Frasi e aforismi sul negozio, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sulla vetrina, Frasi e aforismi sullo shopping, Frasi e aforismi sul vendere, Frasi e aforismi sui saldi e Frasi e aforismi sulla libreria.
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Frasi e aforismi sul negozio
Alcuni volti sono impossibili da dimenticare. Li scorgerai per strada, nei negozi, tra la folla, e ogni volta ti accorgerai di esserti girato, inconsciamente, cercando quella persona.
(Fabrizio Caramagna)
Nei negozi a natale c’è da comprare di tutto e la gente si fa prendere dalla frenesia degli acquisti. Ma la luce dell’anima, nessuno la vende, nessuno la può comprare, neanche i più ricchi, anche adesso che si può comprare tutto.
(Fabrizio Caramagna)
Una libreria non è solo un negozio, è un richiamo per i silenziosi e i sognatori, un luogo segreto e incantato nel quale possiamo sparire e tornare in un altro secolo e raggiungere un’altra dimensione.
(Fabrizio Caramagna)
Il sorriso quotidiano della panetteria. Nessun negozio sorride meglio.
(Fabrizio Caramagna)
Le vetrine delle agenzie di viaggio sono i negozi di giocattoli per adulti.
(Fabrizio Caramagna)
A volte siamo una vetrina di rovine in un negozio fuori mano, che spera di essere visto da un occhio che sappia apprezzarne la rarità.
(Fabrizio Caramagna)
Certe persone sono come un negozio. Hanno sempre una bella vetrina, ma ciò che conta davvero è ciò che c’è dentro.
(Fabrizio Caramagna)
La mia solitudine è quella di un bambino che guarda davanti alla vetrina di un negozio mentre la mamma dice alle sue spalle: “Non questo mese”.
(Fabrizio Caramagna)
Il paio di scarpe acquistate in negozio con cui le donne finalmente trovano pace. Dal lavoro, dagli uomini, dalla vita.
(Fabrizio Caramagna)
Le donne soffrono, ma c’è sempre in saldo quel paio di stivali che piacciono loro nel negozio preferito: devono ringraziare il consumismo per le loro pene d’amore.
(Fabrizio Caramagna)
Per certe donne non è shopping, è più un censimento di tutti i negozi del centro commerciale.
(Fabrizio Caramagna)
Le donne fanno le loro battaglie come lo shopping. Da sole. Con l’uomo che le aspetta fuori dal negozio.
(Fabrizio Caramagna)
Lo sguardo di intesa e compassione che due uomini, in attesa della propria compagna davanti a un negozio di saldi, sanno scambiarsi.
(Fabrizio Caramagna)
Se un uomo aprisse un negozio e la moglie ne fosse cliente dovremmo riconsiderare l’intoccabilità del detto “Il cliente ha sempre ragione”.
(Fabrizio Caramagna)
Nella mia infanzia qui c’era un campo aperto e io giocavo a pallone – commentava il nonno al nipote in mezzo alla folla, incastrato in coda davanti al negozio di Zara.
(Fabrizio Caramagna)
Un negozio chiuso con la scritta affittasi mi mette sempre tristezza.
Spesso è la fine di un sogno per qualcuno. Se poi è una libreria la tristezza è doppia
(Fabrizio Caramagna)
Il piccolo commercio si trincerò davanti all’attacco dei Supermercati e i negozianti provarono a sparare cortesia e merce di qualità contro gli invasori, ma non ci fu niente da fare
(Fabrizio Caramagna)
Il negozio di orologi è l’unico posto dove non c’è modo di sapere che ore sono: tra così tanti orologi, nessuno mostra la stessa ora.
(Fabrizio Caramagna)
Quando i politici vengono presi con le mani nel sacco, cercano di comprare l’onestà nel negozio del “il tempo mi darà ragione”.
(Fabrizio Caramagna)
Nella vetrina di un negozio c’è scritto “tra le difficoltà c’è l’opportunità”, non so cosa venderanno, spero non siano consigli.
(Fabrizio Caramagna)
Tra le certezze della vita annovero i negozi di dolci e caramelle perché i banconi colorati curano anche gli occhi più stanchi.
(Fabrizio Caramagna)
Ogni negozio di caramelle ha una porta segreta che conduce in una casetta nascosta che ha una porta segreta che conduce in un’antica foresta.
(Fabrizio Caramagna)
Il segreto è comprare le caramelle nello stesso negozio di Mary Poppins.
(Fabrizio Caramagna)
Come le volte in cui prendevo la tua mano e la portavo via. Che poi significava una libreria o un negozio di dischi usati a prendere un the con il bianconiglio.
(Fabrizio Caramagna)
Non ci sono più i negozietti di una volta, dove ti davano il resto in gettoni del telefono.
(Fabrizio Caramagna)
L’elefante ha una proposta da farci. Noi smettiamo di fare commercio delle sue zanne e lui smette di entrare nel negozio rompendo i cristalli.
(Fabrizio Caramagna)
Ci sono già più negozi per farsi le unghie che unghie.
(Fabrizio Caramagna)
Non sono un abile commerciante. Mi vendo piuttosto male, come quel tappezziere che mette nella vetrina del negozio quelle sedie e quei divani mezzi rotti e abbandonati per sempre.
(Fabrizio Caramagna)
Se nel commercio su potesse scegliere chi entra e chi no nel negozio, sarebbe un lavoro gratificante e potenzialmente ricco di scambi culturali.
(Fabrizio Caramagna)
Quando apprezziamo o disprezziamo, in fondo leggiamo solamente un cartellino. Come se nessun’altra cosa nel negozio ci interessasse.
(Fabrizio Caramagna)
Dal risveglio al sonno voleva sempre ridere. Cercava la felicità dovunque: in un locale pieno di musica, in una persona, in una vetrina di un negozio, in una qualsiasi occupazione. Era davvero troppo. La felicità così accumulata non faceva più il suo lavoro di illuminare, ma ricadeva sopra di lei come un pulviscolo e le impediva di guardare dentro di sé. Una continua felicità è opprimente. Alla felicità serve anche un po’ di assenza.
(Fabrizio Caramagna)
Una vecchia coppia cammina per strada, ma l’occhio del marito pende verso sinistra dove c’è una bella fanciulla e l’occhio della moglie pende verso destra dove ci sono le vetrine dei negozi. Se vivessero in un solo corpo come due siamesi, avrebbero uno sguardo strabico. Come molte altre coppie, del resto.
(Fabrizio Caramagna)
Il mio sport preferito è imbattermi in persone che mi precedono e si fermano di colpo davanti alla vetrina di un negozio.
(Fabrizio Caramagna)
Per quanto il senzatetto si guardasse, la sua immagine non restava impressa sul vetro della vetrina. Quel negozio di lusso era snob e arido come i suoi proprietari, e non voleva immagini di persone povere sui suoi vetri.
(Fabrizio Caramagna)
Almeno una volta nella vita avremmo diritto a un compleanno che non influisca sulla nostra anagrafe, lasciando invariati i numeri.
E invece sono 53. Chissà se c’è da qualche parte un negozio dove me li cambiano con 35.
(Fabrizio Caramagna)
Il pigro aprì un negozio e lo chiamò: “Torno subito”.
(Fabrizio Caramagna)
Un soggetto e un verbo sono entrati in un negozio e hanno comprato un complemento.
(Fabrizio Caramagna)
La strana vecchia gettava il malocchio su chiunque le negasse l’elemosina. Lavorava a provvigione con il proprietario del negozio esoterico di fronte.
(Fabrizio Caramagna)
La vecchiaia ha molto a che fare con il guardare la vetrina di un negozio senza la minima possibilità di comprare qualcosa.
(Fabrizio Caramagna)