Frasi e aforismi sull’entrare, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sull’uscita e l’uscire, Frasi e aforismi sulla porta e Frasi e aforismi sui confini.
**
Frasi e aforismi sull’entrare
L’ingresso per la meraviglia è molto basso: dobbiamo abbassarci finché non abbiamo l’altezza di un bambino per entrare.
(Fabrizio Caramagna)
Leggere un libro non è uscire dal mondo, ma entrare nel mondo attraverso un altro ingresso.
(Fabrizio Caramagna)
Mi chiedo se sai quante volte sono rimasto fuori dai tuoi sogni, aspettando che mi lasciassi entrare.
(Fabrizio Caramagna)
La mia uscita in caso di emergenza è entrare nel tuo cuore.
(Fabrizio Caramagna)
Avevi quel modo di aprire le finestre di una persona. E solo tu sapevi come fare. Prima lasciavi uscire tutto il buio. Che se ne andasse, a poco a poco. Poi, soltanto dopo, facevi entrare la luce.
(Fabrizio Caramagna)
Sei entrata nella mia vita non per caso, ma come chi arriva in un luogo dove tutti gli specchi hanno atteso il tuo viso, tutte le strade i tuoi passi.
(Fabrizio Caramagna)
Chi ha il potere di farti emozionare, ti è già entrato nel cuore.
(Fabrizio Caramagna)
I narcisisti bussano alla tua porta per vedere se la apri. Ma non hanno nessuna intenzione di entrare.
(Fabrizio Caramagna)
L’ansia lavora continuamente a chiudere tutte le fessure dove la felicità potrebbe entrare.
(Fabrizio Caramagna)
L’amore è due occhi che ti guardano
e chiavi magiche capaci di farti entrare dovunque.
(Fabrizio Caramagna)
Amore non è far entrare una persona nei tuoi sogni ma far entrare uno stesso sogno dentro due persone.
(Fabrizio Caramagna)
Bravo chi riesce ad allargare la propria vita, facendocene entrare più d’una. Visto che di allungarla non abbiamo facoltà.
(Fabrizio Caramagna)
“Oggi” ha un suono aperto, è quasi impossibile non entrarvi.
(Fabrizio Caramagna)
Il sogno è un labirinto di cui ricordiamo solo il tragitto fatto per uscirne, e non come siamo entrati.
(Fabrizio Caramagna)
Due diverse solitudini: entrare in una casa vuota o in una festa piena di gente.
(Fabrizio Caramagna)
Gli stati d’animo te li trovi lì, pronti ad ospitarti, senza che tu abbia in alcun modo chiesto il permesso d’entrarvi.
(Fabrizio Caramagna)
Chissà se esiste uno di quei giorni così felici e spensierati da non farci entrare neanche una volta in un social.
(Fabrizio Caramagna)
Parlare con degli anziani e intavolare una piacevole chiacchierata, è come entrare in un altro tipo di biblioteca.
(Fabrizio Caramagna)
Entrare in un prato significa conversare con le diverse personalità dei fiori.
(Fabrizio Caramagna)
Non mi sono mai sentito più perso e più felice di quando ho preso il timone e invece di lasciarmi la tempesta alle spalle ci sono entrato dentro.
(Fabrizio Caramagna)
E quindi sono entrato in un campo di margherite
e ho detto sì a vivere,
ho detto sì ad amare,
ho detto sì ad essere,
illuminato dal sole
e senza paura.
(Fabrizio Caramagna)
Ho imparato a vederti. Il tuo volto e le tua braccia e il tuo sorriso sono entrati in un luogo di me che non conoscevo. E’ una specie di seconda vista. Ogni cosa di te va a finire là dentro e diventa subito luminosa.
Credo che sia questo l’amore.
(Fabrizio Caramagna)
La musica è una macchina che alcuni usano per entrare in un altro mondo, altri per desiderare cose inesistenti, altri per trovare la pace e altri per sentire che sapore hanno le ferite.
(Fabrizio Caramagna)
Al tramonto, quando la luce tocca i rami dei salici piangenti immersi nell’acqua, mi sembra di entrare in un mondo nuovo: il mondo della pura sensazione.
(Fabrizio Caramagna)
Il silenzio pungola, come nessun’altro, l’immaginazione ad entrare in scena.
(Fabrizio Caramagna)
Entrare nei sogni come quando si entra nell’utero materno: tutto è sconosciuto, nuovo, possibile.
(Fabrizio Caramagna)
L’amore soggiorna sempre nell’anticamera dell’attrazione, ma non è detto varchi quella soglia, per entrarvi.
(Fabrizio Caramagna)
La luna appoggia il suo sguardo curioso sulle vetrate delle cattedrali, e prova il rimpianto di non poter entrare là dentro.
(Fabrizio Caramagna)
Usare le frasi fatte è come entrare in in bosco pieno di alberi di plastica.
(Fabrizio Caramagna)
C’è chi progetta trionfali uscite di scena, ancor prima di entrare nella scena stessa.
(Fabrizio Caramagna)
Prima di uscire da una relazione, accertati di esserci entrato.
(Fabrizio Caramagna)
Per alcune persone anziane entrare su Facebook è come il primo giorno di scuola. Non conoscono nessuno.
(Fabrizio Caramagna)
La rabbia non chiede mai il permesso prima di entrare.
(Fabrizio Caramagna)
Come quando guardi una foto, e vorresti entrarci dentro. Per tornare proprio lì, in quel preciso momento.
(Fabrizio Caramagna)
Solo per il sogno esistono delle chiavi. La realtà non ha una porta in cui entrare e non si lascia aprire. E’ già aperta.
(Fabrizio Caramagna)
Ho un’alba da raccontarti. Se l’ascolti, la luce può entrare in ogni stanza del tuo cuore.
(Fabrizio Caramagna)
Di te mi Piace quello stupore che fai entrare dentro di me.
(Fabrizio Caramagna)
Sarebbe bello se invece di chiedere “Ti va di uscire”, si dicesse “Ti va di entrare insieme?”. Uscire dà l’idea di abbandonare qualcosa. Invece, chi entra, entra nel nuovo, nel possibile, nell’inaspettato.
(Fabrizio Caramagna)
Entrare in ogni stanza come fa la luce, silenziosamente e senza essere notata, ma prendendo possesso di tutto.
(Fabrizio Caramagna)
La primavera si è affacciata alle finestre e mi ha chiesto di entrare.
E io credo nell’ospitalità.
(Fabrizio Caramagna)
Entrare e uscire da qualcosa, con la ragione intatta, è profondamente noioso.
(Fabrizio Caramagna)
Nell’empatia non basta sentire. Bisogna entrare dentro la pelle, immergersi nel cuore, sprofondare nel dolore dell’altro, precipitare giù e continuare a scendere, perché l’empatia funziona così.
Altrimenti è solo superficie.
(Fabrizio Caramagna)
Conoscenza. Riconoscimento. Riconoscenza. Tre parole per entrare in contatto con l’altro.
(Fabrizio Caramagna)
Così abili ad argomentare, così incapaci di entrare in empatia con l’altro.
(Fabrizio Caramagna)
Persone che invece di entrare nel nocciolo della questione, si godono lo scintillante guscio esteriore.
(Fabrizio Caramagna)
Quanti vogliono entrare in argomento, ma non hanno le chiavi.
(Fabrizio Caramagna)
Certi amori si restringono, come un maglione di lana, che diventa così piccolo che non puoi più entrarci dentro.
(Fabrizio Caramagna)
Il dolore a volte è questo restare fuori dal mondo,
senza potervi entrare.
Una crosta gelata che seguita a gelare
e che nessuna mano riscalda.
(Fabrizio Caramagna)
Inesatti nella loro forma, i nomi bussano alla porta delle cose, però non riescono mai a entrare.
(Fabrizio Caramagna)
Nella parte più profonda di noi ci sono quartieri bui dov’è meglio non entrare. Eppure basta un niente per sbagliare strada e ritrovarcisi dentro e non sapere più come uscire.
(Fabrizio Caramagna)
Avevi quel modo di aprire le finestre di una persona. E solo tu sapevi come fare. Prima lasciavi uscire tutto il buio. Che se ne andasse, a poco a poco. Poi, soltanto dopo, facevi entrare la luce.
(Fabrizio Caramagna)
A volte mi sento come una rosa sotto una campana di vetro che appassisce ma non se ne accorge perché non può entrare alcun vento a strapparne i petali.
(Fabrizio Caramagna)
Se non permetti a nessuno di entrare nella tua vita non correrai mai rischi.
Avrai solo gente fuori la porta, come incroci occasionali. E la casa vuota.
(Fabrizio Caramagna)
E ogni tanto entrare in casa al buio e lasciare un attimo la luce spenta, per sentirla la calma allargarsi sulle pareti, morbida e silenziosa.
(Fabrizio Caramagna)
Con te è come ubriacarsi il cuore di azzurro e poi entrare in casa con tutti le nuvole messe fuori dalla porta.
(Fabrizio Caramagna)
Prima di entrare nella mente di qualcuno, accertati sempre che ce l’abbia.
(Fabrizio Caramagna)
Vivi in un castello sbarrato, con il fuoco costantemente acceso e gli arcieri pronti.
Però il tuo drago ha occhi buoni e invita a entrare.
(Fabrizio Caramagna)
La ragione conduce fino alla fede, ma poi impedisce di entrarvi.
(Fabrizio Caramagna)
La religione entra nelle stanze in cui non può entrare la scienza.
(Fabrizio Caramagna)
Attenzione a quelli che vogliono entrare nella tua vita e, per farsi spazio, te la tolgono tutto.
(Fabrizio Caramagna)
Non entrare mai in un cuore se ha ancora i postumi della sbornia di un altro.
(Fabrizio Caramagna)
L’elefante ha una proposta da farci. Noi smettiamo di fare commercio delle sue zanne e lui smette di entrare nel negozio rompendo i cristalli.
(Fabrizio Caramagna)
Vieni, ti mostrerò il panico che vive in una goccia d’acqua quando sta per entrar nell’oceano.
(Fabrizio Caramagna)
Se solo si potesse entrare nell’aldilà, inoltrandosi come allegato.
(Fabrizio Caramagna)
Mi è entrata una chimera negli occhi e non riesco a smettere di sognare.
(Fabrizio Caramagna)
Si riesce a superare un vizio solo per rendersi conto di essere entrati in un altro.
(Fabrizio Caramagna)
Mi sono rifugiato nella mia testa, non avevo altre scappatoie, ma in questa cavità è entrato pure il mondo con tutti i suoi pericoli.
(Fabrizio Caramagna)
Se ci si sente soffocare, vuol dire che siamo entrati in un mare di cose già dette e già sentite.
(Fabrizio Caramagna)
Non sto piangendo, mi è entrato negli occhi il rinnovo del contratto d’affitto con un aumento annuo del 30%.
(Fabrizio Caramagna)
Sono entrato in casa e ho trovato tutti i miei Lunedì in soggiorno a fare terapia di gruppo.
(Fabrizio Caramagna)
Certe sensazioni sono così, si sentono addosso, ma si rifiutano di entrare nelle parole, di esser definite da un pensiero. Si assaggiano con la pelle e basta.
(Fabrizio Caramagna)
Abbracciare è una cosa complessa. Devi usare le mani ma anche il cuore, devi fare piano e forte, devi racchiudere ma devi anche far entrare l’infinito. E soprattutto devi far incastrare il tuo corpo in un altro.
(Fabrizio Caramagna)
Ho una carovana di carezze che vogliono entrare nel tuo corpo senza passare dalla dogana.
(Fabrizio Caramagna)
Che voglia di essere un colore, entrare dentro il melograno e parlare con il rosso e il rubino
oppure finire in un quadro qualsiasi di Van Gogh a discutere con l’azzurro.
(Fabrizio Caramagna)
No, anima, tu in questo locale non puoi entrare.
Ho bisogno di un’ora di leggerezza e stupidità e vanità.
Tu aspettami fuori.
(Fabrizio Caramagna)
Insonnia. Non riesco ad entrare nel mondo dei sogni almeno tanto quanto io non riesco a uscire dal mondo della veglia.
(Fabrizio Caramagna)
Il silenzio della notte è come qualcosa che si appoggia alla finestra e cerca di entrare, ma senza spingere, senza fare alcun rumore. La finestra è chiusa, ma lui entra lo stesso, con il suo peso leggero. E avvolge ogni cosa.
(Fabrizio Caramagna)
Scrivere un aforisma per ogni voce, (spesso scriverne più di uno) nel tentativo di raccontare le tante sfaccettature di una parola, è come entrare in un labirinto, dove ogni porta può essere l’uscita verso il giardino del senso e del significato o al contrario essere l’ingresso in un labirinto ancora più complesso.
(Fabrizio Caramagna)
Un povero sasso aspetta vicino alla porta del museo di geologia ma nessuno lo fa entrare.
(Fabrizio Caramagna)
Gli atomi di luce che lottano l’uno contro l’altro per entrare attraverso la stretta fessura della persiana.
(Fabrizio Caramagna)
Nessuno può sentirsi superiore a un altro. Abbiamo tutti provato a far entrare la catenella del carrello del supermercato nel buco davanti senza riuscirci.
(Fabrizio Caramagna)
Il miracolo dell’abbronzatura. Che anche se non ti fa dimagrire, ti fa entrare nei vestiti più stretti.
(Fabrizio Caramagna)
Qualcuno sa quante calorie si consumano se si guarda la vetrina di una pasticceria senza entrare dentro?
(Fabrizio Caramagna)
Ma in quale momento della storia abbiamo permesso al sale rosa dell’Himalaya di entrare nelle nostre vite?
(Fabrizio Caramagna)
Nella storia di Biancaneve c’era un ottavo nano, Preambolo, che però ogni volta esitava a entrare nella favola.
(Fabrizio Caramagna)
Ogni casa dovrebbe avere l’ala Ovest dove non può entrare nessuno.
(Fabrizio Caramagna)
Ho sempre pensato che in autostrada i caselli facessero un po’ più di selezione all’ingresso. E invece fanno entrare qualunque pirata della strada.
(Fabrizio Caramagna)
La mia innata capacità di cacciarmi nei guai l’ho capita il giorno in cui, come spermatozoo, ho voluto superare tutti gli altri per entrare nell’ovulo femminile.
(Fabrizio Caramagna)
A volte ho la sensazione che la mia identità sia una gabbia che non lascia entrare la mia identità.
(Fabrizio Caramagna)
Nel tuo spazio mentale c’è gente che hai fatto entrare tu, ma quanti sono gli abusivi che vorresti sbattere fuori?
(Fabrizio Caramagna)
Il destino dei valori è quello di entrare in crisi.
(Fabrizio Caramagna)
A soli 10 anni ha scritto “auspicabile”. Può auspicare a entrare in politica.
(Fabrizio Caramagna)
Lascia stare quell’ossessione, ci sono voluti anni di vano corteggiamento per farla entrare nella mia vita.
(Fabrizio Caramagna)
Se vuoi entrare nella mia via, devi fare almeno una volta il giro della muraglia cinese con un aquilone.
(Fabrizio Caramagna)
Caro inconscio, chi ti ha detto di entrare nella mia lucidità?
(Fabrizio Caramagna)
Ci sono quelli che passano direttamente dalla crisi dell’adolescenza alla crisi di mezza età senza entrare nell’età adulta.
(Fabrizio Caramagna)
Un insegnante può cambiare la storia dell’umanità. Chiedetelo a coloro che rifiutarono Hitler quando chiese di entrare all’Accademia di Belle Arti di Vienna.
(Fabrizio Caramagna)
La cosa difficile non entrare all’Académie française. La cosa difficile è uscirne. Conoscete qualcuno che è uscito vivo da lì?
(Fabrizio Caramagna)
Volevo entrare nel salotto culturale italiano, ma sono rimasto nel tinello angolo cucina.
(Fabrizio Caramagna)
I nuovi acciacchi che ci colpiscono hanno bisogno di acclimatarsi un po’ prima di entrare a far parte dei nostri dolorini cronici.
(Fabrizio Caramagna)
Vivo la vita a 359 gradi. C’è sempre un angolo in cui non vale la pena entrare.
(Fabrizio Caramagna)
Da quando ho deciso di dare spazio alla mia schizofrenia, non sono più riuscito ad entrare in casa. Quando bussavo, mi rispondeva: “non c’è, sei uscito”.
(Fabrizio Caramagna)
Qualche volta consento alla luce dell’assoluto di entrare in casa. La faccio accomodare vicino alla sfera del trascendente: mi guarda per qualche istante, sorride enigmatica e poi va via.
(Fabrizio Caramagna)
A volte litigare è come entrare in un saloon: senti il clic del grilletto e non sai quale sarà la frase che aprirà la sparatoria.
(Fabrizio Caramagna)
Sono entrato in recessione intellettuale.
(Fabrizio Caramagna)
Disse il cinico: “Sono entrato nel club dei 54 anni…. 54 anni dal mio primo e ultimo successo: nascere”.
(Fabrizio Caramagna)
Sono appena entrato nella mezza età e già mi sento alla millesima replica.
(Fabrizio Caramagna)
Qualcuno ha lasciato la finestra della coscienza aperta per tutto il pomeriggio ed è entrata l’insonnia.
(Fabrizio Caramagna)
Qualcuno di voi ha patito il jet-lag tra quando era nell’utero e quando è entrato nel mondo, e non si è ancora ripreso.
(Fabrizio Caramagna)
Di nascosto da tutti sono entrato in una poesia di Marina Cvetaeva che mi aspettava da sempre.
(Fabrizio Caramagna)
Il piano era di entrare nella vita, essere felici e scappare prima che ci prendesse la morte.
Ma non ha funzionato.
(Fabrizio Caramagna)