Frasi e aforismi sulle parole

Le parole fanno fatica a descrivere le cose, ma le parole sono la realtà più profonda dell’uomo. Senza le parole l’uomo non è muto, è inesistente.

Frasi e aforismi sulle parole, scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sul silenzio, Frasi e aforismi sullo scrivere e la scrittura, Frasi e aforismi sul libro e la lettura.

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Frasi e aforismi sulle parole

Le parole non sono mai nel posto in cui dovrebbero stare.
Ne vorresti una e non arriva.
Ne ricevi una e ti ferisce.
Ne dici cento e dovresti tacere.
(Fabrizio Caramagna)

Chiediamo troppo alle nostre povere parole: che ci presentino, che ci descrivano, che ci elogino, che ci perdonino.
(Fabrizio Caramagna)

Se in un senso si può dire che pensiamo grazie al linguaggio, in un altro si può dire che comprendiamo malgrado le parole.
(Fabrizio Caramagna)

Il mondo oggi già scelto tutte le parole per esprimersi, quelle sottili, quelle precise, quelle utili, quelle vuote… Mi ha lasciato senza parole, non sapendo io cosa dire.
(Fabrizio Caramagna)

Parole nel dizionario, che aspettano da anni qualcuno che le scelga: sono belle parole, come callido, eristico, indarno, liliale, vapido, ma nessuno le considera.
(Fabrizio Caramagna)

Migliaia di parole, ma poi il dolore, la gioia, lo stupore, l’amore e il desiderio trovano altre vie per mostrarsi.
(Fabrizio Caramagna)

Le parole. Materiale così malleabile, così sfuggente, eppure così diffuso! E’ incredibile come una manciata di parole sappiano costruire e al tempo stesso distruggere. Le temo al modo di un credente, che spera ancora nella loro misericordia.
(Fabrizio Caramagna)

La parola è rivelazione, lampo, armonia,
Ma anche contrasto, contesa, divergenza.
(Fabrizio Caramagna)

Le parole sono una corda. Ben annodate possono essere una trappola. Ma anche un filo a cui aggrapparsi e una rete per fermare la caduta.
(Fabrizio Caramagna)

Le sfumature della lingua quando un accento può cambiare le sorti di una persona.
In sanscrito dāś significa “dignità” e dās significa “schiavitù”.
Ma anche conoscere una lingua cambia le nostre sorti. Saper usare le sue parole ci dà dignita, non saperle usare ci rende schiavi.
(Fabrizio Caramagna)

Com’è difficile restare innamorati delle sfumature delle parole in un mondo così brutalmente esposto ai luoghi comuni e alla ripetitività.
(Fabrizio Caramagna)

Le parole fanno fatica a descrivere le cose, ma le parole sono la realtà più profonda dell’uomo. Senza le parole l’uomo non è muto, è inesistente.
(Fabrizio Caramagna)

La meraviglia delle parole. Dal silenzio all’urlo, dal sussurro allo sproloquio, c’è un’infinita gamma di colori a cui attingere.
(Fabrizio Caramagna)

Quanto più corteggi una parola, tanto più ti aprirà a segreti che mai avresti sospettato conservasse.
(Fabrizio Caramagna)

C’è chi sostiene che il linguaggio sia nato anche per fermare il dolore. Finché non si trovano le parole per dirlo, finché non lo si nomina, il dolore ci devasta. Ma basta una parola, anche una sola, quella giusta, per riuscire a bloccarlo.
(Fabrizio Caramagna)

Le parole, come gli angeli, sono forze dotate di poteri occulti. Presenze personali e misteriose, che ti assistono quando ne hai più bisogno.
(Fabrizio Caramagna)

A volte le parole si accoccolano tra due parentesi di silenzio e parlano sottovoce e si raccontano storie segrete.
(Fabrizio Caramagna)

Ci sono parole che richiedono tempo. Forse perché non escono solo dalle labbra. Escono dalla parte più segreta di noi. Forse perché pronunciarle è come regalare una parte di sé.
(Fabrizio Caramagna)

L’uomo non può essere senza parola, anche dovesse affidarsi al solo silenzio degli occhi.
(Fabrizio Caramagna)

Ci sono parole che migliorano la nostra capacità di vedere e parole che migliorano la nostra capacità di respirare.
(Fabrizio Caramagna)

Chissà se possono mai capirsi chi ha una parola sola e chi invece nelle parole ci naufraga.
(Fabrizio Caramagna)

Prima che il parlare fosse dell’uomo, una sola parola illuminava il mondo.
(Fabrizio Caramagna)

Il mondo è pieno di parole che qualcuno ha detto a qualcun altro e che avresti voluto fossero dette a te.
(Fabrizio Caramagna)

Quelli che usano le parole con sufficienza o banalità o volgarità, non rispettano le parole. E chi non rispetta le parole, non può rispettare il prossimo.
(Fabrizio Caramagna)

Si sprecano più parole per ripetersi di quelle necessarie per dire qualcosa di nuovo.
(Fabrizio Caramagna)

La presenza costante della parola che ci manca.
(Fabrizio Caramagna)

Persone che si vestono di parole leggere come la brina, inconsistenti come una ragnatela, più inutili di un buco nell’acqua.
(Fabrizio Caramagna)

Le parole comunicano poco e spesso sono pallide ombre di nomi dimenticati. Ma hanno uno straordinario potere. Prendono ago e filo e ricuciono, riparano, rimediano. Forse alla fine le parole servono solo a questo: a guarire.
(Fabrizio Caramagna)

Sedute ordinatamente, una accanto all’altra, le parole sono grigie e vuote. Ma, quando in una pagina o in una conversazione iniziano a danzare e a riempirsi di luce, hanno qualcosa che assomiglia al miracolo.
(Fabrizio Caramagna)

Alcune parole, messe insieme, formano piste di decollo. E lo scrittore fa partire gli aeroplani del senso.
(Fabrizio Caramagna)

Ogni volta che scopro una parola nuova in una lingua straniera, mi sembra di guardare più lontano, di intuire un mondo segreto, di vedere l’orizzonte della realtà che si dilata in modo sorprendente.
(Fabrizio Caramagna)

Ci sono parole che a sussurrarle suonano come il fruscio di una piuma che ondeggia nell’aria. E se provi a toccarle, lasciano le dita piene di colore.
(Fabrizio Caramagna)

Le parole vanno spogliate. Svestite. Liberate dagli artifici. Solo così possono dire “ti voglio bene” con la semplicità di un mazzo di fiori di campo.
(Fabrizio Caramagna)

Se avessi un giardino di parole, farei crescere parole come: onestà, gentilezza, meraviglia, per sempre.
(Fabrizio Caramagna)

Le parole sono il contrappeso all’indifferenza. Sono la volontà che si oppone con forza al peggiore dei silenzi. Quello sulle verità nascoste.
(Fabrizio Caramagna)

Le immagini non impegnano più di tanto, offrendosi istantaneamente all’occhio.
Le parole, invece, mettono al lavoro mediazioni su mediazioni, richiedendo attenzione verso nuove forme di relazione e costruzione del reale.
(Fabrizio Caramagna)

Dopo un po’ il silenzio chiede al pensiero di sollevarlo da quel triste incarico: “ridammi le parole, ho bisogno di esplorare di nuovo il mondo”.
(Fabrizio Caramagna)

A differenza dei corpi, le parole non conoscono distanze. Non sanno nulla dei chilometri. Di autostrade e linee ferroviarie. Di tragitti e scorciatoie. Le parole non viaggiano per arrivare. Arrivano senza neanche essere partite. E’ il loro compito.
(Fabrizio Caramagna)

Le parole non sostituiscono la realtà, ma dopo che la realtà scompare, soltanto esse la ricordano.
(Fabrizio Caramagna)

Cerca qualcuno che ti faccia sentire il libro preferito, il panorama perfetto, l’occasione giusta, la parola esatta, la coincidenza miracolosa.
(Fabrizio Caramagna)

Se la parola è giusta, risuona. Se risuona, ne attira delle altre.
(Fabrizio Caramagna)

Il dizionario non ci mostra quali sono le parole nate in primavera e quali in autunno, quali nel fuoco e quali nella pioggia
(Fabrizio Caramagna)

La realtà: un lucchetto d’acciaio. La parola: una fragile chiave di carta.
(Fabrizio Caramagna)

La storia del mondo è la storia dei fraintendimenti tra le parole e le cose, né le parole capiscono le cose, né le cose capiscono le parole.
(Fabrizio Caramagna)

Tradisce se stessa quella parola che non è ponte.
(Fabrizio Caramagna)

Il vero significato delle parole non è quello che riporta il dizionario, bensì l’altro che esse acquisiscono nel momento in cui vibrano sulla bocca di chi le pronuncia.
(Fabrizio Caramagna)

Non esiste un sinonimo per la parola sinonimo e trovo che sia un deplorevole, deprecabile, biasimevole, censurabile, condannabile. riprovevole, spiacevole, sconvolgente, irritante e, per usare un eufemismo, inaccettabile.
(Fabrizio Caramagna)

I social. Il Davide delle parole contro il Golia delle immagini.
(Fabrizio Caramagna)

Ogni tanto si incontra qualcuno che usa parole rotonde e luminose. Dice “Buongiorno” e “Buonasera” e si sente il profumo pulito del pane e nessuna menzogna.
(Fabrizio Caramagna)

Che belle le parole al gusto di fatti.
(Fabrizio Caramagna)

Le parole se ne stanno zitte sulla soglia a un passo da te che resti fuori, e io non so come chiamarti e chiederti di tornare indietro. E’ così che nascono gli addii.
(Fabrizio Caramagna)

La parola più lunga in italiano non è supercalifragilistichespiralidoso.
La parola più lunga è “se-fosse-stato”.
Nei giorni del rimpianto, può essere lunga anche mille lettere.
(Fabrizio Caramagna)

Una parte di me è sepolta sotto le parole che non vuole sentire
un’altra parte sotto le parole che non può dire.
(Fabrizio Caramagna)

Le parole si parlano, i silenzi si toccano.
(Fabrizio Caramagna)

Le sue parole salivano e scendevano come le palle colorate di un giocoliere, e dentro di esse non c’erano il giusto, il vero e il bene, non c’era neanche la coscienza, c’era solo aria.
(Fabrizio Caramagna)

L’hai solo detto o anche pensato, criticato, applaudito, bloccato, condiviso, parodiato, plagiato, malinterpretato o ignorato?
(Fabrizio Caramagna)

Parole dette per sentirsi meglio. Parole dette per capirsi meglio. Il linguaggio è formato in prevalenza dalle prime. Che comunicano solo a se stesse.
(Fabrizio Caramagna)

Al McDonald’s, in fila, esiste solo una conversazione, “Tu che prendi?”.
Purtroppo anche anche la conversazione di tutti i giorni si sta impoverendo di parole e idee, come se – mentre stiamo parlando – fossimo tutti in fila davanti a un McDonald’s virtuale.
(Fabrizio Caramagna)

Questi animali a cui non manca solo la parola. Queste persone che non hanno che la parola.
(Fabrizio Caramagna)

A che cosa servono le parole? A correggere ciò che è perfetto.
(Fabrizio Caramagna)

Sottolineare le parole vuol dire ascoltarne il respiro.
(Fabrizio Caramagna)

Le parole sono stanche di dover chiamare. Di dover conoscere e definire. Di essere messe su tutto. Sui fiori e sulle stelle, sulle emozioni e sui tramonti. Di dover dire ogni volta buongiorno, buonasera e come stai e aspettare una risposta che non sarà mai quella che uno vorrebbe esprimere.
Le parole ci chiedono di fare silenzio. Di guardarci negli occhi. Di provare a usare alfabeti diversi. Respiri, gesti, sguardi. Le parole ci chiedono di essere usate solo quando è davvero necessario.
(Fabrizio Caramagna)

Io le conosco quelle parole. Sono le solite che usi per illudere e deludere. Sono quelle che pronunci meglio. Sono quelle che non vorrei mai sentire.
(Fabrizio Caramagna)

Le parole sono raramente innocenti. Ma se le guardiamo dalla finestra della nostra fragilità, l’eco può farle sembrare addirittura feroci.
(Fabrizio Caramagna)

Cose che mi sono state dette per tutta la vita: “Calmati. Non pensarci. Lasciati andare. Che importa. Non preoccuparti. Sei troppo emotivo. Di cosa stai parlando”.
Ma la complessità della mia vita non può stare dentro queste poche semplici parole!
(Fabrizio Caramagna)

Immagino tutte le parole non dette lanciarsi da un ponte e urlare quello che volevano dire.
(Fabrizio Caramagna)

Dentro la lingua del neonato le sillabe sono ancora canto e suoni inarticolati
Poi anche per lui viene il tempo di prendere la farina delle parole e fare il suo primo pane.
(Fabrizio Caramagna)

Le conchiglie non conoscono le parole, eppure nel loro suono così semplice è descritto tutto il mare
(Fabrizio Caramagna)

Ogni parola viene da quel gran nulla che è l’indicibile e torna in quel gran nulla.
(Fabrizio Caramagna)

Navighiamo nel silenzio con minuscole parole che sembrano bussole e che spesso ci fanno perdere la rotta.
(Fabrizio Caramagna)

Non aspettare troppo, anche le parole hanno una scadenza. E nel loro arrivare fuori tempo massimo, finiscono per non raggiungere più l’altra persona.
(Fabrizio Caramagna)

“Non abbiate paura delle parole”. E se fossero le parole ad avere paura di noi?
(Fabrizio Caramagna)

Sotto il bombardamento di immagini,
lo sgomento delle parole che non vengono più usate.
(Fabrizio Caramagna)

Le parole, di fronte a certa bellezza, sono solo manciate di lettere.
(Fabrizio Caramagna)

Una vita passata ad annaspare tra parole che vorrei dire e non ho detto, parole che ho detto e non avrei voluto dire, parole che ho detto e che adesso vorrei tacere.
(Fabrizio Caramagna)

Quante sono le parole che giacciono abbandonate per sempre dentro il dizionario.
(Fabrizio Caramagna)

Nella poesia è molto facile usare la parola “fuoco”. Il difficile è farlo bruciare.
(Fabrizio Caramagna)

Etimologia: a volte la mamma è orgogliosa della parola figlia, altre volte vorrebbe solo rimproverarla per la sua trasformazione che l’ha resa irriconoscibile.
(Fabrizio Caramagna)

Una pagina antica di papiro senza scritta alcuna. La vita mancata delle parole che mai trovarono una mano pronta per portarle sulla superficie.
(Fabrizio Caramagna)

L’etimologia è l’album di famiglia di una parola, con le sue foto sfocate, il parente che nessuno conosce e lo zio scappato con un’altra parola.
(Fabrizio Caramagna)

Il mago tirò fuori dal cappello un coniglio, due colombe, una nube, ma siccome il pubblico non era ancora entusiasta, tirò fuori una parola così bella e veloce che nessuno riuscì a decifrarla.
Mandarono all’inseguimento di questa parola cavalli, aerei e astronavi, ma fu impossibile raggiungerla. Sparì per sempre nel vento.
Si dice che questa parola contenesse i segreti dell’universo.
(Fabrizio Caramagna)

Chi ha inventato la parola “hipopotomonstrosesquipedaliofobia” per indicare l’avversione verso le parole lunghe doveva essere una persona ironica e anche un po’ sadica. Di sicuro costui aveva una certa avversione per le parole brevi.
(Fabrizio Caramagna)

È in atto un progressivo scollamento tra le parole e il senso che sottendono. Siamo la società delle parole che ha smarrito il legame con la Parola.
(Fabrizio Caramagna)

Quando daremo fondo a tutte le parole del vocabolario, in tutte le loro combinazioni, in ogni lingua e capiremo che non è servito a trovare la verità che cerchiamo, allora diventeremo muti e Dio ci porterà finalmente il messaggio che aspettavamo.
(Fabrizio Caramagna)

Quando le parole si ribelleranno le vedremo danzare insieme alle cose, e avranno nomi che non abbiamo mai sentito.
(Fabrizio Caramagna)

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