Frasi e aforismi sulla città

Il 31 ottobre si celebra La giornata Mondiale delle Città (World Cities Day) che ogni anno si svolge in una città diversa del mondo.

Frasi e aforismi sulla città scritti da Fabrizio Caramagna. Tra i temi correlati Frasi e aforismi sulla piazza, Frasi e aforismi sui luoghi e Frasi e aforismi sulla casa.

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Frasi e aforismi sulla città

E’ uno spettacolo, bello e terribile a un tempo, sedersi in un caffè di una città sconosciuta e guardare passare per strada persone che vedrai solo una volta nella vita.
(Fabrizio Caramagna)

La città. Il tempo che scorre. I tram pieni di persone sole. I colori sui muri e il grigio sui visi. I passi veloci e le vite di fretta.
Poi viene la sera. Ogni cosa rallenta, prende fiato. E tu che cammini, indossando un sorriso bellissimo.
(Fabrizio Caramagna)

Le città che quando cammini non ti rendi conto del tempo e ti perdi all’angolo tra un dettaglio e lo stupore.
(Fabrizio Caramagna)

Certe città svelano incanti, da caderci dentro.
(Fabrizio Caramagna)

Le città sono come le persone. Hanno un nome che le distingue e pregi, difetti e particolarità che conferiscono loro un carattere preciso. Ma c’è sempre qualcosa che sfugge, labile e indefinibile, così da renderle sempre nuove e inaspettate ogni volta che le si rivede.
(Fabrizio Caramagna)

Di certe città conserverai sempre
alcuni angoli di stupore,
frammenti di ricordi,
una strada lastricata di bellezza
e una finestra misteriosa dentro cui avresti voluto guardare.
(Fabrizio Caramagna)

Adoro i vicoli stretti, nascosti, sconosciuti, intimi: trattengono, più di altri, le storie riservate della città.
(Fabrizio Caramagna)

Immagino la città come una scatola piena di cose che nessun’altra scatola, neanche la più magica, può contenere.
(Fabrizio Caramagna)

Città di cui t’innamori come di una persona. Ti parlano, ti raccontano le strade, gli orizzonti e gli incanti nascosti. Tu non ci abiti. Sono esse ad abitare te.
(Fabrizio Caramagna)

Ogni grande città ne rinchiude una più piccola dove risiede tutta la sua grandezza.
(Fabrizio Caramagna)

Il bello di una città è quando continui a scoprirla, dopo settimane che sei lì.
(Fabrizio Caramagna)

Città che prima ti regalano angoli e scorci inaspettati. E poi pretendono il tuo cuore.
(Fabrizio Caramagna)

Nella camminata delle donne si può leggere la bellezza di certe città.
(Fabrizio Caramagna)

Avete mai notato come sono vanitose e piene di sé certe città, mentre si mettono in posa davanti a tutti quegli obiettivi dei fotografi?
(Fabrizio Caramagna)

In città ci sono cose nascoste come la casa con giardino che affaccia sulla strada in pieno centro. E’ ricoperta interamente di edera e quando ci passi accanto pensi che lì dentro ci siano ancora dei signori vestiti in abiti dell’ottocento con una carrozza di cavalli.
(Fabrizio Caramagna)

I cortili delle città, quando la bellezza si nasconde, ma sai che c’è.
(Fabrizio Caramagna)

Cammino veloce in questa città, sul bordo del marciapiede, un passo dietro l’altro e mai qualcuno che giochi con me a scontrarsi all’angolo tra il destino e l’inevitabile.
(Fabrizio Caramagna)

Un bus passa carico di passeggeri, due passeri che volano da un albero all’altro e un ragazzo in maniche corte che telefona dal suo balcone. E’ il puzzle della città, formato da migliaia di pezzi.
(Fabrizio Caramagna)

Quando il cielo si spoglia del suo colore e si accendono le luci della città, delle insegne, dei lampioni e delle auto veloci, la vita pare un attimo perduta e si chiede dove sta andando, il tempo che scandisce le urgenze è il solo punto fermo nel vortice del mattino.
(Fabrizio Caramagna)

A volte qui, in questa metropoli, vivo senza paesaggio.
Niente mare, campi, stagioni, cieli.
Solo traffico, strisce pedonali e un orizzonte artificiale in mezzo alle case.
(Fabrizio Caramagna)

Le città lontano dal mare. Così tante luci e neppure un faro. A volte sono davvero imperdonabili.
(Fabrizio Caramagna)

Spiluccare a piccole dosi il buio nella stanza, lasciando fuori la luce artificiale della città.
(Fabrizio Caramagna)

In tutto questo cemento della città ci vorrebbe da qualche parte una cascata di glicini che scende giù da un grattacielo.
(Fabrizio Caramagna)

Ciao, ti va di venire a fare un giro nel parco della città. A immaginare boschi e sentieri inesplorati al posto del cemento?
(Fabrizio Caramagna)

Seduta su una panchina, all’ombra di un tiglio aspetta qualcuno.
Sorride, e intanto guarda la città lontana, che respira foschia e cemento.
(Fabrizio Caramagna)

Mattine di sole e di asfalto. Di cose da dire, di strade da fare, di occhi da raggiungere.
(Fabrizio Caramagna)

Quando piove in città, ci sono gli ombrelli, le teste basse, i passi veloci. E gli occhi, quelli non li vedi mai.
(Fabrizio Caramagna)

Non ho mai capito perché quando piove si crea tutto questo traffico in città. Forse ogni goccia, a contatto con l’asfalto, si trasforma in automobile.
(Fabrizio Caramagna)

Certe grandi città sono anche belle, ma non puoi passare la vita a parcheggiare.
(Fabrizio Caramagna)

Estate in città: l’asfalto che scotta. Vestiti leggeri e sorrisi stanchi, che non vedono l’ora di andare in vacanza.
(Fabrizio Caramagna)

Nelle grandi metropoli l’asfalto e il cemento sono di un grigio vivace. E i cielo e il sole sono pastelli scoloriti.
(Fabrizio Caramagna)

La metropoli esiste prima come progetto, poi come fallimento e poi come incubo.
(Fabrizio Caramagna)

Quella città era così triste che, pur di vedere sorridere qualcuno, mi son messo a guardare i cartelloni pubblicitari.
(Fabrizio Caramagna)

D’inverno nei paesi senti gli odori delle braci nel camino, del fumo, del cibo cucinato. Un profumo che sa di rifugio e di casa.
La città non ha l’odore di niente. Forse di fretta e rabbia.
(Fabrizio Caramagna)

Non si torna mai sano e salvo dalle città invisibili che si visitano in un’altra pelle.
(Fabrizio Caramagna)

Mi sono innamorato del tuo stupore, di una finestra sulla felicità, di una stella a dodici punte e di una città dove crescono i gelsomini ogni volta che sorridi…
(Fabrizio Caramagna)

Vivo in una città di un milione di abitanti, ma preferisco pensare che tu sei quella che abita in me un milione di volte.
(Fabrizio Caramagna)

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