati il “vorrei ma non posso” di qualcuno.
(Fabrizio Caramagna)

Notti un po’ così. Di lune mezze piene e di stanze mezze vuote. E tu, li, con i vorrei” a dar risposte tardive agli “ormai”.
(Fabrizio Caramagna)

Sono racchiuso lì, in quella foglia che sta aspettando di capire bene cosa dover fare prima di lasciarsi andare. Sono tra la caduta e l’equilibrio. Sono tra un vorrei andare via e rimango un altro po’.
(Fabrizio Caramagna)

Mattino immerso nel potrei, ma non faccio. Pomeriggio impregnato di vorrei ma non posso.
(Fabrizio Caramagna)

Oggi, tra l’ossigeno di un vorrei e l’asfissia di un dovrei.
(Fabrizio Caramagna)

Attenzione a certe relazioni. Sono come i buchi neri. Ingoiano i “io non vorrei” e li fanno diventare “io devo”.
(Fabrizio Caramagna)

E poi ci sono mattine così, mattine in cui esci con il condizionale, mattine in cui vorresti fare ma non puoi.
(Fabrizio Caramagna)

Non farti illudere dai forse, dai vorrei o dai proverò a cambiare. La verità è che non gli piaci abbastanza.
(Fabrizio Caramagna)

Il re andava a trottare nel regno del Vorrei in compagnia del suo fido destriero, poi tornava in città e raccontava ai sudditi le meraviglie che aveva visto.
La regina invece andava a trottare nel regno del Senno di poi in compagnia del suo fido destriero, poi tornava in città con lo sguardo triste e raccontava ai sudditi i rimpianti che aveva incontrato.
(Fabrizio Caramagna)

Ho lasciato tutte le domande nell’altra stanza. In mano solo un mucchio di mandarini da tenere vicino ai miei vorrei.
(Fabrizio Caramagna)

Si sommano gli un po’ e ci si convince che in amore sia tutto.
Finché non si inciampa in un “vorrei qualcos’altro”.
(Fabrizio Caramagna)

Il tuo viso lontano e un “vorrei” rimasto tra gola e labbra, rimasto ad un passo dal destino, rimasto a un passo dalla felicità.
(Fabrizio Caramagna)

Di quanti “ti vorrei vedere ancora una volta” è composto un addio?
(Fabrizio Caramagna)

Sono quello che sono: un po’ quello che ero, non ancora quello che sarò, un frammento di quello che vorrei.
(Fabrizio Caramagna)

Vorrei chiedere più istanti agli istanti, e più intimità alle parole.
(Fabrizio Caramagna)

Vorrei tornare a quando tutto tornava.
(Fabrizio Caramagna)

È questo intreccio di bianco e nero, di bene e male,
di fragilità e meraviglia, di desiderio e disincanto,
di rinuncia e di “vorrei qualcosa di impossibile”.
È questo intreccio che ci confonde,
e ci fa sentire più sbagliati di tutti gli sbagliati e più vivi di tutti i vivi.
(Fabrizio Caramagna)

Se mi chiedono dove vorrei vivere, rispondo: “Dove vanno i sogni quando ci si sveglia”
(Fabrizio Caramagna)

Non smette mai di stupirmi l’istinto di sopravvivenza di certi vorrei.
(Fabrizio Caramagna)

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