Frasi e aforismi sullo schermo e il display

Frasi e aforismi sullo schermo e il display, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sul telefono e lo smartphone, Frasi e aforismi sulla virtualità e Frasi e aforismi sulla televisione e la tv.

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Frasi e aforismi sullo schermo e il display

I nuovi smartphone hanno schermi più grandi, così puoi vedere meglio la notifica che non arriva.
(Fabrizio Caramagna)

Tra pochi giorni sarà un anno che io e te esistiamo solo nello schermo di un telefono.
Non sarebbe ora di vedersi?
(Fabrizio Caramagna)

Il televisore a schermo piatto, lo smartphone a schermo piatto, la carta di credito piatta.
Tutti segni della piattezza in atto.
(Fabrizio Caramagna)

Ci scriviamo tra le luci basse di un display, senza mai toccarci, senza mai esserci davvero.
In un mondo di relazioni fondate su messaggi virtuali e note vocali usa e getta, io vorrei tornare a quando si stava fianco a fianco e ci si scriveva le frasi col dito sulla finestra e l’altro doveva indovinare.
(Fabrizio Caramagna)

D’estate, al risveglio, invece di leggere le informazioni su uno smartphone, leggerle su un altro schermo piatto: il mare.
(Fabrizio Caramagna)

Lo smartphone: questa lobotomia tascabile con le cover colorate e lo schermo touchscreen.
(Fabrizio Caramagna)

La felicità è nelle piccole cose
ma non piccole come un display dello smartphone.
(Fabrizio Caramagna)

Tutto fa meno paura, se viene rimpicciolito.
In fondo è così rassicurante parlare ad un muro ridotto a piccolo display.
(Fabrizio Caramagna)

Psicologo: – Come stai?
La luna: – Gli uomini non guardano più la mia faccia come una volta. Sono assorbiti da uno strano display luminoso. E quando orbito intorno alla terra vedo sempre meno bellezza e sempre più volti finti, preoccupati solo di apparire.
(Fabrizio Caramagna)

Un fantasma dell’ottocento mi ha detto che gli danno molte fastidio tutte queste vostre notifiche rumorose e gli schermi accesi nel cuore della notte.
(Fabrizio Caramagna)

E mentre tu sei lì, sospeso, attaccato a uno schermo luminoso, in attesa di leggere parole che non sentirai mai sussurrate al tuo orecchio dalla voce della persona che te le scrive, la vita ti passa accanto. Quella che non sta dentro un telefono. Quella che vive di gesti e respiri e realtà.
(Fabrizio Caramagna)

L’illuminismo moderno: il display dello smartphone che si accende. Da lì è tutto un brancolare nel buio.
(Fabrizio Caramagna)

Tu credi che lo schermo ti protegga? Ti rende solo più cieco.
(Fabrizio Caramagna)

La piccolezza delle idee è adeguata alla piccolezza della tastiera di un telefono
(Fabrizio Caramagna)

Siamo fiumi di parole e emoticon che scivolano sotto schermi indifferenti.
(Fabrizio Caramagna)

La pioggia di notifiche che scorre sullo schermo
L’acqua è sempre la stessa, ma la goccia ogni volta è diversa.
Alcune le cancelli con un gesto distratto della mano,
in altre ti perdi dentro come se entrassi in un mondo nuovo.
(Fabrizio Caramagna)

Se sui social inventassero un display in grado di elargire, anziche emoticon, carezze, abbracci e baci veri, quanti amori di poche ore, quanti tradimenti e quanta poligamia!
(Fabrizio Caramagna)

L’inizio delle storie d’amore travolgenti lo riconosci subito: il vetro dello smartphone è pieno di ditate.
(Fabrizio Caramagna)

Le avvisaglie del tradimento: Il ritardo per cena, il cambio di finestre sul monitor, il cellulare sul tavolo rivolto con il display all’ingiù.
(Fabrizio Caramagna)

Bisognerebbe ricominciare da un cellulare con lo schermo senza app e icone,
e un cassetto dove scordarlo.
In alternativa
un po’ di immaginazione e una finestra.
(Fabrizio Caramagna)

La maschera che indossiamo è uno schermo che nasconde il nostro caos interiore.
Si spaventerebbero gli altri a vedere quali uragani ci scuotono.
(Fabrizio Caramagna)

Vediamo solo pochi pixel e pensiamo di poter giudicare a schermo intero.
(Fabrizio Caramagna)

Nella mente del depresso
c’è uno schermo bianco dove l’angoscia proietta solo gli anni più bui.
(Fabrizio Caramagna)

Nel medioevo erano tempi di vita dura e ostile, per questo la gente sognava il paradiso e costruiva cattedrali. Adesso il paradiso è vicino, può essere sullo schermo di un telefono.
(Fabrizio Caramagna)

Da dove è arrivata questa fascinazione ipnotica dei nostri contemporanei per il loro smartphone, questa manipolazione compulsiva, questa attrazione continua che non permette di pensare ad altro? Carezzare un pezzo di vetro per tutta la giornata?
Se degli extraterresti ci vedessero, penserebbe che gli esseri umani sono degli automi che ricaricano le loro batterie strisciando il pollice su di uno schermo.
(Fabrizio Caramagna)

Non riusciamo più a toccare la realtà e a provare empatia. Il pianto inconsolabile dei migranti ha attraversato mari e deserti per naufragare sul monitor freddo del nostro smartphone.
(Fabrizio Caramagna)

I vecchi cinema abbandonati delle città. Chissà se i loro schermi si ricordano tutti i film che sono passati sopra. Chissà se c’è qualche fotogramma a cui sono affezionati.
(Fabrizio Caramagna)

Quel momento in cui segue un altro episodio su netflix e vedi il tuo riflesso nel nero dello schermo e ti chiedi “non sto sprecando la mia vita a vedere serie tv?”
(Fabrizio Caramagna)

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