Frasi e aforismi sulla grazia

Frasi e aforismi sulla grazia, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sulla bellezza e il bello, Frasi e aforismi sull’armonia e Frasi e aforismi sull’eleganza.

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Frasi e aforismi sulla grazia

Ci si dovrebbe accorgere quando una persona ci pensa.
Dovremmo avere i passi più leggeri, oppure lo sguardo più luminoso, le mani che vibrano, la grazia che visita le parole.
(Fabrizio Caramagna)

La bellezza è l’involucro del corpo, la grazia dell’anima.
(Fabrizio Caramagna)

C’è un ritmo nella grazia che non ha bisogno del tempo per imitare il passo dell’eternità.
(Fabrizio Caramagna)

Lascio la volgarità a chi le rassomiglia.
Scelgo la grazia, di chi crede ancora nell’armonia e nello stupore.
(Fabrizio Caramagna)

Lei aveva questa grazia dell’ultimo gesto che rendeva più luminosi quelli precedenti e anticipava la possibilità di un sogno.
(Fabrizio Caramagna)

C’è nella grazia una luce miracolosa che rende vivo tutto ciò che essa ha l’aria di toccare.
(Fabrizio Caramagna)

Essere aggraziati è lo stato perfetto del corpo che segue il ritmo dell’armonia.
(Fabrizio Caramagna)

Quei giorni in cui la vita ha un passo più aggraziato, uno sguardo più intimo e una immaginazione più allegra.
(Fabrizio Caramagna)

Invidio quelle persone che sanno mantenere un aggraziato controllo nelle situazioni disastrose.
(Fabrizio Caramagna)

L’inizio ha un che d’imperioso, è un fulmineo stato di grazia che ci sorprende.
(Fabrizio Caramagna)

La grazia è di chi sa alleggerire pure l’aria che respira.
(Fabrizio Caramagna)

Anche tra le onde la grazia non perde mai l’equilibrio.
(Fabrizio Caramagna)

La grazia della felicità è che spesso è senza ragione, quando invece il dolore ne ha mille.
(Fabrizio Caramagna)

Ci sono visi che, nel tempo, prendono la forma della propria anima, delle proprie letture, dei paesaggi e delle persone conosciute. Hanno segni profondi e sottili, luci e ombre che parlano di una interiorità profonda, di domande fatte e risposte ricevute, di armonia e inquietudine.
C’è altrettanta grazia, in quelle ragnatele di rughe, che in un cielo luminoso.
(Fabrizio Caramagna)

Le parole sono pesanti, opache, ingannevoli, ma quando trasmettono grazia, persino l’aria e l’universo si mettono da parte per lasciarle passare.
(Fabrizio Caramagna)

Quello che chiamiamo “io” è un vestito di Arlecchino fatto con tante identità e cucito (talora anche rabberciato) con i colori diversi delle nostre storie. Ma quando incontriamo la grazia di un amore, allora ci sembra di essere vestiti di una stoffa unica e luminosa, senza neanche più una toppa.
(Fabrizio Caramagna)

Quando si guarda la finestra non si mai che cosa potrebbe esserci là fuori nella notte. Forse lo sfolgorio delle stelle, forse un drago, forse un urlo d’amore, forse la grazia di un angelo, forse un assassino che scappa nel buio. E’ tutto là fuori, per chi vuole guardare.
(Fabrizio Caramagna)

Nella notte svanisce il bisogno di dare un nome alle cose. Di dare direzione ad ogni passo.
Rimane solo la grazia dell’indefinibile.
(Fabrizio Caramagna)

Ci sono notti di preziosa Pietà, di onesta Carità, di calda Misericordia che cala sulla mia anima.
Ci sono notti in cui mi arrendo alla Grazia delle cose.
(Fabrizio Caramagna)

La società rende rugosa l’anima.
La competizione, l’invidia, le chiacchiere le tolgono tutta la grazia, morbidezza e ampiezza.
Solo il viaggio la rende di nuovo lucente, giovane e vibrante.
Bastano pochi istanti di stupore di fronte a un paesaggio perché l’anima torni a essere quello che era.
(Fabrizio Caramagna)

Ai luoghi comuni preferisco gli stati di grazia.
(Fabrizio Caramagna)

La più grande disgrazia è non vedere le grazie che la vita ci dona ogni giorno.
(Fabrizio Caramagna)

Grazia e gratitudine hanno la stessa etimologia. La gratitudine è una forma di grazia.
(Fabrizio Caramagna)

Le tre donne che ispirarono a Canova il capolavoro delle “Tre Grazie” e ne consacrarono il nome nei secoli, chi sa per quanti altri uomini furono soltanto causa di sofferenza.
(Fabrizio Caramagna)

Tutti pensarono che fosse aggraziata, femminile e delicata, finché entrò in macchina chiudendo lo sportello con la forza di un energumeno.
(Fabrizio Caramagna)

“Torna”, disse il marito “mi manca quel tuo modo aggraziato di mettere i piatti nella lavastoviglie e di stendere i panni”.
(Fabrizio Caramagna)

Ci sono donne che sono femminili e aggraziate persino quando vanno in bagno e scoreggiano.
(Fabrizio Caramagna)

Era aggraziato da parte di madre, e disgraziato da parte di padre.
(Fabrizio Caramagna)

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