Frasi e aforismi sul muro e le mura, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sui confini, Frasi e aforismi sui limiti, Frasi e aforismi sulla casa e Frasi e aforismi sulla scala.
**
Frasi e aforismi sul muro e le mura
Vado d’accordo con i bambini, con i matti e i poeti,
quelli che perdono la bussola, il tempo e gli schemi,
quelli che saltano sopra i muri e corrono liberi dall’altra parte.
(Fabrizio Caramagna)
Muri, confini, limiti, staccionate, sbarre, gabbie, definizioni.
Quando l’unica cosa che dovrebbe starci attorno è un abbraccio.
(Fabrizio Caramagna)
Soffia sempre un vento gelido, quando pronuncio la parola muro.
(Fabrizio Caramagna)
L’odio erge muri per respingere, l’empatia attraversa mari per incontrare.
(Fabrizio Caramagna)
Costruisci un tavolo più lungo per i tuoi ospiti, non un muro più alto per gli estranei.
(Fabrizio Caramagna)
Magari c’è altro,
magari ne vale la pena,
per questo scavalco muri e supero confini.
Perché è oltre che crescono i fiori più rari.
(Fabrizio Caramagna)
Un passo oltre il probabile si può fare? Superare il muro che è stato eretto intorno e ritrovarmi accanto a te, nell’inaspettato.
(Fabrizio Caramagna)
Non amo i confini, i muri, i limiti.
Amo invece la parola “mescolare”, perché da sempre origine a qualcosa di unico.
(Fabrizio Caramagna)
Verbo abbracciare. Un verbo aperto. Privo di muri. Verbo che mostra luce. Verbo che innamora.
(Fabrizio Caramagna)
Sai cos’è un sorriso? È un muro che cade, una porta che si apre, un enigma che si scioglie, una vibrazione che entra nel petto e si fa cielo e luce.
(Fabrizio Caramagna)
L’edera narra nuove storie al muro in cambio di spazio.
(Fabrizio Caramagna)
L’ombra vorrebbe staccarsi dal muro
e correre libera nell’aria.
Ma il muro non ne vuole sapere.
(Fabrizio Caramagna)
Mi sono costruito così tanti muri intorno a me, che l’amore della mia vita deve venire con un buon martello.
(Fabrizio Caramagna)
Sei quel tipo di fiore che fa sembrare belle le fessure e le crepe del mio muro. Che dà finalmente un senso a ogni vuoto.
(Fabrizio Caramagna)
Quando non viene visto, il vento si diverte a staccare le ombre dai muri.
(Fabrizio Caramagna)
Ascolto i muri. Ne dicono tante. Non li interrompo. Lascio che mi raccontino tutte le storie di coloro che parlano ai muri.
(Fabrizio Caramagna)
Muri di razionalità a confinarti il cuore. Finché non vedi quel sorriso. Finché non squarci le tue resistenze. Perché torni a sentire.
(Fabrizio Caramagna)
I muri che non scavalchi non smettono mai di crescere.
(Fabrizio Caramagna)
Anche se hai solide mura, nulla potrà impedirti di tremare.
(Fabrizio Caramagna)
I buchi fatti nei muri. Che restano per farci guardare al di là. Dove c’è il vuoto o l’incanto.
(Fabrizio Caramagna)
Il lato B di un vinile, lo scaffale nascosto di una libreria, un muro scrostato, l’interno riservato di un cortile: è bello guardare dove nessuno si sofferma, è bello sorprendersi.
(Fabrizio Caramagna)
I muri sono pieni di frasi disperate, però non li vedi mai piangere (a parte uno che è a Gerusalemme).
(Fabrizio Caramagna)
Peccato per certe muri, che pur non nobili,
hanno la sventura di diventar sfondo inutile di offese e parolacce.
(Fabrizio Caramagna)
La città. Il tempo che scorre. I tram pieni di persone sole. I colori sui muri e il grigio sui visi. I passi veloci e le vite di fretta.
Poi viene la sera. Ogni cosa rallenta, prende fiato. E tu che cammini, indossando un sorriso bellissimo.
(Fabrizio Caramagna)
C’è un punto particolare della sera dove i confini si fanno labili e i muri di cinta non possono difendere nulla. Lì, si apre un varco verso chi ami.
(Fabrizio Caramagna)
Dell’estate mi piace l’odore del basilico sulle mani, le case con i muri bianchi e il non doversi difendere da niente.
(Fabrizio Caramagna)
Ricordo che un giorno d’estate di tanti anni toccai una felicità mai vista prima. E il sole mi ritagliò un’ombra sul muro. Da qualche parte quell’ombra è ancora là.
(Fabrizio Caramagna)
Sgomberare una casa solo per riscoprire come cade bene la luce sui muri disadorni.
(Fabrizio Caramagna)
Questi muri.
Che in silenzio separano stanze e segreti. Che proteggono vite. Che sorreggono case.
Chissà se, almeno una volta, hanno avuto voglia di sentirsi liberi e correre nel mondo.
(Fabrizio Caramagna)
Mi piaceva scrivere d’amore sui muri, poi un giorno m’hanno bloccato perché invece che scrivere “Ti amo” ho raccontato di noi e del tuo viso sulla mia spalla e delle nostre corse all’orizzonte, e le frasi erano lunghe, e la gente si fermava a leggere e sorrideva. E poi tutti hanno iniziato a scrivere frasi d’amore sui muri come le nostre e nessuno lavorava più e la città si era fermata. E un giorno vennero da me dei burocrati e mi dissero: “Basta frasi sui muri. Lei sta bloccando la produttività della città. Le metta in un libro come tutti”.
(Fabrizio Caramagna)
Tenace,
come l’edera che prende vita su un muro che sembrava ruvido e spigoloso.
(Fabrizio Caramagna)
Sulle mura dipinte di sole crescono le storie dell’edera. Le ombre ascoltano ogni parola.
(Fabrizio Caramagna)
Non c’è un solo errore di ortografia nella fioritura del glicine. I suoi rami sanno sempre come arrampicarsi, come scrivere righe di inchiostro viola sui muri.
(Fabrizio Caramagna)
Le nostre speranze sono dei bambini. Attraverso un buco del muro le guardiamo giocare in un giardino segreto, ed esse non possono vederci. Se si voltassero verso di noi, chissà cosa penserebbero delle nostre paure.
(Fabrizio Caramagna)
In fondo alla curva,
c’è il mio paese e i muri delle case e l’odore del vento.
“Dove sei stato” mi chiede il cielo,
in una lingua intraducibile che solo io e il mio paese sappiamo.
(Fabrizio Caramagna)
La curiosità che si incanala nei vicoli, il bianco accecante dei muri bruciati dal sole, il silenzio incantato del paese che mi offre manciate di luce e promesse.
(Fabrizio Caramagna)
Stanco come una quercia secolare che non ne può più di guardare sempre lo stesso muro che gli hanno costruito di fronte.
(Fabrizio Caramagna)
Le tue mani sarebbero il posto perfetto se non avessero muri.
(Fabrizio Caramagna)
Eppure con me sei stata edera che si arrampica leggera prima di essere muro che respinge.
(Fabrizio Caramagna)
Non hai costruito un muro intorno a te.
Ma sei stata brava a creare dei vasti paesaggi fatti di strade senza uscita e confini incerti dove la gente ha finito per perdersi.
(Fabrizio Caramagna)
Ogni cosa al proprio posto.
Le tue labbra sulle mie.
La tua schiena contro il muro.
I vestiti per terra.
(Fabrizio Caramagna)
Dovrei scriverti su un muro una mia dichiarazione d’amore e poi andarmene canticchiando.
(Fabrizio Caramagna)
Finché, un giorno, hai lanciato il pallone un po’ più in alto e il muro non te l’ha più restituito.
E una parte di te quel giorno ha smesso di essere bambino.
(Fabrizio Caramagna)
Nelle chat con gli sconosciuti giochiamo a un gioco strano.
Siamo come dei bambini che buttano la palla dall’altra parte del muro
e l’altro la rimanda indietro
e noi di nuovo la ributtiamo
e così all’infinito.
Ci piace il gioco di buttare la palla, non di vedere il viso dell’altro.
(Fabrizio Caramagna)
Il muro ci rimane di stucco. perché al muro piace essere ricoperto di sorprese.
(Fabrizio Caramagna)
C’era solo un velo a dividerlo dalla felicità. Lavorato, girato e rigirato, fissato, divenne un muro.
(Fabrizio Caramagna)
Quando si è in cerca della soluzione, accade di deviare il corso del ragionamento di un millimetro e sbattere contro un muro imprevisto. E sopra questo muro c’è sempre un nano che ride delle nostre debolezze.
(Fabrizio Caramagna)
Che ne sai tu degli eserciti che devo schierare e dei muri che devo costruire ogni volta che dico “ti amo”, perché dentro di me ho paura di perderti?
(Fabrizio Caramagna)
La ragione ha dei muri invalicabili che sono i suoi, e altri che sono i miei.
(Fabrizio Caramagna)
Quando si tratta di ascoltare la verità, le orecchie diventano dei muri spessi.
(Fabrizio Caramagna)
La differenza tra il testardo e il perseverante è che il primo sbatte la testa contro il muro, il secondo, guidato dalla ragione, cerca di costruirci una porta.
(Fabrizio Caramagna)
Tutto fa meno paura, se viene rimpicciolito.
In fondo è così rassicurante parlare ad un muro ridotto a piccolo display.
(Fabrizio Caramagna)
“Per Natale, in regalo voglio una cinta muraria” disse il misantropo.
(Fabrizio Caramagna)
Chiudo porte, taglio ponti, alzo muri, cancello ricordi.
Insomma, aspetto te.
(Fabrizio Caramagna)
Sopra i “mai più” va costruito un muro alto.
Altrimenti sei sempre lì, a guardare di là.
(Fabrizio Caramagna)
Quello che più luccica in cima al muro, quando provi a scavalcare, ti ferisce le mani.
(Fabrizio Caramagna)
Chi viene osannato poi, generalmente, viene anche messo al muro quando risulta che non è il supereroe in cui tutti confidavano.
(Fabrizio Caramagna)
Essere un migrante.
E’ come disegnare una porta invisibile sul muro della civiltà e sperare che qualcuno dall’altra parte la apra.
(Fabrizio Caramagna)
Le persiane sbattono contro il muro della vecchia casa. E’ il solo movimento che può permettersi ciò che è abbandonato.
(Fabrizio Caramagna)
Un geco aspirante invisibile che fa capolino sul muro, convinto del suo mimetismo e rassicurato dalla mia staticità.
(Fabrizio Caramagna)
La poltrona, in fondo al muro, era vuota. Eppure, qualcosa mi diceva che lui era lì, seduto come in tante altre giornate. A leggere la pagina del suo quotidiano.
(Fabrizio Caramagna)
Quando un amore finisce, il tempo distrugge le cose grandi, lascia solo macerie. Tutto quello che è troppo alto casca, restano i pezzi di muro, i vasi per metterci dentro le lacrime.
(Fabrizio Caramagna)
La verità è sempre partire. Restare è una bugia, un inganno, la costruzione di un muro che ci separa dal mondo.
(Fabrizio Caramagna)
Tutto quello che non stai facendo sta costruendo muri oltre il quale c’è tutto ciò che non sarai.
(Fabrizio Caramagna)