Frasi e aforismi sul bar

Frasi e aforismi sul bar e i baristi, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sul cappuccino, Frasi e aforismi sul caffè e Frasi e aforismi sul tè e la tisana.

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Frasi e aforismi sul bar

Se non ci fossero i bar agli angoli, dove darsi certi appuntamenti?
(Fabrizio Caramagna)

La soluzione è in fondo a destra. Dove c’è il bancone del bar.
(Fabrizio Caramagna)

Ci sono dei momenti nella vita in cui l’unico punto d’appoggio è il banco del bar.
(Fabrizio Caramagna)

Ero già pronto per cambiare il mondo ma poi il barista mi ha messo sul banco il mio solito cappuccino con una bustina di zucchero e allora ho deciso di lasciare tutto com’è.
(Fabrizio Caramagna)

Il caffè è nero come se fosse stato sveglio tutta la notte,
la ragazza al tavolo ha dei begli occhi verdi
che vogliono scappare da qualche parte,
e tutti gli avventori del bar guardano incantati la scena.
(Fabrizio Caramagna)

L’unico uomo che riesce sempre a capire cosa vuole una donna senza il bisogno di dire niente è il barista.
(Fabrizio Caramagna)

Le donne non tradiranno mai, ma sono segretamente innamorate del barista del caffè, del parrucchiere, del portiere del palazzo. Sono i loro confidenti, amici, consiglieri.
(Fabrizio Caramagna)

Dio siede a tarda notte nel bancone di qualche bar, ma nessuno l’ha ancora riconosciuto.
(Fabrizio Caramagna)

Bar. Il tintinnio delle tazze. Il vocio della gente. Il barista che sorride. Abitudini e traiettorie diverse che per un attimo si incrociano e si guardano. Il calore che spande un bar è una dote preziosa per tutti.
(Fabrizio Caramagna)

Un caffè al bar. Mi porto da casa un sorriso e un “per favore”, che le gentilezze appena sfornate credo abbiano un sapore più intenso.
(Fabrizio Caramagna)

Un bar qualunque, una manciata di ore che si fanno lentezza, una cioccolata calda e un sogno da guardare con calma.
(Fabrizio Caramagna)

Il tavolino del bar che traballa e che non vuole nessuno, ma è il più simpatico.
(Fabrizio Caramagna)

Una matrioska entra in un bar entra in un bar entra in un bar entra in un bar.
(Fabrizio Caramagna)

La Cautela entra in un bar e ordina un bicchiere d’acqua a temperatura ambiente. Il Coraggio, i Sogni e l’Incoscienza la guardano e sorridono, bevendo il loro whisky doppio.
(Fabrizio Caramagna)

L’amore e la tristezza entrarono in un bar e non riuscirono a staccare gli occhi da quella ragazza dai capelli rossi.
(Fabrizio Caramagna)

– Buongiorno, avete il Wi-Fi?
– Sì….
– Mi dà la password?
– PrimaPrendiunaconsumazione, tutto di seguito e con le due P maiuscole.
(Fabrizio Caramagna)

La barista è stata molte persone, ne ha custodito le espressioni diverse, i racconti in confidenza, i nomi pronunciati con riserbo o ad alta voce. Ha ascoltato le storie degli avventori del bar perchè le veniva bene, ha intrecciato la sua vita attorno a ciò che la distraeva, per esser vicina agli altri e prendersene cura. Chissà se qualcuno si è mai preso cura di lei.
(Fabrizio Caramagna)

Al bar c’è sempre quello che la sua sparata l’ha fatta e non ha più nulla da dire e gli altri adesso conversano tra di loro, si dicono parole senza mostrare più interesse. Lui beve il bicchiere e si allontana malinconico dal banco, prende la porta e se ne va. Tornerà domani con un’altra sparata.
(Fabrizio Caramagna)

Al bar qualcuno ride più forte degli altri, la barista sembra stare al gioco, non la turbano le sparate dette solo per stupire o le voci alterate ed alla fine saluta tutti come vecchi amici.
(Fabrizio Caramagna)

Certe teatralità spaccone solo nei bar, quando si annunciano rivoluzioni o notti d’amore impossibili.
(Fabrizio Caramagna)

Il bar è un’isola di pirati: tutti sanno che il tesoro è nascosto nella scollatura che la cameriera ha nel petto.
(Fabrizio Caramagna)

In un bar. Il sole non riesce a inquadrare bene il tavolino. Ho questa tazzina di caffè di cui ripasso con le dita i bordi ormai freddi. Chissà quante vite si sono affacciate, quante vertigini e precipizi sono nati ai bordi di questa tazzina.
(Fabrizio Caramagna)

Esci con me?
Potremmo sederci in un bar, ordinare un paio di idee e due caffè. Scambiarci quattro meraviglie e dieci sogni, per provarne di nuovi.
Oppure potremmo sederci sul bordo di una sera. A costruire castelli di carta o immaginarci come palloncini che si fanno portare dalla notte.
(Fabrizio Caramagna)

A volte credo che il pentimento sia più vero sul bancone di qualsiasi bar che nel confessionale di qualsiasi chiesa.
(Fabrizio Caramagna)

Peccato che all’angolo tra i miei dubbi e i tuoi non ci sia un bar con tavolini all’aperto dove mettersi comodi e risolvere tutto questo groviglio di problemi.
(Fabrizio Caramagna)

Nei bar di provincia i menù con l’elenco degli alcolici e dei toast sono ancora scritti a mano con pennarelli colorati su una lavagna di carta.
(Fabrizio Caramagna)

Ma come si può credere nell’altruismo e nella solidarietà quando, anche se non ne hai voglia, prendi l’ultima brioche del bar e quello dietro di te la voleva disperatamente.
(Fabrizio Caramagna)

Non condivido la tua opinione e darei la mia vita perché anziché condividerla qui davanti a me, tu vada a esprimerla il più lontano possibile, magari in qualche bar dello sport dedicato.
(Fabrizio Caramagna)

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