Frasi e aforismi sullo stringere

Frasi e aforismi sullo stringere, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sull’abbraccio e l’abbracciarsi, Frasi e aforismi sulle carezze, Frasi e aforismi sulle mani e Frasi e aforismi sul bacio.

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Frasi e aforismi sullo stringere

Se si stringono mani, se si abbraccia,
è perché l’anima sente
che l’unica forma possibile
per aderire a un’altra anima
è in quel corpo caldo,
in quella resistenza a separarsi,
in quell’uno e uno che fa due
e in quel due che è misteriosamente tutto.
(Fabrizio Caramagna)

Gli amori sono strani. A volte c’è da voltarsi e scappare e invece si rimane.
Altre volte c’è da stringersi forte e invece si scappa.
(Fabrizio Caramagna)

Amo i maglioni ampi, gli orizzonti e gli spazi aperti.
Ma non sempre le cose larghe sono confortevoli.
A volte si ha voglia di cose che stringano.
Forte.
(Fabrizio Caramagna)

Nessuno mi stringe come mi guardi tu.
(Fabrizio Caramagna)

Porta l’urgenza di stringermi, all’incanto ci penso io.
(Fabrizio Caramagna)

Come ci si sente a sapere che almeno un uomo su questa terra pensa di essere la cosa più bella che abbia mai camminato stringendo la tua mano?
(Fabrizio Caramagna)

Il palmo della mano afferra, ma sono le labbra che stringono.
(Fabrizio Caramagna)

Quando c’è equilibrio tra l’intrecciare e il non stringere troppo e si sta bene con qualcuno. Questo è il legame.
(Fabrizio Caramagna)

Ti lascio la libertà di essere chi vuoi e dove vuoi.
So stringere solo così, lasciando spazio.
(Fabrizio Caramagna)

Non mostrarmi i fianchi, che poi penso a come sarebbe bello stringerli quando sono vicino a te.
(Fabrizio Caramagna)

Amore è stringere e non costringere.
(Fabrizio Caramagna)

Di te che mi stringi forte mi piace la luce che fa il cielo mentre ci guarda
(Fabrizio Caramagna)

Stringimi le mani con lo stupore di chi sta per afferrare un nuovo giorno.
(Fabrizio Caramagna)

Una persona inizia a esistere nel momento in cui qualcuno la stringe e la custodisce.
(Fabrizio Caramagna)

Eppure ci sei. Da qualche parte tra la testa e il cuore. Come un battito che vorrei stringere.
(Fabrizio Caramagna)

Non ci sono mappe da seguire per arrivare dove vorremmo. Solo mani da stringere. E parole dentro gli occhi.
(Fabrizio Caramagna)

Fuori, il buio restringe le strade, dentro, mi allarga le braccia e la voglia di stringerti.
(Fabrizio Caramagna)

E poi lei mi prese la mano, ma il cuore me lo stringeva già da un po’.
(Fabrizio Caramagna)

Quando afferri le mie dita, una ad una, lentamente, per stringerle alle tue, la stanza perde la sua forma, si scioglie e si trasforma in un brivido sul collo.
(Fabrizio Caramagna)

Rincorrersi con lo sguardo. Afferrarsi con i pensieri. Raccontarsi, a parole. Stringersi con l’anima.
(Fabrizio Caramagna)

Mostrami il mondo dentro di te, non mi importa se hai pareti rotte e giardini abbandonati e se la tua luna è buia.
Mi piace come proteggi il silenzio, come dici grazie per ogni piccolo gesto, come stringi finché non ti dolgono le braccia.
(Fabrizio Caramagna)

Ed esco fuori dal coro e cerco l’aria. E labbra e mani da stringere. E respiri. Corti, densi. E promesse. E abbracci. E pezzi. Di vita. Cerco te.
(Fabrizio Caramagna)

Occhi al cielo, mani che stringono le ginocchia, siamo tutti sopravvissuti a qualcosa. Per fortuna c’è sempre un vento che passa e porta via ciò che ci ha fatto più male.
(Fabrizio Caramagna)

Le mani ti rivelano chi andrà via e chi resterà: lo capisci da come stringono, da come accarezzano, da come trattengono, da come salutano.
(Fabrizio Caramagna)

Ti ricordi di me?
Sono quella volta che potevi guardarmi negli occhi, che potevi crederci, che potevi tendere la mano e stringermi.
Ma quella volta se ne è andata per sempre e adesso tu sei in qualche parte dell’universo e chissà cosa stai pensando adesso.
(Fabrizio Caramagna)

Sono strani gli abbracci quando ci si dice addio.
Sei lì sospeso, e stringi qualcosa a cui non potrai mai rimanere aggrappato.
(Fabrizio Caramagna)

Giornate in cui tutto è aperto e niente varca la soglia. Tutto è afferrato e niente stretto. Tutto è iniziato e niente concluso.
(Fabrizio Caramagna)

Come siamo finiti a credere di vivere un amore dentro un telefono, senza sentirne il respiro, stringere un corpo, guardare insieme l’orizzonte?
(Fabrizio Caramagna)

Certi amori platonici sono come la Nike di Samotracia: hanno le ali per volare, ma non la braccia per stringere.
(Fabrizio Caramagna)

Con un nodo stringevo il filo dell’aquilone al mio polso.
Non volevo che il cielo si allontanasse da me.
(Fabrizio Caramagna)

Ho incontrato la delusione, con quelle lunghe braccia a stringere le ginocchia e gli occhi persi nel vuoto…
(Fabrizio Caramagna)

Il nodo in gola: quel groviglio di ferite, illusioni e paure che stringe ogni volta che cambiano le stagioni e il vento mi elenca le cose che non potrò mai fare.
(Fabrizio Caramagna)

A dimostrare quanto sia irreale e illusoria la realtà che ci circonda, dei quattro elementi che compongono il mondo noi possiamo stringere con le nostre mani solo la terra: l’acqua, il fuoco e l’aria ci scappano continuamente.
(Fabrizio Caramagna)

La mia mente e il mio cuore: a volte due mani giunte in una identica preghiera e in una identica direzione di luce, altre volte due polsi estranei che si vogliono liberare l’uno dalla stretta dell’altro
(Fabrizio Caramagna)

Vergogna, ti presento i furbi e gli ipocriti.
Furbi e ipocriti, questa è la Vergogna.
Su stringetevi la mano, conoscetevi e frequentatevi il più possibile.
(Fabrizio Caramagna)

Quante mani fuori dal loro mestiere non sanno stringere nulla
(Fabrizio Caramagna)

Di tutti i nodi, quello della cravatta è il più elegante. Non ferisce, non soffoca, non incatena. Sa stringere e dà valore al viso, con una luce tutta sua.
(Fabrizio Caramagna)

E poi c’è questo vento che vorrebbe fare un giro di danza, stringendo forte i fianchi della terra, e la terra che vorrebbe rispondergli: “portami via con te”.
(Fabrizio Caramagna)

E’ spuntato il giallo del sole e mi ha stretto nel suo respiro e mi ha condotto insieme a tutte le foglie e i fiori nel prato più luminoso. Come stavo bene, come rideva il corpo nella luce dorata dell’invisibile.
(Fabrizio Caramagna)

Come quando stringi le stelle nei pugni, ma le nascondi nelle tasche. Là, dove tu le senti tutte, addosso, dentro, ma nessuno lo vede da fuori. Nessuno pensa che ci sia un cielo stellato dentro di te.
(Fabrizio Caramagna)

Ho colto un’albicocca dall’albero e ho stretto forte l’estate.
(Fabrizio Caramagna)

Milioni di anni fa non c’era ancora vita sulla terra.
Chissà quanto a lungo pazientò il Sole
prima di stringere tra le braccia le prime forme di un fiore o di un albero.
(Fabrizio Caramagna)

A volte l’infinito è un posto stretto.
Ci stanno giusto due innamorati e una luna.
(Fabrizio Caramagna)

Il silenzio e l’infinito si stringono sotto un albero: hanno trovato dove è la notte.
(Fabrizio Caramagna)

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