Frasi e aforismi sul sedersi

Frasi e aforismi sul sedersi e lo stare seduto, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sulla sedia, Frasi e aforismi sulla panchina e Frasi e aforismi sul panorama.

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Frasi e aforismi sul sedersi

Seduti accanto, io e te. Da qui la felicità sembra non finire mai.
(Fabrizio Caramagna)

Per definire magico un luogo ci vogliono almeno due persone sedute vicine.
(Fabrizio Caramagna)

C’è un cielo che potrei sedermi qui e raccontartelo. E dirti quanti colori gli mancano quando non ci sei.
(Fabrizio Caramagna)

Mi accontento di questo: darti appuntamento in un refolo di vento, farti sedere accanto a me sul fianco leggero della sera, guardare la luna e il fiume tagliare il mondo in due: noi da una parte, gli altri dall’altra.
(Fabrizio Caramagna)

Non si stancano le vette a non sedersi mai?
(Fabrizio Caramagna)

Ci siamo seduti su una panchina a sorridere gli stessi sorrisi della sera, a far sparire tutto ciò che poteva soffocare, ostacolare, appesantire.
L’unica invadenza permessa, quella della luna.
(Fabrizio Caramagna)

Mai sedersi
su una scala sognante
che vuole raccontarti
la sua vita.
(Fabrizio Caramagna)

Mille cose da fare e tu vorresti solo passare la giornata seduto in una prato verde a contemplare l’Ottocento.
(Fabrizio Caramagna)

Sedersi alla finestra con una tazza di the o tisana.
Lasciare la vita in infusione.
Dare al tempo la possibilità di declinare le sue infinite sfumature.
(Fabrizio Caramagna)

Come quando ti siedi perché i passi sono troppo pesanti, e gli occhi vogliono solo essere leggeri.
(Fabrizio Caramagna)

Restai a lungo seduto, gli occhi persi nella contemplazione delle bolle di sapone che salivano in cielo. Se avessi potuto scegliere un mestiere, avrei voluto riparare tutte le bolle di sapone scoppiate. Nessun altro mestiere mi sembrava più necessario e più giusto.
(Fabrizio Caramagna)

Certi pomeriggi sembrano fatti per sedersi sulle scale con la mente vuota e gli occhi che immaginano.
(Fabrizio Caramagna)

Lontano dall’orgoglio, dalle domande, dai ragionamenti e dalle deduzioni, seduto in riva al mare, io vedo delle meraviglie.
(Fabrizio Caramagna)

Prendiamo due birre e andiamo a sederci sugli scogli, se le stelle si spengono un attimo è solo perché alcune lontane galassie hanno chiesto di vedere il tuo sorriso.
(Fabrizio Caramagna)

Se c’è un bel panorama e una panchina su cui sedersi, ogni tanto ci si può pure fermare alle apparenze.
(Fabrizio Caramagna)

Ho preso il mio silenzio e ci siamo seduti in cima a una montagna. Qui c’è un dipinto dovunque ti giri e una luce che ti apre l’anima.
(Fabrizio Caramagna)

Una panchina di pietra sotto gli ulivi. Dopo essermi seduto con calma, la brezza si è seduta accanto a me e mi ha sorriso.
(Fabrizio Caramagna)

Se non arrivo, è perché mi sono seduto ad aspettare su un paio di forse.
(Fabrizio Caramagna)

Certe panchine solitarie. Su cui non ti vorresti sedere con nessuno. Perché prima devi ascoltare la loro storia.
(Fabrizio Caramagna)

E’ uno spettacolo, bello e terribile a un tempo, sedersi in un caffè di una città sconosciuta e guardare passare per strada persone che vedrai solo una volta nella vita.
(Fabrizio Caramagna)

Hai fatto tutto quello che potevi. Eppure pare non funzioni. È il momento di sedersi. Titolo della lezione: impara a lasciare andare.
(Fabrizio Caramagna)

Mi piace sedermi sui bordi delle colline ad inventare nuove ipotesi sui sentieri e sulle nuvole.
(Fabrizio Caramagna)

Potremmo sederci uno accanto all’altro. Continuare con gli occhi questa lenta danza di corteggiamento. Insegnare alle nostre mani a cercare stupori tutti nuovi.
(Fabrizio Caramagna)

Esci con me?
Potremmo sederci in un bar, ordinare un paio di idee e due caffè. Scambiarci quattro meraviglie e dieci sogni, per provarne di nuovi.
Oppure potremmo sederci sul bordo di una sera. A costruire castelli di carta o immaginarci come palloncini che si fanno portare dalla notte.
(Fabrizio Caramagna)

Hanno detto che le cose belle non durano, ma tu continua a stare seduta accanto a me con quegli occhi pieni di luce e io per un attimo voglio credere che questo momento possa durare per sempre e che, da qualche parte del cielo, qualcuno abbia deciso di aprire le porte dell’eternità.
(Fabrizio Caramagna)

Tornerei a passare la notte seduto su quel gradino con te mille e mille volte.
(Fabrizio Caramagna)

Ci sono libri che meritano una panchina su cui sedersi a leggere. E un angolo di cielo in cui riposare lo sguardo.
(Fabrizio Caramagna)

Lei è seduta vicina al mare in tempesta.
Guarda il paesaggio e pensa alla bellezza delle cose che non si lasciano addomesticare.
(Fabrizio Caramagna)

Potrei fare giri immensi per cercare nuovi punti di vista. Oppure sedermi qui, guardarti così, e dire che è già tutto dentro i tuoi occhi.
(Fabrizio Caramagna)

Una coda di pianoforte lucida e nera.
Gli spartiti sparsi a terra, noi due seduti a ridere. Era così pieno di note il nostro futuro.
(Fabrizio Caramagna)

Non c’è nulla di più bello di un sipario a concerto finito.
Ogni senso è ancora rapito dalle note e puoi restare, seduto, ad ascoltarle nella tua mente
(Fabrizio Caramagna)

Non c’è niente di più fastidioso che avere in mano una tazza di caffè bollente che ti brucia le dita, una sigaretta spenta e un accendino che non funziona e nessuna sedia su cui sedersi.
(Fabrizio Caramagna)

Guardo oltre il finestrino del treno e penso che vorrei essere in una terrazza sul mare: io e la ragazza seduta davanti a me.
(Fabrizio Caramagna)

Le stazioni. Quelli che attendono, stazionano in piedi guardando un tabellone o il cellulare. I frettolosi sfrecciano. I meditabondi cercano un angolo dove sedersi.
(Fabrizio Caramagna)

Il progresso ci toglie senza sosta dal nostro divano per darcene uno più ergonomico e comodo. Peccato che non abbiamo più il tempo per sedervici sopra.
(Fabrizio Caramagna)

Il posto nella società ce lo assegnano gli altri. Nella natura ce lo assegniamo noi stessi. Siamo noi che decidiamo che sentiero prendere, con che fiori parlare, su che roccia sederci.
(Fabrizio Caramagna)

Il problema della mediocrità è che cerca sempre di sedersi in prima fila nel teatrino del mondo.
(Fabrizio Caramagna)

La mia solitudine è tale che vorrei dire al mio scheletro di uscire dal mio corpo e sedersi davanti a me per qualche chiacchiera confidenziale. Ma non mi fido. Del resto, come potrei fidarmi di qualcuno che ho tenuto prigioniero per così tanti anni sotto la mia pelle. E’ capace di scappare appena esce.
(Fabrizio Caramagna)

A furia di citare gli autori senza leggere i libri, presto Brecht sarà conosciuto soltanto come quello del “ci eravamo seduti dalla parte del torto”.
(Fabrizio Caramagna)

Sono venuto a sedermi dalla parte dell’orto, perché amo coltivare i miei sogni.
(Fabrizio Caramagna)

Vi lascio seduti, coi vostri pregiudizi.
Io sto in piedi, contro un muro, dove la fantasia e i sogni parlano con la luna.
(Fabrizio Caramagna)

Tanto lo so che, tra tutti questi marciapiedi bagnati di pioggia, prima o poi un gradino dove sedermi e prendere il sole lo trovo.
(Fabrizio Caramagna)

Sedute ordinatamente, una accanto all’altra, le parole sono grigie e vuote. Ma, quando in una pagina o in una conversazione iniziano a danzare e a riempirsi di luce, hanno qualcosa che assomiglia al miracolo.
(Fabrizio Caramagna)

Ci sono quelli che buttano giù i troni quando nessuno è più seduto sopra.
(Fabrizio Caramagna)

Non essere ancora quel che chiaramente vorrei. Eppure sedersi accanto al mio desiderio, su un gradino fatto di domani e possibilità.
(Fabrizio Caramagna)

Quel posto vuoto lato finestrino.
L’ho vissuto intensamente chiudendo gli occhi e pensando che tu fossi seduta lì.
Ora che ti immaginato per tutto il viaggio come se fossi vera, puoi anche non accadere.
(Fabrizio Caramagna)

Ci siamo seduti un giorno, guardando il mare, pensando a tutto quello che sarebbe successo.
Ci siederemo un giorno, guardando il mare, pensando a tutto quello che se ne è andato via per sempre.
(Fabrizio Caramagna)

In tutte le case c’è sempre una sedia più stanca delle altre. Su quella sedia non si siede più nessuno da tempo.
(Fabrizio Caramagna)

Se dovessi rimproverarmi di tutti gli stupidi passi che ho fatto nella mia vita, vivrei sempre seduto su una sedia.
(Fabrizio Caramagna)

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