Frasi e aforismi sulla terra

Il 22 aprile si celebra la Giornata Mondiale della Terra (in inglese Earth Day) per la sostenibilità ambientale e la salvaguardia del nostro pianeta. Le Nazioni Unite celebrano questa ricorrenza ogni anno, un mese e un giorno dopo l’equinozio di primavera.

Frasi e aforismi sulla terra, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sulla luna, Frasi e aforismi sul mare e Frasi e aforismi sui cambiamenti climatici e il global warming.

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Frasi e aforismi sulla terra

Se la Natura avesse voluto mettere le persone su gerarchie e livelli diversi, il pianeta terra avrebbe la forma di una scala. Per fortuna, è una sfera.
(Fabrizio Caramagna)

Non trovo da nessuna parte una traccia del diritto di proprietà degli uomini sulla terra. Soltanto un diritto di passaggio.
(Fabrizio Caramagna)

Il mondo: una foglia appesa all’albero dell’universo.
(Fabrizio Caramagna)

La terra è un giocattolo rotto che tutti abbiamo ereditato e che pochi vogliono aggiustare.
(Fabrizio Caramagna)

L’uomo è così diviso su qualsiasi argomento, che persino nella Giornata della Terra, ci sono quelli che sono a favore dell’humus, dell’argilla, del limo o della sabbia.
(Fabrizio Caramagna)

Se si potesse rallentare la rotazione del pianeta terra, fino a bloccarla. Ci sarebbero un giorno infinito e una notte eterna, un tramonto sempre sul punto di scomparire e un’alba sempre sul punto di spuntare. Chiunque avrebbe la possibilità di spostarsi sul pianeta e scegliere l’ora in cui vivere. Tu che ora sceglieresti?
(Fabrizio Caramagna)

La terra tende il braccio verso l’alto, il sole le stringe la mano e la fa girare su se stessa.
Fotografia di un ballo invisibile che si compie ogni giorno.
(Fabrizio Caramagna)

La terra, il più assurdo dei pianeti dell’universo, forse è ancora nella fase caotica che precede il big-bang.
(Fabrizio Caramagna)

Cambiamenti climatici: dominano l’aria e il fuoco, e sempre meno la Terra.
(Fabrizio Caramagna)

Grazie alla sua capacità distruttiva l’uomo è riuscito a inquinare i tre elementi: l’aria, l’acqua, la terra. Quanto al quarto, il fuoco, mai come adesso è diventato così puro e pronto a distruggere l’uomo.
(Fabrizio Caramagna)

Sono secoli che la Terra precipita nel vuoto e noi continuiamo a credere che giri in tondo.
(Fabrizio Caramagna)

Gli uragani e i tifoni, le alluvioni e le case distrutte, lo scioglimento dei ghiacciai e la desertificazione sono la grafia di un pianeta che sta scrivendo la sua vita e che ci spiega per iscritto quello che gli sta succedendo. Ma noi siamo degli analfabeti che non sanno leggere.
(Fabrizio Caramagna)

Assordati dal chiasso delle trombe apocalittiche non riusciamo più a sentire la musica della terra.
(Fabrizio Caramagna)

La crosta terrestre sanguina sempre di più.
(Fabrizio Caramagna)

Il numero degli abitanti della terra è noto: 7,5 miliardi. Purtroppo non si conosce il numero dei disabitanti in cerca di un altro pianeta.
(Fabrizio Caramagna)

Per la fisica e la geometria la terra è una sfera. Per la società è una piramide che tutti tentano di scalare. Per la morale è un circolo vizioso.
(Fabrizio Caramagna)

Siamo arrivati per ultimi sulla Terra: la vita ha dimostrato per milioni di anni che non ha bisogno di noi.
Ma se ci estinguessimo, chi racconterebbe la bellezza del mare e dei tramonti, chi si prenderebbe cura dei giardini fioriti, chi scalerebbe le montagne per toccare la cima?
(Fabrizio Caramagna)

Una zolla di terra è un grande santo, che guarisce e ripara e resuscita ogni cosa. Dentro di lei le cose malate diventano sane, la vecchiaia si trasforma in gioventù, la morte diventa vita. Eppure al giorno d’oggi le persone sono occupate a uccidere le zolle di terra. E’ una occupazione a tempo pieno.
(Fabrizio Caramagna)

Che strano posto è il mondo.
Il sole entra e esce come se fosse in un albergo,
la luna rivolge la parola solo ai poeti e ai romantici,
e la terra è un casinista allucinante:
ti tira in basso con la forza di gravità
e poi, quando meno te lo aspetti, ti spara verso le stelle.
(Fabrizio Caramagna)

La vita è stare in piedi su questa grande pietra rotonda che ruota nello spazio, guardando spaventata in tutte le direzioni.
(Fabrizio Caramagna)

Ogni filo d’erba sembra contenere una biblioteca dedicata alla meraviglia, al silenzio e alla bontà.
(Fabrizio Caramagna)

Se ci si fermasse ad ascoltare il lavoro delle radici, chi riuscirebbe a dormire?
(Fabrizio Caramagna)

L’uomo è sulla terra da più di 500.000 anni, ma quella che chiamano civiltà è iniziata soltanto 10.000 anni fa, cioè ieri. Prima l’uomo faceva il pesce, la scimmia, il selvaggio. E’ stato un tirocinio piuttosto lungo quello di diventare uomo. Ed è ancora ben lontano dal finire.
(Fabrizio Caramagna)

Milioni di anni fa non c’era ancora vita sulla terra.
Chissà quanto a lungo pazientò il Sole
prima di stringere tra le braccia le prime forme di un fiore o di un albero.
(Fabrizio Caramagna)

Da una relazione di un alieno sul pianeta terra.
“Qui la persone provano continuamente a mandare avanti e indietro le lancette degli orologi e per qualche strana ragione non riescono a vivere il momento presente.
Indossano tutti delle maschere con un sorriso che sembra finto. Dicono di essere felici, ma guardano sempre un display luminoso. E si sono dimenticati delle stelle”.
(Fabrizio Caramagna)

La terra è rotonda, è il cervello dei terrapiattisti che è piatto.
(Fabrizio Caramagna)

A un tratto immaginò che la terra fosse dotata di consapevolezza e sapesse di essere una pianeta e che il suo compito era girare e rigirare all’infinito attorno al sole con la stessa velocità orbitale media di circa 107.000 km all’ora, sempre inviariata, senza mai andare da nessuna parte se non dove era già stata miliardi di volte di volte, e immaginare la terra in quello stato, in un perpetuo movimento circolare, gli sembrò orribile. Forse l’unico momento di felicità della terra doveva essere durato qualche millennio quando gli antichi avevano detto che era il Sole che girava intorno alla terra, e chissà se era proprio così, magari la terra si era fermata davvero a riposarsi per un po’, prima che arrivasse quel maledetto Galileo a rimetterla in moto.
(Fabrizio Caramagna)

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