Frasi e aforismi sull’alfabeto

L’8 settembre si celebra la Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione (International Literacy Day). Istituita dall’UNESCO nel 1967, vuole sottolineare l’importanza dell’alfabetizzazione per tutti i Paesi e le culture del mondo.

Frasi e aforismi sull’alfabeto, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sulle parole, Frasi e aforismi sui numeri e Frasi e aforismi sulla scrittura e lo scrivere.

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Frasi e aforismi sull’alfabeto

Dovremmo fare come le lettere dell’alfabeto. Che, seppur usate miliardi di volte, non temono di incontrarsi per diventare qualcosa di nuovo.
(Fabrizio Caramagna)

Amo l’alfabeto di chi mi lascia senza parole.
(Fabrizio Caramagna)

Notti in cui tutte le lettere dell’alfabeto tornano nelle loro tane. Non c’è che il silenzio.
(Fabrizio Caramagna)

Che strana macchina è l’uomo. Gli metti dentro lettere dell’alfabeto, formule matematiche, leggi, e doveri ed escono favole, risate e sogni.
(Fabrizio Caramagna)

Un piccolo numero di elementi semplici che si unendosi tra di loro danno combinazioni infinite. Gli elementi della chimica, ma anche l’alfabeto, le note e i numeri. Le regole dell’universo sono l’invenzione di un giocatore di scacchi.
(Fabrizio Caramagna)

Quali parti di me non vuoi amare?
Sono fatto di tante lettere dell’alfabeto. Amale tutte.
La D di dolore, la P di paura, la V di vergogna, la L di luce, la F di follia, la S di sorriso.
(Fabrizio Caramagna)

Se le consonanti scomparissero l’abbedario si chiamerebbe aeiouario.
(Fabrizio Caramagna)

Il nome completo di abbecedario doverebbe essere “abbecedafghijklmnopqrstuvwxyzario”.
(Fabrizio Caramagna)

Ho sostituito il mio alfabeto con 26 ulivi, in fila dritta e leggera davanti al mare.
(Fabrizio Caramagna)

Quando mi parli assisto alla nascita di una nuova vocale: non è la A, la E, la I, la O o la U, ma è una vocale che si forma nel tuo sguardo, che risplende nel tuo sorriso, che vibra nel tocco della tua mano.
(Fabrizio Caramagna)

Quelli di A vedono solo il lato della questione di A e non accettano il lato della questione di B. Quelli di B vedono solo il lato della questione di B e non accettano il lato della questione di A. Entrambi ignorano il resto delle lettere dell’alfabeto.
(Fabrizio Caramagna)

Il poeta cerca la parola che contenga tutte le lettere dell’alfabeto più una.
(Fabrizio Caramagna)

La Effe…
Le consonanti che iniziano con una vocale sono la prova che nell’alfabeto tutto può meravigliosamente succedere.
(Fabrizio Caramagna)

Sto sistemando la libreria non più in ordine alfabetico o di editore, ma avvicinando tra loro i libri che secondo me si amano segretamente.
(Fabrizio Caramagna)

Ho provato a mettere in ordine alfabetico i miei fallimenti, ma mi mancavano le lettere e ho dovuto numerarli.
(Fabrizio Caramagna)

Noi conosciamo l’alfabeto che va verso destra,
dalla A alla Z.
Ma qual è la sinistra dell’alfabeto?
Come si muove nello spazio, quante lettere ha,
si può osservarne il retro?
E chissà che strane parole deve nascere
da queste lettere che non conosciamo.
(Fabrizio Caramagna)

La parola “vocale” è piena di consonanti.
(Fabrizio Caramagna)

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Lettere dell’alfabeto

A volte il cervello non pensa a niente e altre volte va a mille e pensa a quale lettera invisibile ci sia prima della lettera A.
(Fabrizio Caramagna)

La A è la scala dell’alfabeto. Il primo scalino è già mezzo cammino, ma c’è molto da salire se si vuole trovare il senso delle cose.
(Fabrizio Caramagna)

La A è una Torre Eiffel vista da lontano.
(Fabrizio Caramagna)

L’A maiuscola apre le gambe in modo che l’intero alfabeto passi sotto.
(Fabrizio Caramagna)

Quando l’alfabeto va in campeggio, pernotta sotto la lettera A.
(Fabrizio Caramagna)

Quando immagino, parto dalla lettera A e arrivo su Alpha Centauri in un attimo.
(Fabrizio Caramagna)

La B, che non sappiamo mai se sia in piedi o a testa in giù, indica tutta l’ambiguità delle parole.
(Fabrizio Caramagna)

La B di bacio è sempre differente.
(Fabrizio Caramagna)

“Non mangiare troppo” disse il numero 8. Ma la B non l’ascoltò.
(Fabrizio Caramagna)

Nel comodo incavo di una C ci si può addormentare e sognare pagine e pagine di un racconto.
(Fabrizio Caramagna)

La C è una I che si lancia sul traguardo al fotofinish
(Fabrizio Caramagna)

La C è la mela che ha morso Eva
(Fabrizio Caramagna)

La D è una vela spiegata che prende tutto il vento.
(Fabrizio Caramagna)

La D è una O che si è stampata contro la parete.
(Fabrizio Caramagna)

La lettera E c’è due volte nell’alfabeto.
A, B, C, D, E, F, G, H, I, J, K, L, M, N, Ñ, O, P, Q, R, S, T, U, V, W, X, Y e Z.
(Fabrizio Caramagna)

La E è un uomo esultante che corre e dice a tutte le altre lettere di seguirlo.
(Fabrizio Caramagna)

La lettera E è un pianoforte con solo tre tasti.
(Fabrizio Caramagna)

La E è un pettine che ha quasi esaurito i denti.
(Fabrizio Caramagna)

La soddisfazione con cui la lettera è porta il suo accento.
(Fabrizio Caramagna)

La F ha la freschezza di chi protende le braccia a sempre nuove parole.
(Fabrizio Caramagna)

L’invenzione della lettera “F” cambiò molte cose ma cambiò soprattutto la vita di tutti coloro che si chiamavano rancesco, abio, ederico, ranco, abrizio
(Fabrizio Caramagna)

La G è una C che si copre lo sbadiglio con una mano.
(Fabrizio Caramagna)

La G è una O che si raschia l’ombelico.
(Fabrizio Caramagna)

Di tutte le lettere dell’alfabeto, la H è stata l’unica testimone del delitto, ma non ha detto nulla perché è muta.
(Fabrizio Caramagna)

L’acca non capisce un’acca e resta muta, e tuttavia è indispensabile nell’alfabeto.
(Fabrizio Caramagna)

Senza l’h muta saremmo tutti più ridicoli. Pensa che assurdità dire “minciaaaa”.
(Fabrizio Caramagna)

L’artigiano stava intagliando l’alfabeto nel legno, e quando raggiunse la lettera h si sedette.
(Fabrizio Caramagna)

L’h del Sahara è un aspirapolvere che non funziona. Non aspira neanche un granello di polvere.
(Fabrizio Caramagna)

Sai che hai bevuto troppo quando la h di rhum non solo ha un suono, ma inizia a parlarti con un linguaggio franco.
(Fabrizio Caramagna)

Se dovessi scegliere in che lettere dell’alfabeto vivere, vivrei nell’h. Sarebbe un posto tranquillo e silenzioso, anche se a volte la I confinante fa davvero troppo rumore.
(Fabrizio Caramagna)

Coniuge legittimo della C e della G, la H sogna di aver qualche altra lettera come amante.
(Fabrizio Caramagna)

Vorrei pubblicare la biografia non autorizzata della lettera H, con i motivi del suo silenzio e i dettagli della sua torrida relazione con la R.
(Fabrizio Caramagna)

La I è una O vista di profilo.
(Fabrizio Caramagna)

Nessuna lettera saluta bene come la i: ì í ì í ì í
(Fabrizio Caramagna)

La J è una mazza per giocare a golf con il puntino che ha lasciato cadere la I, usando la U come buca.
(Fabrizio Caramagna)

La j è una i che sta premendo l’acceleratore.
(Fabrizio Caramagna)

La j è una foca che gioca con la sua pallina.
(Fabrizio Caramagna)

La J è un ombrello che ha perso metà della copertura.
(Fabrizio Caramagna)

La j è la sola lettera che pattina.
(Fabrizio Caramagna)

La K è una lettera che spera in un abbraccio ma è troppo spigolosa per riceverlo.
(Fabrizio Caramagna)

La L è un triangolo rettangolo senza ipotenusa.
(Fabrizio Caramagna)

La L è l’angolo dove si riposa l’alfabeto.
(Fabrizio Caramagna)

La l di lago è la più liquida delle lettere.
(Fabrizio Caramagna)

Tra le varie forme di ansia metterei l’ansia di chi è terrorizzato dalla somiglianza tra la I maiuscola e la l minuscola.
(Fabrizio Caramagna)

Ho fatto un’analisi del mio computer. Ho scoperto che la La e la W sono le lettere più usate. Evidentemente quando non ci sono, ne approfittano per mandarsi messaggi d’amore a mia insaputa.
(Fabrizio Caramagna)

La M è l’unica lettera gemella del nostro alfabeto. L’altra è la lettera W.
(Fabrizio Caramagna)

La M è il ponte tra la prima parte dell’alfabeto e la seconda.
(Fabrizio Caramagna)

La M è la W che fa flessioni.
(Fabrizio Caramagna)

La M è l’ 1 che si guarda alla specchio.
(Fabrizio Caramagna)

La M: le onde del mare che scorrono nell’alfabeto.
(Fabrizio Caramagna)

La N è una consonante che sale e scende lungo le frasi.
(Fabrizio Caramagna)

La N, quando arriva notte, diventa una Z e fa ZZZ….
(Fabrizio Caramagna)

La O tutti la scrivono al rovescio, ma nessuno se ne accorge
(Fabrizio Caramagna)

La O è un buco dell’alfabeto, chissà quali altre lettere ci sono dall’altra parte.
(Fabrizio Caramagna)

La O è una C bulimica. Tutta colpa degli standard di magrezza della I.
(Fabrizio Caramagna)

Da secoli la lettera O e lo zero si accusano reciprocamente di plagio.
(Fabrizio Caramagna)

La O è la palla con cui il resto delle lettere gioca a calcio.
(Fabrizio Caramagna)

La Q c’è anche nel quattordici, ma si nota di più nel quaranta.
(Fabrizio Caramagna)

La Q è una lettera che ti fa la lingua perché la usi poco.
(Fabrizio Caramagna)

La Q va sempre in giro con un laccio sciolto.
(Fabrizio Caramagna)

La U, invidiosa, ha usato una T come martello e una I come chiodo, e l’ha inchiodata alla O, che ha finito per diventare una Q.
(Fabrizio Caramagna)

La R è sempre appoggiata al muro e cerca di fare lo sgambetto alle altre lettere.
(Fabrizio Caramagna)

Mi ha detto erre di “Recherche”
e non ho avuto il coraggio di non amarla per 30 secondi buoni.
(Fabrizio Caramagna)

Dopo la Q dovrebbe esserci la S, se non erre.
(Fabrizio Caramagna)

Quando pronunci la S, sembra che sia affogata una vocale.
(Fabrizio Caramagna)

La danza della lettera S, come un suicida pentito che pende da un cornicione e non si vuole più buttare giù.
(Fabrizio Caramagna)

La T voleva stare nella scatola degli attrezzi ma si è persa nell’alfabeto.
(Fabrizio Caramagna)

La U è il ferro di cavallo dell’alfabeto, che protegge il galoppo delle parole.
(Fabrizio Caramagna)

L’O si tolse il cappello e si trasformò in una U.
(Fabrizio Caramagna)

Contro tutte le apparenze, la U è una vocale chiusa mentre la O è una vocale aperta.
(Fabrizio Caramagna)

La V è una delle ultime lettere ma fa il segno di vittoria di chi pensa di vincere.
(Fabrizio Caramagna)

Calcoli matematici con le lettere dell’alfabeto: se V + V è uguale a X, V + II dovrebbe essere uguale a…? (risposta: M)
(Fabrizio Caramagna)

La V sembra sempre che voglia dire “Vi faccio vedere io”.
(Fabrizio Caramagna)

La V: nel suo bicchiere è finito il gelato.
(Fabrizio Caramagna)

Lessicografi intolleranti chiedono che la W venga espulsa dall’alfabeto perché la considerano un matrimonio tra due V.
(Fabrizio Caramagna)

La W è un cameriere che sta portando due piatti.
(Fabrizio Caramagna)

La M è l’unica lettera gemella del nostro alfabeto. L’altra è la lettera W.
(Fabrizio Caramagna)

W: un pippistrello che vola tra le lettere
(Fabrizio Caramagna)

La X è l’incrocio stradale.
(Fabrizio Caramagna)

La X occupa per intero lo spazio con una croce ben fatta, poi guarda la W alla sua sinistra e la Y alla sua destra e dice: “Non avevate un altro modo più semplice di riempire lo spazio?”.
(Fabrizio Caramagna)

La X apre le forbici per tagliare altre lettere.
(Fabrizio Caramagna)

La X di EX è una croce che ci segna parecchio.
(Fabrizio Caramagna)

Hai visto con quanta efficacia ho stretto a metà il collo della X? La lettera O ha voluto imitarmi ed è diventata un 8.
(Fabrizio Caramagna)

“Mani in alto!”, disse la T. E nacque la Y.
(Fabrizio Caramagna)

La Y è l’imbuto dell’alfabeto. Ci finiscono tutte le lettere che non usiamo e che scartiamo..
(Fabrizio Caramagna)

La y è una x che trascina il piede.
(Fabrizio Caramagna)

In un mondo parallelo, le Zeta vanno in giro armate e non oso immaginare che cosa succede quando si trovano con due Z nella parola “eccezzione”.
(Fabrizo Caramagna)

La Z è una lettera così elitaria che sta solo con le vocali.
(Fabrizio Caramagna)

ZZZZZ: la Z si addormentò, essendo l’ultima della fila.
(Fabrizio Caramagna)

La @ era nata come contorsionista. E adesso deve correre veloce, da una parte all’altra del mondo, per portare le email.
(Fabrizio Caramagna)

La @ è uno spermatozoo che si guarda l’ombelico.
(Fabrizio Caramagna)

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