Frasi e aforismi sul violino

Il 13 dicembre si celebra La Giornata mondiale del Violino (World Violin Day).

Frasi e aforismi sul violino, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sulla musica, Frasi e aforismi sulla malinconia e Frasi e aforismi sul pianoforte.

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Frasi e aforismi sul violino

Abbiamo tutti nel petto un violino e abbiamo perduto l’archetto per suonarlo. Alcuni lo ritrovano nei libri, altri nell’incendio di un tramonto, altri negli occhi di una persona, ma ogni volta l’archetto cade dalle mani e si perde come un filo d’erba o un sogno. La vita è la ricerca infinita di questo archetto per non sentire il silenzio che ci circonda
(Fabrizio Caramagna)

Il volto di un musicista mentre fa vivere il suo violino. Un’intensità cui non riesco a trovare paragoni.
(Fabrizio Caramagna)

Il violinista ascolta il legno per capire cosa sia successo nel suo passato. Se l’albero, che il liutaio ha scelto, è stato abbattuto in un inverno freddo, le note avranno qualcosa della leggerezza e dell’enigma della neve. Se l’albero ha invece ospitato sotto le sue foglie una coppia di innamorati, le note saranno più intense e vibranti. Il violinista conosce il romanzo del suo strumento, ma non lo racconta a nessuno.
(Fabrizio Caramagna)

Gli strumenti a corde hanno linee rotonde come i fianchi dei corpi femminili.
Il violinista che fa correre le dita sul ponte e tiene l’archetto, ogni tanto lo sa.
(Fabrizio Caramagna)

L’archetto del violino cuce, come un ago col filo, delle note invisibili.
(Fabrizio Caramagna)

Cerco aria e pace sulla seconda corda del violino.
(Fabrizio Caramagna)

Il primo violino che pare seguire come un’onda i movimenti del direttore d’orchestra, la bacchetta di quest’ultimo che ondeggia come se a volte fosse brezza, a volte tempesta.
(Fabrizio Caramagna)

Ad arco, freccia e spada ho sempre prediletto, vibrazioni, archetti e bacchette d’orchestra.
(Fabrizio Caramagna)

La notte è la scatola di violino dove viene riposto il giorno.
(Fabrizio Caramagna)

L’autunno è un violino, l’inverno un fagotto, la primavera un’arpa e l’estate una chitarra elettrica.
(Fabrizio Caramagna)

La testa è un pianoforte, il cuore un tamburo e l’anima un violino.
L’armonia delle loro partiture determina la musica dentro di noi.
(Fabrizio Caramagna)

Un violino nel metrò all’ora di punta. La solita fretta, la solita distrazione. E le note che si perdono nell’aria.
(Fabrizio Caramagna)

Sogno che imparo a suonare il violino davanti a un pubblico. Lo suono sempre meglio, ma la sala si svuota. Quando non c’è più persona ad assistermi, lo suono meravigliosamente.
E’ la metafora della vecchiaia che sa tante cose e che nessuno ascolta più.
(Fabrizio Caramagna)

Se guardi le linee della vita sulla mia mano, alcune sono costeggiate dai campi fioriti e librerie, poi c’è quella principale lambita dal mare e, poi quelle quasi invisibili, dove appaiono suonatori di violini, stelle e galassie lontane.
(Fabrizio Caramagna)

Due violinisti dormono dalla parte opposta del mondo, ma fanno lo stesso sogno.
(Fabrizio Caramagna)

Tutti i violini dentro questo cuore sono in fiamme oggi.
(Fabrizio Caramagna)

Cara piazza, forse mancava la giusta affinità, ma poi mi hai offerto un suono di violino su un vassoio e allora sì, mi sei piaciuta.
(Fabrizio Caramagna)

Chitarre, violini, pianoforti. Spede, pistole, missili. Non sappiamo chi siamo, perché siamo tutto questo allo stesso tempo.
(Fabrizio Caramagna)

Nei tempi antichi, la felicità è stata un’aspirazione e una magia (un qualcosa di straordinario e quasi irraggiungibile, che accadeva poche volte nella vita). Nella concezione attuale la felicità è quasi una condizione permanente, il fluttuare in uno stato libero da fastidi, disagi e inconvenienti, dove tutto è facile e si evita ogni sforzo.
Nella ricerca della felicità tutti si accontentano di essere secondo violino (e anche qualcosa in meno) e nessuno aspira più a essere l’irraggiungibile: il primo violino.
(Fabrizio Caramagna)

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