Era da un po’ che avevo in testa il progetto di un Vocabolario Aforistico. Ogni tanto sfogliavo un vocabolario tradizionale e, a ogni voce di quel vocabolario, pensavo: “Ah che bello se potessi scrivere un aforisma al posto di questa definizione così rigida e già sentita mille volte!“.
Poi un’altra vocina mi diceva: “Ok, Fabrizio l’hai pensato, ma adesso chiudi il vocabolario e volgi i tuoi pensieri verso altri traguardi più concreti. Perché questa follia? Ci sono 24 lettere dell’alfabeto, almeno 25.000 voci su cui scrivere un aforisma, togliti subito questo pensiero dalla testa”. Però, l’idea continuava a ronzarmi dentro, mi sentivo come quegli alpinisti che continuano a pensare a certi 8000 metri, tanto belli quanto impossibili da scalare
Poi un giorno ho pensato: “Dai, proviamo almeno con una lettera, la A, e poi vediamo, al massimo mi fermo subito dopo la parola Abaco o Abbarbicarsi”. E invece non mi sono fermato, e per mesi e mesi ho lavorato sulla lettera A, tirando fuori dal cilindro 1658 voci e 5852 aforismi (eh sì, per molte voci ho scritto più di una aforisma, alla voce “aforisma” ne ho scritti 38!), dalla A di abaco alla A di azzurro.
Il libro che ne è venuto fuori è un po’ folle. Non so neanche come definirlo.
Ma, al di là della follia, per me questo libro è prima di tutto un atto d’amore incondizionato verso le parole, è un modo di riscoprire la loro interiorità, sotto la polvere della banalità e l’automatismo del deja vu. In una lingua che sta morendo a poco a poco, ho cercato di far rivivere l’anima e la voce perduta delle singole parole attraverso l’aforisma, uno strumento privilegiato per aprire il linguaggio, scuotendolo dal suo torpore e dalle sue categorie predefinite.
Come scrivo nella quarta di copertina, “un vocabolario dà sempre definizioni, rigide, chiuse nel loro perimetro. Io invece le parole le apro”.
Il libro si trova in vendita su Amazon, perché queste sono cose che non si può neanche pensare di proporre a un editore. Chi vorrebbe mai pubblicare 20 volumi per un totale di 8000 pagine, 25.000 voci e almeno 80.000 aforismi? A dir la verità, credo che per un po’ mi fermerò. Non so se andrò avanti. La lettera A mi ha prosciugato. La B non è difficile, è una lettera anche buffa, come si evince dalle sue rotondità, ma la C, la lettera dell’alfabeto con più voci, è già un ostacolo insormontabile. Sembra una mascella aperta pronta a divorarti.