L’8 settembre si celebra la Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione (International Literacy Day). Istituita dall’UNESCO nel 1967, vuole sottolineare l’importanza dell’alfabetizzazione per tutti i Paesi e le culture del mondo.
Frasi e aforismi sull’alfabeto, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sulle parole, Frasi e aforismi sui numeri e Frasi e aforismi sulla scrittura e lo scrivere.
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Frasi e aforismi sull’alfabeto
Dovremmo fare come le lettere dell’alfabeto. Che, seppur usate miliardi di volte, non temono di incontrarsi per diventare qualcosa di nuovo.
(Fabrizio Caramagna)
ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ: il sentimento di chi sa quello che vuole però ignora l’ordine in cui dirlo.
(Fabrizio Caramagna)
L’alfabeto sposò la punteggiatura e andarono ad abitare in un condominio di carta, il libro.
(Fabrizio Caramagna)
Amo l’alfabeto di chi mi lascia senza parole.
(Fabrizio Caramagna)
Notti in cui tutte le lettere dell’alfabeto tornano nelle loro tane. Non c’è che il silenzio.
(Fabrizio Caramagna)
Che strana macchina è l’uomo. Gli metti dentro lettere dell’alfabeto, formule matematiche, leggi, e doveri ed escono favole, risate e sogni.
(Fabrizio Caramagna)
Un piccolo numero di elementi semplici che si unendosi tra di loro danno combinazioni infinite. Gli elementi della chimica, ma anche l’alfabeto, le note e i numeri. Le regole dell’universo sono l’invenzione di un giocatore di scacchi.
(Fabrizio Caramagna)
Quali parti di me non vuoi amare?
Sono fatto di tante lettere dell’alfabeto. Amale tutte.
La D di dolore, la P di paura, la V di vergogna, la L di luce, la F di follia, la S di sorriso.
(Fabrizio Caramagna)
Se le consonanti scomparissero l’abbecedario si chiamerebbe aeiouario.
(Fabrizio Caramagna)
Il nome completo di abbecedario doverebbe essere “abbecedafghijklmnopqrstuvwxyzario”.
(Fabrizio Caramagna)
Ho sostituito il mio alfabeto con 26 ulivi, in fila dritta e leggera davanti al mare.
(Fabrizio Caramagna)
Quando mi parli assisto alla nascita di una nuova vocale: non è la A, la E, la I, la O o la U, ma è una vocale che si forma nel tuo sguardo, che risplende nel tuo sorriso, che vibra nel tocco della tua mano.
(Fabrizio Caramagna)
Quelli di A vedono solo il lato della questione di A e non accettano il lato della questione di B. Quelli di B vedono solo il lato della questione di B e non accettano il lato della questione di A. Entrambi ignorano il resto delle lettere dell’alfabeto.
(Fabrizio Caramagna)
Il poeta cerca la parola che contenga tutte le lettere dell’alfabeto più una.
(Fabrizio Caramagna)
La Effe…
Le consonanti che iniziano con una vocale sono la prova che nell’alfabeto tutto può meravigliosamente succedere.
(Fabrizio Caramagna)
Sto sistemando la libreria non più in ordine alfabetico o di editore, ma avvicinando tra loro i libri che secondo me si amano segretamente.
(Fabrizio Caramagna)
Ho provato a mettere in ordine alfabetico i miei fallimenti, ma mi mancavano le lettere e ho dovuto numerarli.
(Fabrizio Caramagna)
Quando il dizionario è chiuso, la f di foca gioca con la lettera O, cercando di tenere in equilibrio sul naso il punto della i.
(Fabrizio Caramagna)
e e (occhi con occhiaie),
i i (occhi che piangono),
o o (occhi di un insonne che guarda il soffitto)
d d (occhi con occhiali)
v v (occhi che stanno sognando)
(Fabrizio Caramagna)
Avviso ortografico.
Quando ti addormenti sul lato sinistro della tastiera digiti “asdfg”, e quando ti addormenti sul lato sinistro “hjklòà”
(Fabrizio Caramagna)
E se le parole servissero solo a impedire che i puntini sulle i si uniscano in matrimonio con la riga sottostante?
(Fabrizio Caramagna)
Noi conosciamo l’alfabeto che va verso destra,
dalla A alla Z.
Ma qual è la sinistra dell’alfabeto?
Come si muove nello spazio, quante lettere ha,
si può osservarne il retro?
E chissà che strane parole deve nascere
da queste lettere che non conosciamo.
(Fabrizio Caramagna)
La parola “vocale” è piena di consonanti.
(Fabrizio Caramagna)
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Lettere dell’alfabeto
A volte il cervello non pensa a niente e altre volte va a mille e pensa a quale lettera invisibile ci sia prima della lettera A.
(Fabrizio Caramagna)
La A ha la forma di una porta: chi apre questa porta, entra nel magico mondo dell’alfabeto, fatto di meraviglie e miliardi di interpretazioni e significati.
(Fabrizio Caramagna)
Da un altro angolo visuale, l’alfabeto sembra iniziare con una montagna: la A. Se vuoi imparare a usare il linguaggio, la salita è molto impegnativa.
(Fabrizio Caramagna)
La A è la scala dell’alfabeto. Il primo scalino è già mezzo cammino, ma c’è molto da salire se si vuole trovare il senso delle cose.
(Fabrizio Caramagna)
Nonostante miliardi di parole, tra l’A e la Z ci sono infiniti universi che non sono mai stati esplorati.
(Fabrizio Caramagna)
La A sono la parola e l’indicibile che si prendono a capocciate
(Fabrizio Caramagna)
La A è una Torre Eiffel vista da lontano.
(Fabrizio Caramagna)
L’A maiuscola apre le gambe in modo che l’intero alfabeto passi sotto.
(Fabrizio Caramagna)
Quando l’alfabeto va in campeggio, pernotta sotto la lettera A.
(Fabrizio Caramagna)
Quando immagino, parto dalla lettera A e arrivo su Alpha Centauri in un attimo.
(Fabrizio Caramagna)
Chissà se la A usa il deodorante nella parte superiore della lettera.
(Fabrizio Caramagna)
Il 4 è una A su una gamba sola. Come i fenicotteri.
(Fabrizio Caramagna)
La A è una V al contrario con le mutandine abbassate
(Fabrizio Caramagna)
La a è una d che si è incurvata su se stessa.
(Fabrizio Caramagna)
– Mamma, chi è il mio vero padre? – disse la lettera A.
– Una vocale morta in guerra, te l’ho già detto – disse la N.
– Ma dove si trova?
– E’ nel cimitero delle vocali perdute.
(Fabrizio Caramagna)
Cartografia geografica dell’alfabeto:
La M è una catena montuosa.
La V è un burrone.
La C è un golfo.
La O è un lago.
La S è un fiume.
La J è una cascata.
La A è un vulcano.
(Fabrizio Caramagna)
La Å è una A che hanno fatto santa
(Fabrizio Caramagna)
La B, che non sappiamo mai se sia in piedi o a testa in giù, indica tutta l’ambiguità delle parole.
(Fabrizio Caramagna)
La B è un 3 che se le è rifatte troppo
(Fabrizio Caramagna)
La B è una D con il doppio mento
(Fabrizio Caramagna)
La B è ognuno di noi, dopo i pranzi delle feste
(Fabrizio Caramagna)
La B è Pamela Anderson vista dall’alto.
(Fabrizio Caramagna)
La b è una l che ha fatto l’amore senza attenzione.
(Fabrizio Caramagna)
La B è una D che si gratta la pancia
(Fabrizio Caramagna)
La E e il 3 sono una B che ha deciso di divorziare da se stessa.
(Fabrizio Caramagna)
La b è la P minorenne incinta.
Fabrizio Caramagna)
La b è una l che ha fatto l’amore senza attenzione.
(Fabrizio Caramagna)
La lettera b in realtà è solo una d allo specchio
(Fabrizio Caramagna)
È curioso che tra le lettere minuscole ce ne siano alcune alte che risaltano (come b, d, f, t) e altre che preferiscono nascondere di essere alte e cercano di passare inosservate (come c, e, g, m, n)
(Fabrizio Caramagna)
La B di bacio è sempre differente.
(Fabrizio Caramagna)
“Non mangiare troppo” disse il numero 8. Ma la B non l’ascoltò.
(Fabrizio Caramagna)
Storia di un dizionario che inizia con C perché A era troppo impegnata a scalare il cielo e la B era in gravidanza.
(Fabrizio Caramagna)
La C suona in modo duro con A, H, O e U e suona in modo più dolce con E e I. È come una persona che è tenera con chi vuole.
(Fabrizio Caramagna)
La C è una O in cerca della sua dolce meta.
(Fabrizio Caramagna)
Una U è una C che guarda il cielo.
(Fabrizio Caramagna)
Nel comodo incavo di una C ci si può addormentare e sognare pagine e pagine di un racconto.
(Fabrizio Caramagna)
La C è una I che si lancia sul traguardo al fotofinish
(Fabrizio Caramagna)
La C è la mela che ha morso Eva.
(Fabrizio Caramagna)
La C è una G con il tavolino abbassato.
(Fabrizio Caramagna)
La C è una ( che si è fatta il filler.
(Fabrizio Caramagna)
La C è una O che sta sbadigliando
(Fabrizio Caramagna)
La C ha sempre il raffreddore.
(Fabrizio Caramagna)
La D è una P con la sesta.
(Fabrizio Caramagna)
La D è una I al 9° mese di gravidanza.
(Fabrizio Caramagna)
La D è una donna incinta vista dall’alto.
(Fabrizio Caramagna)
La D è una O appoggiata al muro.
(Fabrizio Caramagna)
La d e la b sono anime gemelle, le due metà di una mela, ma sono sempre divise dalla c.
(Fabrizio Caramagna)
La 0 è una piroetta della D su se stessa.
(Fabrizio Caramagna)
C’è una sola lettera maiuscola che mi rende davvero felice 😀
(Fabrizio Caramagna)
A, B, C, D D D, E, F… L’alfabeto in 3D
(Fabrizio Caramagna)
La D è una vela spiegata che prende tutto il vento.
(Fabrizio Caramagna)
La D è una O che si è stampata contro la parete.
(Fabrizio Caramagna)
Due O andarono dal ginecologo per l’ecografia del bambino. Il dottore disse. “L’ecografia dimostra chiaramente che non è figlio legittimo. E’ una D. La mamma l’ha concepito con una I”.
(Fabrizio Caramagna)
La lettera E si ripete due volte nell’alfabeto.
A, B, C, D, E, F, G, H, I, J, K, L, M, N, Ñ, O, P, Q, R, S, T, U, V, W, X, Y e Z.
(Fabrizio Caramagna)
La E è un uomo esultante che corre e dice a tutte le altre lettere di seguirlo.
(Fabrizio Caramagna)
La lettera E è un pianoforte con solo tre tasti.
(Fabrizio Caramagna)
La E è un pettine che ha quasi esaurito i denti.
(Fabrizio Caramagna)
La E’ è una È tarocca. Diffidate dalle imitazioni
(Fabrizio Caramagna)
Ogni E vorrebbe essere €.
(Fabrizio Caramagna)
La E è un bambino che vuol esser preso in braccio
(Fabrizio Caramagna)
Le lettere è ed é invidiano parecchio la e, perché è l’unica ad essere usata (quasi) sempre correttamente.
(Fabrizio Caramagna)
éèéèéèéèéèéèéè una è con i capelli al vento
(Fabrizio Caramagna)
La e è una c col casco
(Fabrizio Caramagna)
La F ha la freschezza di chi protende le braccia a sempre nuove parole.
(Fabrizio Caramagna)
La F è una che fa ginnastica la mattina.
(Fabrizio Caramagna)
La F è una E che prova a stare in punta di piedi.
(Fabrizio Caramagna)
L’invenzione della lettera “F” cambiò molte cose ma cambiò soprattutto la vita di tutti coloro che si chiamavano rancesco, abio, ederico, ranco, abrizio
(Fabrizio Caramagna)
Una f è una r che ha costruito un secondo piano.
(Fabrizio Caramagna)
La f veniva ignorata da tutti prima di facebook
(Fabrizio Caramagna)
La G è una C che si copre lo sbadiglio con una mano.
(Fabrizio Caramagna)
La G è una C anziana col bastone
(Fabrizio Caramagna)
La G è l’italiano medio che gesticola mentre dice “che vuoi?”.
(Fabrizio Caramagna)
La G è una O che si raschia l’ombelico.
(Fabrizio Caramagna)
La G in realtà è un punto ma nessuno lo trova.
(Fabrizio Caramagna)
La g è una a rovesciata e un po’ allungata. Non si capisce perchè da grande diventi G e non ∀
(Fabrizio Caramagna)
La H venne inserita all’ultimo momento nel gruppo delle lettere dell’alfabeto. Quando lo seppe resto muta per la sorpresa!
(Fabrizio Caramagna)
Di tutte le lettere dell’alfabeto, la H è stata l’unica testimone del delitto, ma non ha detto nulla perché è muta.
(Fabrizio Caramagna)
L’acca non capisce un’acca e resta muta, e tuttavia è indispensabile nell’alfabeto.
(Fabrizio Caramagna)
La H in tempi di crisi tira la cinghia al punto da diventare una X
(Fabrizio Caramagna)
La H è una porta da rugby
(Fabrizio Caramagna)
Nell’epoca dei film muti, le sceneggiature venivano scritte solo con la lettera H.
(Fabrizio Caramagna)
Sebbene la h sappia di essere silenziosa, alza la mano per chiedere di parlare.
(Fabrizio Caramagna)
Senza l’h muta saremmo tutti più ridicoli. Pensa che assurdità dire “minciaaaa”.
(Fabrizio Caramagna)
L’artigiano stava intagliando l’alfabeto nel legno, e quando raggiunse la lettera h si sedette.
(Fabrizio Caramagna)
La h è una n che alza la mano per parlare
(Fabrizio Caramagna)
L’h del Sahara è un aspirapolvere che non funziona. Non aspira neanche un granello di polvere.
(Fabrizio Caramagna)
Sai che hai bevuto troppo quando la h di rhum non solo ha un suono, ma inizia a parlarti con un linguaggio franco.
(Fabrizio Caramagna)
Se dovessi scegliere in che lettere dell’alfabeto vivere, vivrei nell’h. Sarebbe un posto tranquillo e silenzioso, anche se a volte la I confinante fa davvero troppo rumore.
(Fabrizio Caramagna)
Coniuge legittimo della C e della G, la H sogna di aver qualche altra lettera come amante.
(Fabrizio Caramagna)
Vorrei pubblicare la biografia non autorizzata della lettera H, con i motivi del suo silenzio e i dettagli della sua torrida relazione con la R.
(Fabrizio Caramagna)
Il mutamento è un cambiamento silenzioso, tipo quello che trasforma /a/ in /ha/ con un invisibile colpo del palato.
(Fabrizio Caramagna)
La I è una O vista di profilo.
(Fabrizio Caramagna)
La ( è una I che sculetta quando cammina ( ) ( ) ( )
(Fabrizio Caramagna)
Nessuna lettera saluta bene come la i: ì í ì í ì í
(Fabrizio Caramagna)
A volte il puntino sulla i vorrebbe essere al centro della O.
(Fabrizio Caramagna)
La J è una mazza per giocare a golf con il puntino che ha lasciato cadere la I, usando la U come buca.
(Fabrizio Caramagna)
La j è una i che sta premendo l’acceleratore.
(Fabrizio Caramagna)
La j è una i che sta scavando la sua buca per scappare dall’alfabeto.
(Fabrizio Caramagna)
La j è una foca che gioca con la sua pallina.
(Fabrizio Caramagna)
La J è un ombrello che ha perso metà della copertura.
(Fabrizio Caramagna)
La j è la sola lettera che pattina.
(Fabrizio Caramagna)
La K è una lettera che spera in un abbraccio ma è troppo spigolosa per riceverlo.
(Fabrizio Caramagna)
La K è una H tamponata su un fianco
(Fabrizio Caramagna)
Quando nessuno le guarda, le K prendono lezioni di scherma.
(Fabrizio Caramagna)
Una K è una R calva.
(Fabrizio Caramagna)
La K nelle frasi in italiano solo per il potassio. Grazie.
(Fabrizio Caramagna)
La L è un triangolo rettangolo senza ipotenusa.
(Fabrizio Caramagna)
La L è l’angolo dove si riposa l’alfabeto.
(Fabrizio Caramagna)
La L è una giovane I che prova le scarpe del papà.
(Fabrizio Caramagna)
La l di lago è la più liquida delle lettere.
(Fabrizio Caramagna)
Tra le varie forme di ansia metterei l’ansia di chi è terrorizzato dalla somiglianza tra la I maiuscola e la l minuscola.
(Fabrizio Caramagna)
Ho fatto un’analisi del mio computer. Ho scoperto che la La e la W sono le lettere più usate. Evidentemente quando non ci sono, ne approfittano per mandarsi messaggi d’amore a mia insaputa.
(Fabrizio Caramagna)
La M è l’unica lettera gemella del nostro alfabeto. L’altra è la lettera W.
(Fabrizio Caramagna)
La M è il ponte tra la prima parte dell’alfabeto e la seconda.
(Fabrizio Caramagna)
La M è la W che fa flessioni.
(Fabrizio Caramagna)
La M è l’ 1 che si guarda alla specchio.
(Fabrizio Caramagna)
La M: le onde del mare che scorrono nell’alfabeto.
(Fabrizio Caramagna)
La M: due montagne innamorate.
(Fabrizio Caramagna)
La m è un n con la stampella.
(Fabrizio Caramagna)
Una m è un 3 che non vuole alzarsi.
(Fabrizio Caramagna)
La N è una consonante che sale e scende lungo le frasi.
(Fabrizio Caramagna)
La N sono due I che tengono sorreggono la terza ubriaca nel centro.
(Fabrizio Caramagna)
La N è la lettera con la fascia da sindaco
(Fabrizio Caramagna)
La N è la Z svenuta dopo aver saputo l’importo delle tasse.
(Fabrizio Caramagna)
La N, quando arriva notte, diventa una Z e fa ZZZ….
(Fabrizio Caramagna)
Una n è una l che si è piegata ad allacciarsi una scarpa.
(Fabrizio Caramagna)
Una n è una h che è passata sotto la ghigliottina.
(Fabrizio Caramagna)
La O tutti la scrivono al rovescio, ma nessuno se ne accorge
(Fabrizio Caramagna)
La O è un buco dell’alfabeto, chissà quali altre lettere ci sono dall’altra parte.
(Fabrizio Caramagna)
La O è una C bulimica. Tutta colpa degli standard di magrezza della I.
(Fabrizio Caramagna)
La O è una Q che ha deciso di smettere di fumare
(Fabrizio Caramagna)
Da secoli la lettera O e lo zero si accusano reciprocamente di plagio.
(Fabrizio Caramagna)
Non tutte le O escono col buco. E allora finiscono in un alfabeto a parte.
(Fabrizio Caramagna)
La O è la palla con cui il resto delle lettere gioca a calcio.
(Fabrizio Caramagna)
La P è una I rifatta.
(Fabrizio Caramagna)
La p è una q che si guarda allo specchio.
(Fabrizio Caramagna)
La P è una bolla di sapone che non riesce a staccarsi.
(Fabrizio Caramagna)
La P è una I che fa la linguaccia
(Fabrizio Caramagna)
Quale lettera ha ha messo incinta la P facendola diventare una B? I sospetti vanno sulla D.
(Fabrizio Caramagna)
La Q c’è anche nel quattordici, ma si nota di più nel quaranta.
(Fabrizio Caramagna)
E se la vita avesse la forma di una lettera Q? Giri in tondo senza realizzare nulla, e se mai ti dessi una mossa per cambiare, troveresti una strada senza uscita.
(Fabrizio Caramagna)
La Q è una lettera che ti fa la lingua perché la usi poco.
(Fabrizio Caramagna)
La Q è la O che mette il cavalletto per parcheggiare!
(Fabrizio Caramagna)
La Q va sempre in giro con un laccio sciolto.
(Fabrizio Caramagna)
La U, invidiosa, ha usato una T come martello e una I come chiodo, e l’ha inchiodata alla O, che ha finito per diventare una Q.
(Fabrizio Caramagna)
Quando la Q scopre che la U ha visto altre parole da sola, ha un suono più triste.
(Fabrizio Caramagna)
La R è sempre appoggiata al muro e cerca di fare lo sgambetto alle altre lettere.
(Fabrizio Caramagna)
La r è una i che fa la reverenza.
(Fabrizio Caramagna)
Mi ha detto erre di “Recherche”
e non ho avuto il coraggio di non amarla per 30 secondi buoni.
(Fabrizio Caramagna)
La R è una donna donna rifatta e una protesi al seno purtoppo è scoppiata
(Fabrizio Caramagna)
Dopo la Q dovrebbe esserci la S, se non erre.
(Fabrizio Caramagna)
Quando pronunci la S, sembra che sia affogata una vocale.
(Fabrizio Caramagna)
La S è una O che ha smesso di mordersi la coda
(Fabrizio Caramagna)
La S è un accordo siglato tra due c
(Fabrizio Caramagna)
La S é una I nella stanza degli specchi deformanti
(Fabrizio Caramagna)
La S è un distributore di benzina.
(Fabrizio Caramagna)
La S è il numero 8 dopo i tagli del governo.
(Fabrizio Caramagna)
La danza della lettera S, come un suicida pentito che pende da un cornicione e non si vuole più buttare giù.
(Fabrizio Caramagna)
La T voleva stare nella scatola degli attrezzi ma si è persa nell’alfabeto.
(Fabrizio Caramagna)
La T è una I che fa il vigile urbano.
(Fabrizio Caramagna)
La lettera U è il simbolo fonetico del mistero, infatti ce l’hai tu e ce l’ha lui ma non io, perché io mi conosco bene.
(Fabrizio Caramagna)
La U è il ferro di cavallo dell’alfabeto, che protegge il galoppo delle parole.
(Fabrizio Caramagna)
E’ difficile stabilire in che dio creda la U. E’ tutta una conversione.
(Fabrizio Caramagna)
L’O si tolse il cappello e si trasformò in una U.
(Fabrizio Caramagna)
Contro tutte le apparenze, la U è una vocale chiusa mentre la O è una vocale aperta.
(Fabrizio Caramagna)
Mi chiedo sempre se la ü perderà il suo status di lettera come è successo a Plutone che ha perso il suo status di pianeta.
(Fabrizio Caramagna)
La V è una delle ultime lettere ma fa il segno di vittoria di chi pensa di vincere.
(Fabrizio Caramagna)
Una V è una corda floscia su cui cammina un elefante invisibile.
(Fabrizio Caramagna)
La V era una lettera felice e spensierata. Dopo quella brutta caduta, però, vive una vita di M, con le stampelle.
(Fabrizio Caramagna)
Calcoli matematici con le lettere dell’alfabeto: se V + V è uguale a X, V + II dovrebbe essere uguale a…? (risposta: M)
(Fabrizio Caramagna)
La V sembra sempre che voglia dire “Vi faccio vedere io”.
(Fabrizio Caramagna)
La V: nel suo bicchiere è finito il gelato.
(Fabrizio Caramagna)
Alcuni glottologi bigotti presentarono una petizione perché la W venisse espulsa dall’alfabeto dal momento che la consideravano frutto di un matrimonio illecito tra due V.
(Fabrizio Caramagna)
La W è un cameriere che sta portando due piatti.
(Fabrizio Caramagna)
La W è la versione punk della M.
(Fabrizio Caramagna)
La W sono 4 gambe del nuoto sicronizzato
(Fabrizio Caramagna)
La M è l’unica lettera gemella del nostro alfabeto. L’altra è la lettera W.
(Fabrizio Caramagna)
W: un pippistrello che vola tra le lettere
(Fabrizio Caramagna)
Invece del punto avrebbero dovuto mettere una X sotto l’interrogativo.
(Fabrizio Caramagna)
La X è l’incrocio stradale.
(Fabrizio Caramagna)
La X sono due V che fanno uno spettacolo circense.
(Fabrizio Caramagna)
La X occupa per intero lo spazio con una croce ben fatta, poi guarda la W alla sua sinistra e la Y alla sua destra e dice: “Non avevate un altro modo più semplice di riempire lo spazio?”.
(Fabrizio Caramagna)
La X apre le forbici per tagliare altre lettere.
(Fabrizio Caramagna)
La X è invidiosa della W perchè anche lei è una lettera inutile ma viene prima
(Fabrizio Caramagna)
La X è una I che torna stanca dal lavoro e si butta sul letto
(Fabrizio Caramagna)
La X di EX è una croce che ci segna parecchio.
(Fabrizio Caramagna)
Hai visto con quanta efficacia ho stretto a metà il collo della X? La lettera O ha voluto imitarmi ed è diventata un 8.
(Fabrizio Caramagna)
“Mani in alto!”, disse la T. E nacque la Y.
(Fabrizio Caramagna)
La Y è l’imbuto dell’alfabeto. Ci finiscono tutte le lettere che non usiamo e che scartiamo..
(Fabrizio Caramagna)
La Y è il pube dell’alfabeto.
(Fabrizio Caramagna)
LA Y è una V parecchio eccitata!
(Fabrizio Caramagna)
La Y è una K che ha iniziato il saggio di danza
(Fabrizio Caramagna)
La Y è una I con le doppie punte.
(Fabrizio Caramagna)
La Y è un bambino del terzo mondo con le braccia aperte sotto la pioggia
(Fabrizio Caramagna)
La y è una x che trascina il piede.
(Fabrizio Caramagna)
Chissà quante N ha capovolto l’inventore dell’alfabeto prima di trovare la Z.
(Fabrizio Caramagna)
La Z è una rivoluzionaria che da secoli cerca di spodestare la A usurpatrice.
(Fabrizio Caramagna)
In un mondo parallelo, le Zeta vanno in giro armate e non oso immaginare che cosa succede quando si trovano con due Z nella parola “eccezzione”.
(Fabrizo Caramagna)
La Z è un 7 che tira la coda contro di sé perché ha paura che venga calpestata.
(Fabrizio Caramagna)
La Z è una di quelle sedie d’avanguardia esposte al Salone del Mobile
(Fabrizio Caramagna)
La Z è una S dopo una dose di viagra
(Fabrizio Caramagna)
La Z è una lettera così elitaria che sta solo con le vocali.
(Fabrizio Caramagna)
ZZZZZ: la Z si addormentò, essendo l’ultima della fila.
(Fabrizio Caramagna)
Per diventare una @ la lettera a ha dovuto fare molti esercizi yoga.
(Fabrizio Caramagna)
La @ era nata come contorsionista. E adesso deve correre veloce, da una parte all’altra del mondo, per portare le email.
(Fabrizio Caramagna)
La @ è la a dopo la beatificazione.
(Fabrizio Caramagna)
La @ è una a che d’inverno ha freddo-
(Fabrizio Caramagna)
La @ sono una a e una O persi un un abbraccio d’amore!
(Fabrizio Caramagna)
La @ è uno spermatozoo che si guarda l’ombelico.
(Fabrizio Caramagna)
§ sono due s che fanno l’amore.
(Fabrizio Caramagna)
$ è una S in gita a Las Vegas
(Fabrizio Caramagna)
% sono due o che giocano a ping pong.
(Fabrizio Caramagna)
%. Le due o sarebbero arrivate alla mani, se non fosse stato per la I.
(Fabrizio Caramagna)
La £ era la mamma ricca del piccolo € che dopo la dipartita della genitrice è caduto in disgrazia qualche anno dopo.
(Fabrizio Caramagna)
€ è un simbolo che non eguaglierà mai la £.
(Fabrizio Caramagna)
& è una e che ama stare in compagnia.
(Fabrizio Caramagna)
& è un 8 eccitato.
(Fabrizio Caramagna)
# sono due che aspettano un terzo per iniziare una partita a tris.
(Fabrizio Caramagna)
La â, la ê, la î, la ô e la û hanno una tenda: solo la î però ci sta comoda
(Fabrizio Caramagna)
å ha bevuto champagne, õ e andato dal parrucchiere, a ç pende un lembo di camicia
(Fabrizio Caramagna)