Frasi e aforismi sull’ape e l’alveare

La “Giornata mondiale delle Api” (World Bee Day) si celebra il 20 maggio di ogni anno ed è volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza degli impollinatori per lo sviluppo del pianeta e sulle minacce che affrontano ogni anno. Come dice Albert Einstein in una frase a lui attribuita: “Se le api scomparissero dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che 4 anni di vita”.

Frasi e aforismi sull’ape e l’alveare scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sul prato, Frasi e aforismi sul miele e Frasi e aforismi sui fiori.

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Frasi e aforismi sull’ape e l’alveare

L’ape ricama fili invisibili da un fiore all’altro e cuce il prato di luce. E il polline che porta con sé, se lo guardi bene, è una polvere d’oro simile alle stelle, solo che anziché galassie crea l’incantesimo del miele.
(Fabrizio Caramagna)

L’ape è solo un minuscolo insetto eppure riesce a costruire un alveare che ha la capacità di un granaio e la geometria di una cattedrale.
Il suo insegnamento è questo: se fai ciò che è possibile, di possibile in possibile arriverai all’impossibile.
(Fabrizio Caramagna)

Un’ape tutta sporca di polline dentro un tiglio profumato in una giornata di sole deve essere molto molto felice.
(Fabrizio Caramagna)

Nobile come l’ape, che il fiore lo sceglie, lo ama e lo trasforma in qualcosa di luminoso e puro.
(Fabrizio Caramagna)

Tornare ogni mattina al medesimo luogo, alle stessa ora, per sperimentare la sensazione di eternità provata la prima volta.
Forse è questo quello che fa l’ape quando esce dall’alveare.
(Fabrizio Caramagna)

Dove c’è un alveare vicino che canta, crescono più folte le foglie dei tigli.
(Fabrizio Caramagna)

L’alveare: il tempio della diligenza.
(Fabrizio Caramagna)

Penso alla felicità di Dio quando, durante la creazione, ha fatto le prime prove con le api e ha visto gli esagoni perfetti dei favi e il miele luminoso e la vibrazione di migliaia di ali.
(Fabrizio Caramagna)

Le formiche e i loro tracciati dritti. Le api e i loro esagoni. Il falco e le sue spirali.
(Fabrizio Caramagna)

Aveva un cuore che sembrava un alveare: se sapevi come trattarlo, era tutto dolcezza, ma se lo colpivi…
(Fabrizio Caramagna)

Nacque l’ape regina Marx e fu tutto differente nell’alveare.
(Fabrizio Caramagna)

L’intero alveare andò in rovina quando quell’ape regina che non solo era lesbica, ma si era anche innamorata di una vespa.
(Fabrizio Caramagna)

Visitandolo, la sorpresa del cardiologo fu enorme. Invece di un cuore, aveva un alveare di ricordi.
(Fabrizio Caramagna)

Nel gioco dell’impollinazione,
Il fiore si spoglia di ciò che è troppo suo
e lo dona all’ape.
Poi l’ape reca il dono all’alveare
e sorride nel sentirsi di nuovo leggera.
E il miele nasce così,
in questo miracolo di luce e di aria
che si compie ogni giorno.
(Fabrizio Caramagna)

Il tiglio è un albero particolare. E’ di grandi dimensioni, resistente e adattabile a ogni clima, attira le api, gli insetti più belli, profuma tutto l’anno e poi, in primavera, senza che nessuno si aspetti niente, inizia a fiorire mentre le rose, accanto, ancora riposano.
(Fabrizio Caramagna)

L’ape ha creato internet ben prima dell’uomo – l’ipertesto dell’alveare, i link tra una cella e l’altra, le email che arrivano dal vento e dai fiori.
(Fabrizio Caramagna)

Van Gogh deve averle spaventate con i suoi tocchi rapidi da pittore: non c’è mai un’ape nei suoi campi di girasole.
(Fabrizio Caramagna)

“Invece che cercare l’ordine costruendo perfette celle esagonali, di mettere il senso in ogni cosa distillando il miele luminoso, non sarebbe più giudizioso ricercare l’armonia cedendo all’incoerenza delle cose?” disse la cimice all’ape, mentre volava a zig zag dentro una stanza.
(Fabrizio Caramagna)

Incapace di restare fedele a uno, né capace di tradirlo con un altro, lei restò impietrita come un’ape intrappolata nel suo miele, che non può sperare più nulla dalle sue ali.
(Fabrizio Caramagna)

Il desiderio di quiete continua a ronzarti in testa, ma tu provi a resistere, fino a quando la smetti di essere severo con te stesso, interrompi ogni lavoro, e nell’alveare della vita lasci che si depositi finalmente il miele dolcissimo dell’ozio.
(Fabrizio Caramagna)

Oggi nella mia testa ho un alveare impazzito e nessun cella che produce miele.
(Fabrizio Caramagna)

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